Apple cerca scrittori, a Siri serve carattere
Apple
Tecnologia

Apple cerca scrittori, a Siri serve carattere

A quanto pare Apple vuole insegnare a Siri a sembrare in tutto e per tutto umana. Ma nel frattempo c'è chi ha progetti più ambiziosi, ad esempio un Siri che non ha bisogno di domande

Ammettetelo, quante volte ve la siete presa con Siri? Quanti improperi, quante domande eccessive a cui sapevate che la voce di Apple non avrebbe saputo trovare risposte? Mai? Non c'è da vergognarsi, a tutti può capitare di prendersela con la tecnologia. Prendete me, quando sono particolarmente girato, finisce che mando al diavolo la vocina che ti augura buon viaggio al casello.

Ma non divaghiamo. Se vi è capitato di cercare di mettere in difficoltà Siri vi sarete accorti di quanto Lady Cupertino possa suonare noiosa. A quanto pare devono essersene accorti anche quelli del team Cook, almeno a giudicare dall'insolito annuncio che nella giornata di ieri è apparso sulle pagine ufficiali di Apple:

Stiamo cercando un individuo dotato di abilità creative uniche che ci aiuti a evolvere e arricchire Siri, il nostro personal assistant virtuale. Siri è nota per la sua perspicacia, per la sua cultura e per il suo zelo nello spiegare le cose in modo coinvolgente, divertente e pratico. Il candidato ideale è qualcuno che combini l'amore per il linguaggio, i giochi di parole e la conversazione, e che abbia un'esperienza tangibile nel dare vita a contenuti creativi in un ambiente spiccatamente tecnico.”

Nello specifico, al candidato cercato da Apple viene richiesto di “sviluppare e scrivere dialoghi originali che forniscano sostegno a nuove capacità di Siri”, di “rinfrescare e affinare il suo linguaggio attuale” e che lavori spalla a spalla con il team di sviluppo di Siri per assicurarsi che l'intelligenza virtuale di Cupertino si riveli all'altezza delle aspettative.

In poche parole: a Apple serve un demiurgo che trasformi Siri da anonimo fantoccio virtuale in un personaggio credibile e dotato di carattere. Se Apple sia o meno riuscita a trovare questa sorta di fata turchina 2.0 non è dato saperlo, quello che sappiamo è che nel giro di poche ore l'annuncio è scomparso dalle pagine di Apple. Quelle poche ore, però, sono state sufficienti perché in Rete si diffondesse un interrogativo interessante: c'è davvero bisogno che Siri abbia personalità?

Insomma, non c'è dubbio che Siri non sia esattamente la donna che inviteresti a cena (almeno che tu non sia particolarmente disperato), sebbene già nella versione attuale dimostri un certo senso dell'umorismo (“Vuoi sposarmi?” “Il mio contratto di licenza d'uso copre il matrimonio, sono moritificata.”). Ma del resto, perché dovrebbe? Se c'è una battaglia che Siri ha bisogno di fare, non è quella per vincere gare di retorica, ma quella per garantire una maggiore rilevanza, una maggiore precisione e, possibilmente, prestazioni intellettive sufficientemente alte da tener testa a una schiera sempre più agguerrita di rivali: Google, Bing, Twitter e, da poco, persino Facebook .

Per non parlare di tutte quelle startup che hanno intuito il potenziale insito in questo settore, e stanno cominciando a testare nuove soluzioni. A settembre vi abbiamo parlato di una nuova tecnologia che consentirebbe a un virtual personal assistant come Siri di rimanere sempre vigile , riconoscere la tua voce e accendersi automaticamente quando la sente. Oggi, la startup Expected Labs annuncia un'innovazione ancora più estrema, MindMeld : un personal assistant (disponibile a breve per iPad) che monitora le tue chiamate e a seconda di quello che dici, va a setacciare il web in cerca delle informazioni che potrebbero servirti.

Il che, tornando a saccheggiare Collodi, sarebbe come avere un grillo parlante che ascolta ogni tua telefonata e ti snocciola senza posa informazioni, dati e link che nemmeno gli avevi chiesto di cercare. L'obiettivo finale di Expected Labs è creare un'intelligenza artificiale che tiene traccia di ogni tua interazione nell'arco della giornata, e che sappia così metterti a disposizione qualunque informazione.

Se questa prospettiva vi mette a disagio, sappiate che un simile “Anticipatory Computing Engine” (come lo hanno battezzato quelli di Expected Labs) è meno distante di quanto possa sembrare. Se il progetto MindMeld fallisce, state certi che ci riuscirà Google .
Seguimi su Twitter: @FazDeotto

I più letti

avatar-icon

Fabio Deotto