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Saloni, barberie e spa, è boom di prenotazioni online

Il settore cresce spinto anche dagli uomini, sempre più tentati dai trattamenti di bellezza. L'analisi di Alessandro Bruzzi, ceo di Uala

Al solito per questa galassia di servizi in rapida espansione, è una comodità che soccorre chi è a corto di tempo. O che di certe incombenze si ricorda fuori orario, di sera o nel weekend. Come nel caso dei ristoranti, evita di dover chiamare un numero di telefono, sperare sia libero o che qualcuno risponda, augurarsi che la fascia oraria di proprio interesse sia disponibile. Internet o una app, danno le risposte immediate sullo schermo: quando, cosa, a che prezzo. Perciò la prenotazione di tagli di capelli e trattamenti di bellezza si sta affermando anche da noi. In maniera trasversale: «Le donne sono ancora la maggioranza dell’utenza, ma recentemente stiamo assistendo a un vero e proprio boom di prenotazioni da parte degli uomini. Negli ultimi due anni solo le barberie hanno visto aumentare le prenotazioni sul nostro portale del 25 per cento». A parlare è Alessandro Bruzzi, ceo e cofondatore di Uala, il leader italiano del settore che ha appena chiuso un round di finanziamenti per 15 milioni di euro e acquisito il 100 per cento di Balinea.com, al primo posto in Francia. Così è nato un polo nel Sud Europa che conta 9 mila saloni tra Bel Paese, Oltralpe, Spagna, Portogallo e Grecia.

Bruzzi, i tempi sono cambiati?

Sì, basta pensare che gli uomini amano prenotare, a prescindere dal taglio e dalla foggiatura della barba, vere e proprie coccole di bellezza come il peeling corpo (+25 per cento di richieste negli ultimi due anni), la pedicure (+18 per cento), la manicure (+10 per cento) e il linfodrenaggio (+5 per cento). In questo senso la prenotazione online abbatte ulteriormente le barriere del pudore, aprendo anche agli uomini un mondo, quello del beauty – fino a qualche anno fa appannaggio di un pubblico prevalentemente femminile.

L’iniezione di capitale appena ricevuto dimostra che meritate la fiducia degli investitori. Ma qual è il quadro più ampio in cui si colloca? Significa che si sta imponendo davvero un cambio di paradigma?

Il pubblico è da sempre propenso al miglioramento e alla facilitazione: è il mercato che ha richiesto molto più tempo per offrire lo stesso servizio nel mondo della bellezza. Questo per anni è rimasto un universo difficile, frammentato, basato sulla tradizione. Cambiare la cultura, in un mondo di servizi locali – molto difficile da penetrare capillarmente – è la sfida più difficile e quella su cui lavoriamo ogni giorno.

Oltre l’ovvia convenienza di poter prenotare fuori orario, quali sono le principali ragioni che spingono verso il decollo servizi come il vostro?

Gli utenti, oltre a poter prenotare in pochi click e in qualunque orario, hanno la possibilità di visualizzare immediatamente l’agenda del salone, scegliere l’operatore che preferiscono, avere una panoramica chiara dei prezzi e dei servizi offerti. Uala permette loro di risolvere le “urgenze”: chi si connette all’app con un’esigenza precisa ha la possibilità di scegliere il professionista in base non solo al trattamento che sta cercando, ma anche a criteri di vicinanza e disponibilità temporale.
Sul fronte dei proprietari dei saloni, ciò che fa veramente la differenza è la semplificazione della gestione: nel nostro settore siamo visti come i facilitatori che tolgono burocrazia all’artigiano.

Alessandro-Bruzzi-UalaAlessandro Bruzzi, ceo e cofondatore di UalaUala

C’è qualche elemento di differenziazione dell’Italia rispetto ad altri mercati in cui operate? E qualche curiosità che può raccontarci?

La principale differenza sta nella fidelizzazione dei clienti in Italia verso i saloni di bellezza. Gli italiani sono un popolo che vuole costruire relazioni e tende a prediligere e ad affezionarsi a un professionista, a cui si affida completamente e che è restio a cambiare. Inoltre, alcuni servizi irrinunciabili in Italia, come la piega dal parrucchiere, all’estero sono percepiti come servizi accessori: in Italia la frequenza dal parrucchiere è più alta (anche 4 volte al mese) ma lo scontrino medio più basso (ci si va anche solo per una piega). Al contrario, all’estero le prenotazioni si diradano a favore però di uno scontrino più alto: dal parrucchiere si va principalmente per taglio e colore, mentre la piega è un servizio che bisogna spesso richiedere extra, dal momento che molti prediligono la cosiddetta asciugatura naturale e senza styling particolari. Aggiungo che la formazione nel settore della bellezza è in Italia molto più sentita che in altri Paesi e il livello professionale degli operatori altissimo, con una cura maniacale dei dettagli. Tornando ai consumatori, nel nostro Paese c’è una consapevolezza maggiore e una predilezione per i prodotti attenti all’ambiente: solo nell’ultimo anno il nostro portale ha registrato in Italia un +47 per cento di prenotazioni di trattamenti bio rispetto allo scorso anno.

Con questa acquisizione raggiungete una posizione di leadership nel Sud Europa.

Possiamo affermare che grazie alla Francia, il baricentro del nostro business inizia a spostarsi in Europa. Noi come Uala abbiamo scelto di affrontare la sfida del mercato della bellezza locale in modo differente. Il marketplace è arrivato come conseguenza ad una richiesta di un sistema di gestione del salone semplice, facile e immediato. I saloni per la prima volta hanno a disposizione un’agenda digitale, un sistema di cassa per scontrini fiscali, una gestione di magazzino intelligente e statistiche complete per suggerire all’artigiano della bellezza le attività da svolgere per migliorare, consentendo ai titolari di rimanere più artisti che obbligandoli a diventare esperti imprenditori. Tutto questo ha permesso anche di offrire alle persone il vantaggio della prenotazione in tempo reale e di creare un’esperienza finale di valore. Oggi stiamo lavorando ad altri servizi per rivoluzionare l’approccio del cliente e l’esperienza in salone, non fermandoci mai nell’innovazione.

C’è diffidenza dei saloni, specie quelli di lungo corso ad alto tasso di tradizione, di fronte alla tecnologia che portate loro? Quali sono le principali resistenze su cui dovete lavorare?

La diffidenza risiede tutta nella resistenza al cambiamento, specialmente perché coinvolge l’organizzazione, i processi e la cultura organizzativa. Ciò crea precarietà e vulnerabilità. Queste percezioni sfociano in atteggiamenti difensivi con meccanismi di autoprotezione nei confronti del nuovo e dello sconosciuto. Cambiare la routine è la cosa più complessa, specialmente se si cerca di farlo introducendo la tecnologia. Orwell è ancora attualità nella mente delle persone.

L’intelligenza artificiale è un termine abusato, però centrale. Come potete mettere a frutto le sue potenzialità per crescere ancora? In generale, come l’esperienza di prenotazione e tutta la galassia di servizi accessori che gli ruota intorno potrà evolvere in futuro, persino in maniere del tutto inattese e sorprendenti rispetto a oggi?

Stiamo lavorando attivamente per introdurre l’intelligenza artificiale in modo semplice nelle attività quotidiane dei saloni di bellezza. La sfida è verso l’assistente digitale di salone, che abbiamo colto e iniziato con il lancio di Cube, un prodotto fisico che consente di predire le esigenze dei clienti in base alle loro preferenze (ad esempio quanto si spende mediamente, per quali trattamenti, da quanto non si va in un salone). Vogliamo arrivare ad offrire una reception tecnologica in salone che gestisca gli appuntamenti.

C’è sempre maggiore attenzione al tema della privacy, della tutela dei propri dati, incluso dal punto di vista dei comportamenti di acquisto e di consumo delle esperienze. Qual è la vostra policy rispetto al trattamento delle informazioni di chi usa i vostri servizi?

La tutela delle informazioni personali è un tema cruciale: la nostra policy è di garantire la massima riservatezza ed evitare che i dati degli utenti vengano utilizzati per scopi pubblicitari. La nostra posizione è similare a quella di Apple: i dati non sono una fonte di reddito, ma devono essere tutelati. Le informazioni in nostro possesso sono garantite con la riservatezza più assoluta e rimangono di esclusiva proprietà dei rispettivi titolari.

Ciò che è evidente è che si sta creando una certa frammentazione dei servizi. Immagina che, quando saranno consuetudinari per una massa critica di utenti, potranno polarizzarsi? Ci saranno concentrazioni, piattaforme-concierge a tutto tondo che risponderanno a ogni esigenza magari nella medesima app, dalla prenotazione degli alberghi a quella del barbiere? E in tal caso, teme la concorrenza di colossi come Google o Facebook?

La polarizzazione del mercato in un contesto di globalizzazione è fisiologica: crediamo possano coesistere solo uno o due player sul mercato nel lungo periodo. Probabilmente ci saranno concentrazioni come già avviene nel settore degli alloggi. Non ci saranno vere e proprie piattaforme concierge che risponderanno ad ogni esigenza: tuttavia crediamo che la sfida del vocale sia un catalizzatore per permettere ad esempio, grazie a Siri o Alexa, di fruire di molti servizi senza la necessità delle singole applicazioni installate. Non temiamo la concorrenza di colossi come Google o Facebook in quanto il mercato lo si vince gestendo l’offerta locale, iperframmentata, cosa che i colossi non possono permettersi di fare in modo efficiente. Non a caso, Google piuttosto compra servizi che può integrare all’interno della propria piattaforma di ricerca anziché ricrearli e dover gestire qualcosa che va al di fuori del proprio core business. Non è secondo me possibile pensare di fare concorrenza a servizi iper local senza pensare di instaurare anche una presenza commerciale e di assistenza capillare sul territorio.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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