Sagreen Economy

Sagreen Economy

Nell’immaginario collettivo quando si pensa ad estate si pensa agli ombrelloni, alle code, ai condizionatori, ai servizi di Studio Aperto con gli stabilimenti più bizzarri. C’è un mondo però, neanche tanto sommerso, che d’estate emerge in tutta la sua colesterolica …Leggi tutto

Nell’immaginario collettivo quando si pensa ad estate si pensa agli ombrelloni, alle code, ai condizionatori, ai servizi di Studio Aperto con gli stabilimenti più bizzarri. C’è un mondo però, neanche tanto sommerso, che d’estate emerge in tutta la sua colesterolica esuberanza: le sagre.

Da maggio a ottobre, infatti, ogni rione del nostro paese mette in scena una sagra dove fiumi di persone in infradito si reca per mangiare qualcosa di estremamente grasso e possibilimente tipico. Migliaia di volontari aspettano la settimana della sagra per scendere in campo: chi a preparare gnocchi, chi ad ardere braci, chi a contare le banconote. Laddove non esiste il prodotto tipico, dalla Melanzana Purpurea d’Aosta alla Stella Alpina di Gerace, la si butta nel conviviale: ‘’sagra della simpatia’’, ‘’festa dell’ingrasso’’.

Il crollo dei partiti novecentesco ha decimato le feste dell’Unità, e sterminato quelle dell’Amicizia e dell’Avanti. E’ un segmento di mercato decisamente florido: i macellatori di maiali, i venditori di polenta pre cotta, i coltivatori di prodotti ortofrutticoli bizzarri, i gruppi musicali di liscio (che ora devono difendersi dalle pericolosissime cover band), i congelatori di patatine a bastoncino attendono la bella stagione per poter finalmente svuotare i propri magazzini.

La mia devianza, però, mi fa sorgere spontaneo un dubbio: come sarebbe se tutte queste belle proposte cominciassero a pensare sostenibile? Molte amministrazioni hanno cominciato a promuovere le stoviglie lavabili contro l’usa e getta. Ma sarebbe bello vedere tutte queste realtà locali cominciare a promuovere un cibo locale non solo nel nome, possibilmente biologico, a sostegno degli allevamenti e dei produttori del territorio, prima ancora di affrontare l’emergente allarme sociale scatenato dal conflitto tra gruppi liscio e cover band.

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David Marchiori