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Tecnologia

Ancora terremoti, perché bisogna usare l'Intelligenza Artificiale

L'ultimo in provincia di Roma dimostra che un modello fatto di algoritmi e AI può isolare e identificare i segnali sismici partendo dai dati storici

Partiamo da un presupposto: non esiste tecnologia che, oggi, possa dire dove e quando un terremoto prenderà piede. Inutile andare dietro a false storielle o teorie perchè si tratta di fandonie, favolette degne delle peggiori fake news.

Ma l'informatica del 2019 è matura per fare qualcosa e preparare le popolazioni a eventi così, leggendo i dati storici di un territorio, in maniera più approfondita di quanto fatto sinora. Nel corso dell'ultimo anno, diversi terremoti hanno scosso il mondo.

Italia interessata

Gli ultimi, in provincia di Roma, e a fine 2018 in provincia di Catania, si sono svolti ad una profondità rispettivamente di 9 km e addiritttura 1 km, praticamente in superficie, considerando la più ampia scala globale. Possibile che gli strumenti odierni non riescano ad anticipare crisi simili leggendo quanto succede nel suolo prima? No, infatti.

Ci sono migliaia di micro-terremoti, di bassa intensità, con magnitudo di 2.0 o meno, che raramente causano danni a cose e persone e per questo non vengono quasi mai considerati se non dagli esperti del settore. Eppure sono proprio loro a fare da rumore di fondo a qualcosa di più pesante e grave sul lungo periodo.

La ricerca

Studiare tali movenze del terreno, correlando ai risultati modelli informatici previsionali, può rappresentare un metodo scientifico rilevante per cercare di capire quanto e in che misura un terremoto è davvero prevedibile, almeno a sommi capi. Ciò vuol dire ottenere una certa finestra temporale in cui un disastro può manifestarsi oppure delimitare un’area specifica entro la quale concentrare le indagini.

Per farlo, il Dipartimento di Geofisica della Stanford University ha sviluppato un sistema di intelligenza artificiale, chiamato Cnn-Rnn Earthquake Detector (o CRED), che ha l’obiettivo di isolare e identificare una gamma di segnali sismici da dati storici periodici. La piattaforma si basa su un lavoro della Harvard University e di Google, che in agosto hanno finalizzato un software capace di prevedere la posizione delle scosse di assestamento fino a un anno dopo un terremoto.

Come funziona

Il programma avanzato è composto da strati di reti neurali, nodi di elaborazione interconnessi, che mimano la funzione dei neuroni nel cervello, distinti in attività convoluzionali e ricorrenti. Il primo tipo estrae le caratteristiche dai sismografi mentre il secondo, che può combinare la memoria e gli input per migliorare l'accuratezza delle previsioni, apprende le qualità sequenziali di detti sismografi.

I due costituiscono un quadro di apprendimento che attenua un problema comune delle reti neurali multistrato. In genere, con l'aumento del numero di nodi sovrapposti, la precisione si satura e si deteriora. Ma grazie al modo in cui le funzioni di apprendimento residuo elaborano le funzioni, le reti neurali al loro interno sono in grado sia di mantenere l’esattezza che di apprendere ulteriori funzioni dai set di dati. E come ulteriore vantaggio, sono più facili da analizzare.

Allenamento naturale

Per addestrare e convalidare il sistema di rilevamento dei terremoti, i ricercatori hanno reperito dati continui registrati dal 2011, per un catalogo contenente 3.788 eventi, in aggiunta a 889 stazioni di monitoraggio nel nord della California e tre sismogrammi. Per valutare le prestazioni sono stati utilizzati circa 50 mila campioni, da un contenitore di oltre 550 mila.

La voce della terra

Il risultato? La rete si è mostrata capace di prevedere i segnali dei terremoti, indipendentemente dal fatto che l'evento sismico fosse grande, piccolo, locale o che contenesse un alto livello di rumore di fondo. Alimentato dai dati continui, il modello ha rilevato 1.102 micro-terremoti, causati da fratturazioni idrauliche, dall'iniezione di acque reflue e dal movimento delle placche tettoniche, inclusi 77 sismi che non erano sono stati precedentemente catalogati.

Analisi futura

Accorgersi in maniera così profonda di ciò che accade sotto il terreno rappresenta un’opportunità di studio unica e fondamentale. Se è vero che non è possibile anticipare di punto in bianco un terremoto, è ancora più vero che la tecnologia può fornire un supporto essenziale nella creazione di contesti verosimili su cui ragionare.

Non a caso, il team ritiene che il modello di apprendimento automatico, che a loro avviso può essere facilmente adattato a più situazioni, possa fungere da monitoraggio in tempo reale di zone tettonicamente attive e così porre le basi per un sistema di allarme antisismico localizzato ed estremamente preciso.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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