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Economia

Fino all'ultimo Bancomat

Il numero di sportelli Atm in Italia sta progressivamente diminuendo. E questo perché i costi di manutenzione e aggiornamento tecnologico sono in forte crescita. Ma è in atto una rivoluzione per cui potremo prelevare contante direttamente dai commercianti.

Ormai non ci facciamo più caso, ma il nostro portafoglio è stato investito da una piccola rivoluzione: sempre più spesso al posto della banconota estraiamo la tessera del bancomat per fare acquisti al supermercato, nei negozi e perfino al bar. Merito dell'introduzione dei pagamenti contactless e dell'operazione Cashback, che ha dato una spinta all'uso del sottile rettangolo di plastica. Ma forse c'entra anche la difficoltà a procurarsi il contante, visto che gli sportelli per i prelievi (gli Atm) sono sempre di meno: erano 50.618 nel 2015 e ora sono circa 46 mila. Sta di fatto che il nostro rapporto quotidiano con il denaro sta cambiando e molte novità sono in arrivo, come conferma Alessandro Zollo, da maggio 2018 amministratore delegato e direttore generale di Bancomat Spa, società controllata dalle 120 banche italiane.

Perché ci sono sempre meno bancomat? Perché le banche chiudono le loro filiali?
I temi sono collegati. Esiste un tema legato ai costi che una banca sosteniene per le sue strutture territoriali e uno di questi è proprio l'Atm e la sua continua evoluzione tecnologica. Si pensi al caso di Ing che ha deciso di chiudere tutti i suoi 60 Atm. In Italia abbiamo circa 750 milioni di prelievi all'anno, di cui il 75 per cento vengono effettuati dai clienti alla loro banca e quindi sono gratuiti. Per i restanti 150 milioni di transazioni, il cliente paga una commissione prevista dal contratto sottoscritto a suo tempo con il proprio istituto e, in genere, non sa esattamente a quanto ammonta. Questa commissione varia da zero a 3 euro, indipendentemente dall'ammontare del prelievo. Invece la banca che fornisce il servizio di prelievo incassa dall'istituto di credito del cliente una commissione, una fee, di 49 centesimi. Ma questa cifra non riesce più a coprire i costi per gestire gli Atm, soggetti a continue evoluzioni tecnologiche.


Quindi cambieranno le tariffe?
Noi abbiamo avanzato lo scorso anno all'Antitrust una proposta che prevede l'azzeramento della fee di 49 centesimi tra le banche per favorire l'introduzione di una tariffa applicata dall'istituto di credito che ha l'Atm al cliente di un'altra banca quando effettua il prelievo presso un suo sportello e che verrà comunicata, a differenza di quanto succede ora, al momento dell'operazione per una maggiore trasparenza. Ogni istituto potrà scegliere la sua tariffa, ma questa dovrà essere uguale per tutta la sua rete Atm. Secondo i nostri calcoli, con questo sistema i prelievi costeranno di meno. E sempre per agevolare il consumatore, lanceremo un'applicazione che indicherà preventivamente quali Atm sono vicini a lui e che tariffe applicano. È bene dunque ricordare che il prelievo bancomat è sempre disponibile negli sportelli postali, un aiuto non di poco conto per i piccoli centri.


Se la proposta verrà accettata, quando potrebbe partire questo nuovo sistema?
Nel 2022. E se verrà accettata, potremmo abilitare anche i terminali pos dei negozi al prelievo.
Cioè permettere di prelevare contante anche dai commercianti, per ovviare al calo degli sportelli bancari nei piccoli centri?
Esatto. Oggi in Italia i pos sono 2,7 milioni e noi pensiamo ad alcune categorie come i tabaccai, la grande distribuzione, i benzinai dove io mi potrò presentare con il bancomat e prelevare il contante, anche se non ho fatto acquisti in quell'esercizio.

Adesso usiamo il bancomat per prelevare e per fare acquisti anche di piccola entità grazie al contactless e al fatto che le commissioni sui pagamenti sotto i 5 euro con il PagoBancomat sono state azzerate. Quando lo utilizzeremo anche nell'e-commerce?
Il nostro piano industriale 2020-2024 poggia su tre pilastri: il primo è stato l'introduzione due anni fa del contactless e oggi il 40 per cento delle transazioni con il Pagobancomat sono effettuate così. Il secondo è la virtualizzazione della carta che entrerà negli smartphone: un accordo lo abbiamo già raggiunto con Samsung e altri arriveranno nel 2022. Il terzo pilastro è l'e-commerce: abbiamo creato un prodotto - Bancomat Pay - che non richiede il possesso di una carta ma è legato all'Iban del cliente. Con questo strumento si può inviare denaro a una altra persona conoscendo solo il suo numero di telefono oppure andare su un sito dove trovo il logo di Bancomat Pay e fare acquisti digitando il proprio numero di telefono, senza dover ricordare codici e senza rischi di clonazione.

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Guido Fontanelli