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Costiera Amalfitana, bellezza immune alla crisi

Crescono senza sosta le attività legate al turismo. Prossime tappe: destagionalizzare e puntare sulle vie del mare

È una lunga sequenza di curve: «Ma la lentezza, diciamo anche una relativa scomodità, sono parte del piacere della visita». È bellezza, esagerata, condensata in uno spazio piccolo: «Un vantaggio competitivo merito della natura, dei nostri avi che hanno saputo preservarlo». Non per tutti, certo: «Non è affollabile da tantissime di persone, perché i posti letto sono circa 10 mila. La Costiera è fisiologicamente a numero chiuso». Una caratteristica che culla il visitatore, «regalandogli il piacere di assaporare la tradizione, di trovare romanticismo e, anche, qualità».

Andrea Prete, presidente della Camera di commercio di Salerno, coccola con le parole la preziosa area della Costiera Amalfitana, piccolo concentrato di comuni dove la meraviglia è consuetudine e la crisi una parola sconosciuta. Almeno nei settori chiave per l’economia locale: nel 2015 le strutture che offrono alloggio sono salite a 535, 193 in più rispetto al 2010; quelle attive nella ristorazione sono arrivate a quota 521, con una crescita di 61 unità rispetto a cinque anni prima.

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Tutto il sistema delle imprese è in attivo: 4.479 realtà censite, contro le 4.240 di un lustro fa. E parliamo di un’area con 40 mila abitanti in tutto (i comuni principali, da Amalfi a Maiori e Positano non superano i 2 mila residenti l’uno), in cui, è evidente, il fervore è enorme. Nonostante sia appena il 2 per cento del territorio della provincia, la cui popolazione supera il milione.

«Rispetto ad altri territori» continua Prete «non abbiamo registrato insediamenti di grandi gruppi industriali. Alcuni, approfittando delle agevolazioni che sono stato offerte, hanno investito, ma a un certo punto ci hanno abbandonato. Comunque, possiamo vantare una presenza agroalimentare importante, con colture all’avanguardia, buoni numeri nell’ortofrutta e nel caseario. Un grosso bacino legato al pomodoro e alla mozzarella».

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«Oggi andiamo benissimo per tre mesi, bene per sei, possiamo allungarci a nove. Significherebbe generare altre opportunità, creare nuovi posti di lavoro»

Eccellenze che ruotano sempre intorno al turismo, indiscussa fonte di reddito numero uno dell’area. Per dire, i comuni litoranei della provincia generano un valore aggiunto pro-capite pari a 19.495 euro contro i 13.115 euro di quelli non litoranei. Parliamo di una differenza di oltre 6 mila euro annui. Con un 35 per cento di flusso di visitatori proveniente dall’estero, che spendono in media 124 euro al giorno. L’Italia si ferma a 106 euro.

Insomma, è evidente su quale asset la Costiera debba puntare tutto. «Pur consapevoli» sottolinea il presidente della Camera di Commercio «che per noi è fondamentale la difesa, più che l’attacco. Dobbiamo proteggere la zona dal degrado, assicurarci che il suo splendore rimanga immutato, che non subisca alcun deterioramento. È la via perché i nostri strepitosi paesaggi continuino a essere così gettonati».

Conservazione dello status quo, quindi, affiancato da alcune linee ben precise verso cui indirizzare lo sviluppo. «Bisogna puntare sulle vie del mare» dice Prete: «Incoraggiare i visitatori a raggiungerci non solo da terra, incrementando rotte e linee dall’acqua. Senza dimenticare un elemento, un incentivo non secondario: quando si sale su un battello ci si sente subito in vacanza».

Anche l’aria può giocare un ruolo in questo quadro: «Aprendo l’aeroporto di Salerno alle destinazioni commerciali. Già oggi registra un notevole traffico di jet privati, è usato da personalità e volti celebri che vengono a trascorrere le vacanze in Costiera».

Ultimo tassello, il più carico di prospettive: destagionalizzare. «Approfittare del clima mai rigido» spiega il presidente «per ampliare i periodi di afflusso. Oggi andiamo benissimo per tre mesi, bene per sei, possiamo allungarci a nove, sfruttando le strutture alberghiere per eventi e convegni. Significherebbe generare altre opportunità, creare nuovi posti di lavoro». La grande bellezza della Costiera, d’altronde, non va mai in vacanza.  

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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