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Silvia Morara

Romanengo: nei nostri dolci tutto l'amore che c'è

Nell'azienda storica genovese, eccellenza della città, entrano due nuovi soci "ma il controllo resta nelle mani della famiglia, nel rispetto della tradizione"

Frutta candita, conserve, confetture, cioccolato e cioccolatini, fondants e bomboni, confetti e dolci da dessert. Un mondo di zucchero lavorato con sapienza artigianale e confezionato come una volta con carta deliziosa da mangiare con gli occhi.

Un negozio storico

E' dal 1780 che i Romanengo a Genova producono dolciumi. Non hanno mai interrotto l'attività, siamo alla settima generazione. E altre ne verranno: "io mi sono sposato tardi e non ho figli - racconta Pietro Romanengo a margine del convegno sulle eccelenze organizzato da Panorama d'Italia - ma ci sono i miei nipoti". A loro, dice, "cerco di trasmettere la passione per questo lavoro come fece mio padre con me".

L'antico negozio si trova in via Soziglia, nel cuore profondo della città. E' vincolato dalla soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici. Entrare, infatti, è un po' come fare un salto indietro nel tempo. Cioccolatini, caramelle e confetti sono custoditi in preziose bacheche di vetro come fossero gioelli e il legno antico che avvolge il negozio è ancora lo stesso di secoli fa quando principi, conti e potenti mercanti genovesi gustavano la frutta candita famosa in mezza Europa. Anche i re ne andavano matti tanto che per le nozze di Umberto I e Margherita di Savoia, nel 1868, furono ordinate qui le bomboniere.

Qualità e tradizione

La Pietro Romanengo fu Stefano, così si chiama, è rimasta ancorata alla tradizione che vede una lavorazione manuale del prodotto diverso da stagione a stagione come accadeva una volta: gli ingredienti sono sempre freschissimi e sul sito - unica deroga all'artigianalità antica - sono minuziosamente elencati per prevenire possibili allergie. Dai prodotti con farina di grano a quelli con le uova e con il latte. Tutto naturale al cento per cento. Nessun conservante.

Ora che la Pasqua è passata nel laboratorio ci si concentra sui profumi primverili: è tempo di zucchero e le uova di cioccolato lasciano il posto a demisucres, alle gocce al rosolio, alle caramelle fondants e alle gelatine di frutta.

Strategiefuture

E se è vero che per oltre 200 anni, l'azienda di piccole dimensioni ha consentito di mantenere forte il legame con la città, ora sembra arrivato il momento di guardare oltre. Poche settimane fa due nuovi soci sono entrati nell'azionariato "ma si è trattato solo di un riassetto societario, ci tiene a precisare Pietro Romanengo, "nulla di più".

Il comando resta saldo nelle mani della famiglia: non potrebbe essere diversamente. Con i manager esterni una piccola realtà come la nostra perderebbe la sua anima".

Certo è che è tempo di studiare altri mercati: "il cuore e il laboratorio restano a Genova, oggi però è indispensabile uscire dai confini. Siamo già conosciuti in Giappone e in California, ma bisogna fare di più. E il fatto che la nostra antica bottega possa proiettarsi altrove ci emoziona".



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Chiara Raiola