Prandelli: caro Babbo Natale, portami il Natale tutto l’anno

Prandelli: caro Babbo Natale, portami il Natale tutto l’anno

di Marino Petrelli “Su Balotelli sto con Mancini: se continua così può bruciarsi la carriera. Tutto dipende da lui. De Rossi? Dimostri quanto vale e faccia ricredere Zeman. Per Cassano la porta non è mai chiusa, ma al momento sto …Leggi tutto




di Marino Petrelli

“Su Balotelli sto con Mancini: se continua così può bruciarsi la carriera. Tutto dipende da lui. De Rossi? Dimostri quanto vale e faccia ricredere Zeman. Per Cassano la porta non è mai chiusa, ma al momento sto facendo altre valutazioni. Cosa rimane? Ah, il Natale, finalmente qualche giorno di pace dopo un 2012 così lungo e intenso”. Cesare Prandelli, allenatore della nazionale di calcio, arriva in via Allegri, sede della Federcalcio, a Roma, puntuale e rilassato. Dovrebbe essere il saluto e il brindisi di fine anno, lo aspetta il fuoco incrociato di domande sulla nazionale, sul futuro, sul campionato. E allora, sotto a chi tocca, compreso il turno di Panorama.it che vuole parlare di calcio, ma anche e soprattutto del Natale in casa Prandelli, lui, credente, a cui attribuisce un significato particolare alla nascita di Gesù, anche perché la vita non sempre è stata tenera con lui.

Mister, una parentesi dal calcio giocato e dalla nazionale. Il suo Natale: come lo trascorrerà e ha un ricordo di un Natale speciale, magari da ragazzino?

Non ho un ricordo particolare di questo o quel Natale, tutti per me hanno un significato importante. Sono giorni magici, dove tutti diventano più sensibili e c’è un’aria diversa. Non sono però tra quelli che parla di essere più buoni a Natale rispetto al resto dell’anno. Basterebbe infatti così poco per fare Natale tutti i giorni e essere più sereni non solo in questo periodo. Lo passerò con i miei figli, con i quali  avrei voluto essere più presente nella realizzazione del presepe e dell’albero, ma sarò a casa, lontano per qualche giorno dal clamore e dai riflettori.

Fine anno, tempo di bilanci. Il 2012 ha portato il secondo posto agli Europei, il 2013 come sarà? E cosa chiederà ai suoi calciatori, che siano convocati o meno in maglia azzurra?

L’anno che sta per chiudersi sarà difficile dimenticarlo, non solo per il secondo posto ma perché abbiamo disputato un torneo interessante, abbiamo sviluppato un bel gioco e siamo stati apprezzati. I miei calciatori hanno sempre risposto bene, fuori e dentro dal campo. Ecco cosa chiedo loro per il futuro: di essere generosi. Tra di loro, per creare un gruppo ancora più saldo, e per la gente, per i tifosi, che si sono riavvicinati alla nazionale grazie ai nostri risultati.

Una nazionale di cui faranno parte anche Balotelli, De Rossi e Cassano?

“Per Mario bisogna attenersi al lavoro del suo allenatore Roberto Mancini al Manchester City. Lui ha grande talento, ma comportandosi in questo modo rischia di bruciarsi. Stesso discorso per De Rossi, che adesso non sta trovando spazio da titolare nella Roma. Sono i giocatori che devono far ricredere gli allenatori, quando giocheranno con continuità nel proprio club di appartenenza, allora anche in nazionale avranno spazio. Per Cassano il discorso è un po’ diverso. Sta facendo bene, ma all’inizio della stagione sportiva ho parlato chiaro e ho fatto altre scelte per valorizzare giocatori diversi, magari più giovani. Però, se da qui ai mondiali 2014 continuerà a stare bene, sarà sicuramente un giocatore su cui fare affidamento”.

 I giovani e il futuro. El Shaarawy su tutti, poi ce ne sono altri interessanti? Troveranno spazio già nella Confederation Cup della prossima estate o saranno lasciati alla nazionale Under 21 che ha la fase finale dell’Europeo di categoria?

El Shaarawy sta dimostrando a venti anni di avere carattere e responsabilità in una squadra blasonata come il Milan. Io l’ho chiamato in nazionale ad agosto, prima della sua esplosione in campionato, testimonianza che ai giovani ci credo veramente. Alcuni di questi devono farsi trovare pronti, ma se verranno in Brasile o meno dipenderà da un’analisi con i vertici federali e con gli allenatori dell’Under 21 per capire se è il momento giusto o meno. Sicuramente lui e altri, come ad esempio De Sciglio (terzino diciannovenne del Milan ormai diventato titolare da qualche settimana, nda) rappresentano un buon futuro.

Anche tra i portieri siamo messi bene. Sarà Sirigu il nuovo Buffon?

Intanto credo che Buffon abbia ancora tanto da dare alla maglia azzurra. Poi, vedremo. Sirigu gioca in un club importante come il Paris Saint Germain, sta facendo una ricca esperienza europea, è cresciuto molto. C’è lui, Viviano e altri. Lo stesso Marchetti alla Lazio sta facendo molto bene.

Allenatori che vanno, allenatori che vengono. Proprio oggi è salta anche la panchina della Sampdoria. Lei non ha di questi problemi…

Per adesso no, ma chissà che in futuro non mi torni la voglia di tornare ad allenare una squadra in campionato e riassaporare la quotidianità. A Ciro (Ferrara, allenatore della Samp, nda) e Serse (Cosmi, appena esonerato dal Siena, nda) dico che mi dispiace E’ la legge del calcio: sembrava che queste brutte abitudini fossero scomparse, ma vedo che non c’è pazienza. Un plauso invece va a Montella che fa un gran bel calcio a Firenze ed è stato straordinario a trasmettere la filosofia giusta e la mentalità del lavoro.

Arriviamo alla letterina a Babbo Natale. Cosa vorrebbe chiedere Cesare Prandelli?

Di continuare ad avere il contatto con la gente e tanto entusiasmo. Ho trovato un gruppo di ragazzi che hanno capito che avremmo proposto un calcio nuovo. Il calcio sta cambiando, ora è la Nazionale che deve preparare i giovani. E poi bisogna abbassare i toni, cercare di non prendersi troppo sul serio, usare l’ironia e non la violenza. Affinchè sia Natale tutto l’anno.

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