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MAURIZIO GAMBARINI/AFP/Getty Images
Tecnologia

Perché gli hacker (russi) potrebbero far perdere la Merkel

Dopo USA e Francia tocca alle istituzioni (e ai media) tedeschi confrontarsi con la minaccia informatica. E chi rischia di più è l'attuale cancelliera

Che ruolo avranno gli attacchi informatici nell’imminente voto tedesco? Viene spontaneo chiederselo alla luce di quanto accaduto recentemente in Francia e Stati Uniti.

Se, come molti pensano, qualcuno è in possesso di materiale scottante sugli attuali candidati alle politiche in Germania, è probabile che lo pubblichi prima della chiamata alle urne del 24 settembre.

Quel materiale rubato nel 2015...

La minaccia è più di una mera ipotesi. Già due anni fa il Parlamento teutonico fu oggetto di un attacco diretto ai server di posta elettronica di alcuni membri della maggioranza di Governo.

Di fatto - fa sapere il settimanale Zeit - nessuno di quei dati è stato ancora rivelato. Il che può significare due cose: la prima, ipotesi ottimistica, che non ci sia nulla di scabroso nel materiale intercettato dai pirati; la seconda, ipotesi peggiore, che gli hacker stiano attendendo momenti migliori (ad esempio i giorni che precedono il voto) per rendere pubblico il tutto.

La minaccia arriva dalla Russia

Ma chi sono questi fantomatici hacker e quale motivo avrebbero nel destabilizzare il voto di settembre? Secondo fonti dell’intelligence tedesca, dietro gli ultimi attacchi elettronici al Bundestag ci sarebbero ancora una volta i russi (gli stessi che hanno mirato da anni la Farnesina).

"Abbiamo identificato questi (attacchi) come una campagna provenienti dalla Russia. La nostra controparte sta cercando di generare informazioni che possono essere utilizzate per la disinformazione o per influenzare le operazioni", raccontò qualche tempo fa alla Reuters Hans-Georg Maassen, presidente della BfV,  l’agenzia di controspionaggio tedesca. "Se lo faranno o meno sarà una decisione politica che presumo verrà presa al Cremlino".

Nel mirino c'è Angela Merkel?

Accuse pesanti che tuttavia - come sottolinea il Sueddeutsche Zeitung citando una fonte del governo - mancano di prove fondanti, quella che in gergo si chiama pistola fumante. E, forse, anche di un alibi: in fondo quale motivo potrebbe avere la Russia a destabilizzare il voto in Germania?

Così su due piedi verrebbe da pensare all'operato dell'attuale cancelliere Angela Merkel, uno fra i più strenui sostenitori delle sanzioni contro Mosca. Tuttavia, fa notare fa notare Anna Sauerbrey dalle pagine del New York Times, il Cremlino avrebbe ben poco da guadagnare nell'interferenza del voto tedesco.

Tanto più se si tiene presente che l'attuale legge elettorale tedesca (basata sulla rappresentanza proprorzionale e le coalizioni) impedirebbe lo spostamento di quote significative di elettori. "Il sistema politico tedesco, sancito dopo la seconda guerra mondiale per immunizzare il paese contro i totalitarismi, oggi funziona come un specie di firewall contro qualsiasi tipo di conflitto", scrive l'autrice.

Il ruolo dei media

In questo clima che si preannuncia comunque infuocato, il ruolo dei media potrebbe rivelarsi decisivo. Quanto successo la scorsa estate in occasione della campagna americana, fa notare Der Spiegel ci fa capire che i giornalisti che hanno utilizzato il materiale rubato non erano pienamente consapevoli di quello che stavano pubblicando.

Da qui la decisione di adottare policy molto stringenti per tutto ciò che dovesse scaturire da eventuali mail e documenti “rubati”. "Non ci sarà nessuna fretta di pubblicare materiale (compromettente)" ha spiegato al New York Times Klaus Brinkbäumer, capo redattore della testata, "il nostro obiettivo non sarà quello di essere più veloci ma più onesti".

Ancora più restrittiva la prassi adottata dal quotidiano Bild, che ha già fatto sapere che evidenzierà in rosso tutte le informazioni provenienti da attacchi cibernetici, con una dicitura quanto mai esplicita: “Queste informazioni sono state sottratte con l’obiettivo di manipolare la tua opinione su questa persona”.

Queste, misure, in aggiunta a quelle messe a punto contro le fake news su Facebook, dovrebbero garantire un'opportuna schermatura per l'elettore medio tedesco. Il condizionale è ovviamente d'obbligo; per la riprova bisognerà attendere il prossimo 24 settembre.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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