300 libri a tre scuole di Perugia

300 libri a tre scuole di Perugia

Gli studenti più brillanti che hanno vinto il concorso di Panorama d'Italia "100 libri per la scuola"

Premiati tre allievi di tre scuole di Perugia con 300 libri dal direttore di Panorama Giorgio Mulè. Tra tutti gli studenti che hanno partecipato al concorso "100 libri per una scuola” tre, appunto, sono stati i giovani ritenuti più brillanti di altri, grazie a una lettera creativa che hanno inviato alla redazione di Panorama rispondendo alla domanda: "Qual è il tuo libro preferito e perché vorresti lasciarlo in eredità alla tua scuola?". I tre ragazzi si sono aggiudicati, quindi, un premio di 100 libri per la biblioteca del proprio istituto.

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Il concorso, aperto agli studenti delle scuole superiori delle 10 città dove si svolge Panorama d'Italia, in questa terza tappa ha visto come vincitori Ilaria Lanterna del Liceo Linguistico Assunta Pieralli, Leonardo Pierotti del Liceo Scientifico Galeazzo Alessi e Michelle Bontempo dell'Istituto di Istruzione Superiore G. Bruno. Qui, le risposte e le foto dei premiati mentre ricevono i libri e l'attestato di riconoscimento da parte del direttore Mulè.

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Ilaria Lanterna
Classe V E - Liceo Linguistico Assunta Pieralli

Cicerone parlava dell'Amicizia come "un sentimento universale, dettato dall'empatia, dalla fiducia e dalla sincerità, fondamentale per l'uomo". Non credo che come sentimento abbia mai avuto un tempo, è sempre esistita, ed i più grandi intellettuali ce ne hanno lasciato traccia. Fred Uhlman nel libro "L'Amico ritrovato" pubblicato nel 1972, tratta il tema in maniera soggettiva, riportando parte della sua vita in un contesto particolare: era il 1933 della Germania nazista. Dalla critica viene definito un "romanzo in miniatura", ma personalmente parlando lo ritengo molto di più: è un percorso formativo nascosto tra le storie di due adolescenti, uno figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica; appartengono a due diverse classi sociali, succubi delle ideologie del tempo, in un contesto molto particolare che viene ignorato a pieno nell'inconscienza della loro Amicizia.

"La politica riguardava gli adulti, noi avevamo già i nostri problemi"; Uhlman tratta una tragedia di spessore mondiale attraverso gli occhi di due ragazzini , incuranti di tutte quelle chiacchiere tra adulti. In fondo una caratteristica del romanzo è proprio la rievocazione realistica di un'amicizia adolescenziale, che resiste al di là del tempo e degli errori che noi tutti commettiamo, ma che dimostrano di saper risolvere con naturalezza.La grande spaccatura tra i due sopraggiunge quando il giovane ragazzo tedesco Konradin entra in contatto con il mondo adulto, con le discriminazioni razziali e l'ideologia radicale dei genitori. A colpire il lettore è la lettera che scrive Kornadin ad Hans: con sincerità rinnova il profondo affetto che nutre nei suoi confronti, ma ammette una fgascinazione per Hitelr, arrivando a sostenere che sia stato mandato da Dio in terra per risollevare il destino tedesco. Hans partirà per l'America e poco dopo i genitori si suicideranno. Non mancano i momenti toccanti ed i colpi di scena, come ad esempio la conclusione del romanzo, quando Hans ormai adulto riceve un'opuscolo di beneficenza per i caduti della Seconda Guerra Mondiale, proveniente dal suo vecchio liceo di Stoccarda. Tra i nomi c'è Konradin, giustiziato per aver preso parte al complotto contro l'uccisione di Hitler.

La struttura circolare del romanzo richiama l'Amicizia trovata tra i banchi di scuola, e ritrovata per caso, rivalutando quell'affetto sincero che li ha sempre tenuti legati. La storia è comntornata da diversi personaggi che consolidano il contesto culturale, coinvolgendo il lettore nella vicenda grazie anche alla narrazione in prima persona. Personalmente lo trovo un testo formativo sia dal punto di vista morale che educativo, poichè descrive autenticamente il contesto storico del periodo, e la rilevanza dell'assetto politico anche all'interno dei rapporti interpersonali. Dal punto di vista educativo il lettore compie un percorso di formazione insieme ai protagonisti, nel mio caso coetanei, immergendosi nei loro punti di vista, e nelle loro riflessioni.

E' un libro che lascerei volentieri in eredità alla mia scuola, dando la possibilità agli studenti come me di trovarci uno spunto di riflessione, e di affezionarsi a quella storia, esattamente come è successo a me.

Leonardo Pierotti
Classe IV E - Liceo Scientifico Galeazzo Alessi

‘Rumore di aerei,un lampo che squarcia il cielo, un boato assordante..e poi polvere, sangue, rovine. Le guerre sono tutte uguali.’ Queste brevi righe stampate sul retro di un libro mi colpirono profondamente. Avevo dieci anni e posso affermare che quello fu il mio ingresso ufficiale nel mondo della lettura. “Un angelo probabilmente”, questo era il titolo del libro scritto da Mino Milani, giornalista scrittore nato a Pavia nel 1928.

Leggendo il piccolo lavoro,che constava di non più di un centinaio di pagine, venni attratto da una narrazione molto semplice ma allo stesso tempo efficace. La velocità con cui veniva ritmata l’azione non mi permetteva di distogliere nemmeno un secondo l’attenzione dalle biancastre pagine del libro e l’utilizzo di immagini colorate era perfetto per far ‘innamorare’ un bambino.

Il protagonista è un uomo ricco che Milani solo per comodità chiama Mario che è giunto al successo dopo un percorso difficile, vittima lui stesso della guerra  che lo ha lasciato orfano. Mario va in Africa richiamato da un bisogno di nuovo , non si ferma nei luoghi turistici ma arriva nell’Africa profonda dove decide di fermarsi e dove sperimenterà nuovamente la realtà della guerra, quella tra etnie e gruppi locali. Questa realtà lo porta ad incontrare Kito, nel quale rivede lui bambino,  sfuggito alle mine ed il suo cane , ma anche Caterina, occidentale come lui che arrivata in Africa come turista non riuscirà ad andarsene ma resterà nella casa di Mario per prendersi cura dei profughi della guerra.

La guerra, per l’appunto, rappresenta il tema del libro. Un tema di ieri e di oggi che ci permette di focalizzare l’attenzione sull’umanità. L’uomo riesce ad andare oltre la cecità dell’odio ed il bene affiora anche nelle situazioni più disperate consentendo la speranza.

Ecco perché vorrei donare il libro alla scuola perché la narrazione ci presenta il bene ed il male, la violenza e la solidarietà, ma il bene vince . Mario e Caterina sono i buoni e la speranza vince su tutto , riproponendosi ancora come valore universale.

Michelle Bontempo
Classe IV C Istituto di Istruzione Superiore G. Bruno

«Alekos, cosa significa essere un uomo?»
«Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’ancora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se. E per te cos’è un uomo?»
«Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos.»                                                                                     

Un Uomo è il romanzo-verità crudo e appassionato degli ultimi anni della vita di Alekos Panagulis, studente di ingegneria e uomo ribelle che viene arrestato dopo aver piazzato due esplosivi e aver attentato alla vita di Georgios Papadopoulos, dittatore della Grecia al tempo dei Colonnelli. Fallendo nel suo intento, viene condannato a morte. Oriana Fallaci fu la sua compagna e l’unico filo capace di tenerlo aggrappato al mondo durante la sua lotta da eroe solitario in carcere. Un uomo non è semplicemente un libro è un capolavoro pieno di ricordi.  Vi sono descritte la forza e la fragilità di un uomo che lotta e che spera fino all'ultimo di vincere un mostro più grande di lui. Grazie a questo libro si riescono a percepire tutte le emozioni e i dolori contro cui ha dovuto combattere Alekos che, attraverso la penna di Oriana Fallaci, riesce a riprodurre il silenzio in un suono che non finisce mai. ''Un uomo'' dà voce a chi non ha mai potuto parlare liberamente nella propria vita, a chi crede nei propri ideali di libertà e di quanto sia importante difenderli.

È impossibile leggere questo libro e restarne indifferenti, ogni parola scritta da Oriana Fallaci è una parola che si imprime nelle nostre coscienze e ci fa riflettere, ci induce a lottare per quello che ci sembra più giusto, per la propria autonomia di pensiero e ci fa capire l'importanza del “partecipare” in prima persona agli eventi che compongono il mosaico della storia. La sua scrittura arriva come emozione pura che stenta a essere definita nel tempo e nello spazio.  E' un libro storico, un libro diario, un libro liberatorio,  un libro lungo come l'agonia che attanaglia pagina dopo pagina i due protagonisti. Un libro che ho deciso di leggere per comprendere tutte le fragilità e le emozioni che  sono all'interno di questo meraviglioso e malinconico capolavoro che parla della vita di una grande scrittrice e giornalista.

Silvia Morara
Michelle Bontempo della classe IV C dell'Istituto Istruzione Superiore Giordano Bruno e Leonardo Pierotti della classe IV E del Liceo Scientifico Galeazzo Alessi di Perugia insieme al direttore di Panorama Giorgio Mulè. I due studenti hanno vinto il premio "100 libri per una scuola"

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Chiara Degl'Innocenti