A Panorama d'Italia, Focus processa le previsioni del tempo - FOTO e VIDEO

Nella Giornata della Terra, il mensile porta a Panorama d'Italia un pool di esperti che dibattono sul clima e sui suoi cambiamenti

Spetta al direttore Jacopo Loredan introdurre Vedo e prevedo, processo alle previsioni del tempo, il primo dei due eventi di Focus della tappa marchigiana di Panorama d'Italia.

L'oggetto di attenzione è rappresentato dai cambiamenti climatici, cosa sono e come si possono prevedere e contrastare, con una digressione contingente sul territorio adriatico e sul mistero dei suoi venti in cui l'incontro si svolge.

Il primo intervento è quello di Chiara Boschi, geologa e geochimica dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr di Pisa.

Il marzo dei primati

"Il clima sta cambiando?", domanda retoricamente Loredan. "Il clima cambia da sempre - spiega Boschi - e lo si può chiaramente capire con le analisi che vengono effettuate sui carotaggi nel ghiaccio antartico.

In effetti però negli ultimi anni (dalla rivoluzione industriale a oggi), qualcosa di importante in effetti sta succedendo. Tanto per fare un esempio a noi vicinissimo, il mese di marzo 2016 è stato uno dei più caldi della storia.

Cosa possiamo fare? Molto, se si considera che le emissioni di CO2 incidono in maniera sostanziale sul riscaldamento climatico.
Si torna poi al mese "incriminato", con un elenco di quanto è accaduto nel mondo durante quei 31 giorni: grandi quantità di piogge concentrate in pochi giorni, inondazioni, picchi di caldo eccetera eccetera.

Anidride carbonica, il Grande Nemico

Ma, alla luce di tutto questo, quali sono le cose da fare? Prima di tutto trovare energie alternative ai combustibili fossili (fotovoltaico, eolico, geotermico, riciclo, risparmio energetico), per rilasciare meno anidride carbonica, il principe dei gas serra.

Se di anidride ce ne fosse poca, la terra non sarebbe sufficientemente riscaldata, quando invece ce n'è troppa, il pianeta si surriscalda, l'acqua evapora la vita cesserebbe.

Una nuova frontiera

Il cosiddetto sequestro geologico della CO2 è uno degli interventi di "pronto soccorso" sul quale il Cnr sta lavorando, e rappresenta un'ulteriore alternativa di risoluzione molto interessante.

Consiste nell'estrarre, letteralmente, l'anidride carbonica dai luoghi in cui viene prodotta in eccesso, e poi "stoccarla" all'interno di formazioni geologiche o dentro alle rocce, con la conseguente loro modificazione, che in diversi casi può rivelarsi deleterio.

Il timore, da più parti, è che questa tecnologia "ponte" porti a pensare che, con la possibilità di ripulire, lo sporcare diventi lecito.

Riciclo e riuso, le "altre" alternative

La parola a Luigi De Rocchi, responsabile studi e ricerche del Cobat, il Consorzio Nazionale per la Raccolta e il Riciclo.

L'attenzione qui si sposta su un altro elemento responsabile dell'inquinamento globale, il piombo, presente in quantità nelle batterie e negli accumulatori presenti nella stragrande maggioranza dei prodotti ad alta (ma anche a bassa) tecnologia.

Altro esempio critical è quello del litio, onnipresente negli smartphone, nei tablet come pure nelle batterie delle automobili a propulsione elettrica.

"Siamo nell'era del litio - spiega De Rocchi - e non abbiamo tecnologie che possano garantire un riciclo economicamente sostenibile di questo materiale. Ed è qui che sta la scommessa più importante di questo momento".

Economia circolare

Anche in questa circostanza, il filo del discorso si sposta sulle possibili soluzioni a questo stato di cose, sull'individuazione del miglior modello possibile che possa dare vita a un'economia virtuosa del riuso.

Una di queste potrebbe giungere da un progetto di ricerca che lo stesso Cobat sta sviluppando con il Cnr. "Consiste - conclude - De Rocchi nell'arrivare al recupero completo della batteria al litio, trovando una tecnologia che renda plausibile il trattamento delle batterie, accompagnandola a studi che facciano capire in che ambiti questi materiali recuperati possano avere un mercato". Un'economia circolare, in buona sostanza.

Torniamo al clima, con una domanda topica al Colonnello dell'Aeronautica Militare Guido Guidi: "Stanno davvero cambiando le stagioni?".

"Sgomberiamo il campo dalle ipotesi millenaristiche, perché le stagioni non cambieranno, almeno non in tempi 'umani'".

Addirittura, rincara la dose Guidi, "i cambiamenti del tempo, ad oggi, non sono neppure misurabili. Si possono, cioè, soltanto cogliere tendenze".

Parte degli allarmismi derivano poi dal cambiamento dalle tecniche di analisi e di misurazione: "quelle di oggi - spiega Guidi - oggi molto più precise e pertanto anche i risultati possono essere anche molto diversi da quelli del passato."

Si prendano per esempio, gli attuali modelli matematici per lo studio atmosferico, che ipotizzano la posizione futura dei singoli parametri e creano un contesto di enormi quantità di dati, che il meteorologo si ritrova a fronteggiare. Non senza difficoltà.

Una stazione meteo a portata di clic

Dalla teoria alla pratica, il Colonnello Guidi passa a spiegare il piccolo osservatorio meteorologico virtuale accessibile attraverso la Cardboard nata dalla joint venture tra Focus e Panorama d'Italia e l'app scaricabile dall'Apple Store o dal Google Play.

A questo punto, la sala del Teatro Lauro che ospita l'evento si anima, e ogni partecipante si ritrova tra le mani il suo dispositivo per simulare, a colpi di clic, il modo in cui il pianeta si modifica intervenendo nel modificare i parametri del clima e forzando la creazione di eventi atmosferici.

Il mistero dei venti di Macerata

Un riferimento, inevitabile, al territorio marchigiano, è stato il "titolo secondario" dell'incontro, sui venti della zona. Vediamo perché: per effetto della protezione dell'Appennino, quando arrivano venti da occidente, la nuvolosità e le nebbie sono trattenute e l'aria sale, genera la nube, che a sua volta fa condensare il vapore acquo, genera la pioggia, secca l'aria che si scalda più velocemente di quanto si sia raffreddare. In altre parole: il Garbino, termine locale per definire l'alpino Föhn.

Ottimismo o pessimismo?

In conclusione, il direttore di Focus pone la domanda qui sopra, nel contesto della salvaguardia del nostro pianeta.

I tre ospiti concordano: si può essere ottimisti perché abbiamo raggiunto uno sviluppo e una capacità di adattamento molto elevata, ma la difficoltà da parte dei governi e degli organismi mondiali di trovare accordi efficaci nel portare avanti la ricerca di soluzioni per ridurre le emissioni nocive nell'atmosfera è ancora un limite, e un ostacolo.

Focus: processo alle previsioni del tempo

Macerata, 22 aprile 2016: L'incontro I grandi eventi di Focus: “Vedo e prevedo, processo alle previsioni del tempo”

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Luciano Lombardi