Randall Munroe, Cosa accadrebbe se
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Randall Munroe, Cosa accadrebbe se

Risposte scientifiche a domande ipoteticamente assurde

Dopo qualche anno l’età dei perché finisce. Segue una breve luminosa stagione in cui ogni cosa è chiara al giovane essere umano e l’universo ci appare conosciuto. Poi subentra il tempo degli “E se”. Quello in cui i dubbi, le idee, le paure e le fantasie fanno il loro ingresso nella nostra vita per non lasciarci più. E qui arriva Randall Munroe, l’autore di Cosa accadrebbe se, edito da Bompiani.

Scienziato e fumettista
Randall Munroe ha ben presto deciso di puntare tutto sulla carriera che più facilmente lo avrebbe reso stimato, ricco e famoso. Scienziato, esperto di robotica, ricercatore e fumettista di scarso talento (sa disegnare solo brutti omini come questo: O<-< ), lascia la NASA e diventa fumettista di scarso talento a tempo pieno. Incredibilmente ha funzionato. Tutto nasce dal suo blog xkcd.com, ormai diventato un punto di riferimento per gli amanti del fumetto e delle curiosità scientifiche. Nei suoi disegni potrete trovare risposte alle domande più assurde su scienza, tecnologia, vita e amore. Qualche esempio?

Come distruggiamo la terra oggi?
Cosa accadrebbe se la Terra e tutti gli oggetti terrestri improvvisamente smettessero di girare ma l’atmosfera mantenesse la sua velocità? Molto poco di buono. Venti a 2000 km/h spazzerebbero via ogni cosa, l’alternanza giorno-notte finirebbe e gli sconvolgimenti climatici sarebbero apocalittici. Ma soprattutto la razza umana si estinguerebbe. Non sarebbe niente di troppo grave però. Nel giro di qualche millennio la luna ci farebbe ripartire (la luna, chi l’avrebbe mai detto) e forse un giorno la vita potrebbe tornare sul nostro pianeta.

Piacere, Galileo
Prendere sul serio domande assurde è la prima regola di ogni scienziato (disclaimer: non è vero, la prima regola è attenersi al metodo scientifico formalizzato per la prima volta da Galileo). È quello che a noi profani viene spiegato nei termini di “ricerca pura”, quel tipo di sperimentazione che non si pone un obiettivo pratico, tipo migliorare l’efficienza di un motore o rinforzare un materiale innovativo, ma si limita a fare cose strane e inaspettate per vedere che succede.

Houston, abbiamo un problema
Probabilmente è a questo che pensavano gli scienziati della NASA quando hanno deciso di dare una risposta seria alla seguente domanda (stupida): «Cosa accadrebbe se un normale aereo da turismo tentasse di volare nell’atmosfera di Marte?».  La risposta è che volare su Marte è difficile, ma non impossibile. Scrive Randall Munroe: «La cosa più difficile è che con un’atmosfera così rarefatta bisogna andare molto veloci se ci si vuole sollevare. Praticamente bisogna avvicinarsi a Mach 1 solo per alzarsi da terra, e una volta che si è
in volo si ha così tanta inerzia che è quasi impossibile cambiare rotta – se virate, il vostro aeroplano ruota, ma continua a muoversi nella stessa direzione. Sarebbe come cercare di pilotare un transatlantico supersonico». E questa non è neanche la domanda più strana che qualcuno gli abbia mai posto. La seguente è anche meglio.

Piovono polpette
«Da quale altezza si dovrebbe lasciar cadere una bistecca perché arrivasse cotta al suolo?». Tralasciando il fatto che ci siano senz’altro metodi più pratici e meno costosi per cuocere una bistecca (un classico first world problem, insomma) Randall Munroe spulcia studi scientifici, esperimenti militari declassificati e riviste tecniche per darci la risposta più plausibile che si può: non importa se la bistecca vi piace al sangue, la risposta è “da mai abbastanza in alto”. Indifferentemente dall’altitudine di partenza, l’attrito con l’aria non potrebbe produrre la quantità di calore necessaria per un tempo sufficiente a cuocerla tutta. Nella migliore delle ipotesi, otterrete una bistecca esternamente carbonizzata e perfettamente cruda al suo interno.

Bistecche stellari
Le cose cambiano però se nelle nostre ricette interplanetarie inseriamo il fattore Yoda. Dopo aver effettuato le opportune osservazioni sperimentali, il nostro scienziato è arrivato alla conclusione che la quantità di energia sprigionabile dal venerabile maestro di Star Wars sarebbe sufficiente a fornire l’energia necessaria a un piccolo quartiere residenziale, nonché a cuocere un cospicuo numero di bistecche. Cento milioni di Yoda basterebbero a coprire il fabbisogno energetico mondiale, senza considerare il notevole apporto di saggezza di cui godrebbe l’umanità tutta.

Siamo stupidi, ma tanto carini
Leggendo il libro di Randall Munroe, non si può fare a meno di restare stupiti. Nonostante i moltissimi modi che abbiamo escogitato per distruggere il mondo, siamo ancora tutti qui a lambiccarci il cervello per inventarcene di ancora più devastanti. Ma in fondo non siamo tanto male, come dimostra la domanda di Mimi: «Se si chiamasse un numero telefonico a caso e si dicesse “Salute”, che possibilità ci sono che la persona che risponde abbia appena starnutito?». C’è ancora speranza insomma: siamo senz’altro molto stupidi ahinoi (la risposta è 1/40.000), ma almeno siamo degli stupidi premurosi.  

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Giulio Passerini