Zanetti a Panorama d'Italia: "Crescita inferiore al previsto, ma di qualità"

Il viceministro all'Economia difende il recupero dell'evasione fiscale, la riduzione del fisco e il sì al referendum - FOTO e VIDEO

Crescita, tasse, referendum: intervista a Enrico Zanetti

“Può sembrare poco e certo non basta ancora, quel miliardo e mezzo di maggior gettito dal recupero dell’evasione previsto per il 2016, ma si aggiunge ai 14 raccolti nel 2015, che non sono pochi, anche se vanno incrementati: ma il problema in parte avviato a soluzione è quello della scarsa qualità di questo recupero”: Enrico Zanetti, viceministro all’Economia torna ai microfoni di Panorama d’Italia a Cagliari, dopo il “primo round” del giugno scorso a Padova, e mostra il suo volto convintamente governativo, smussando gli accenti di critica interna che a volte invece accentua.

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"È vero", riconosce rispondendo alle domande del direttore di Panorama Giorgio Mulè, "ho sempre detto che la lotta all’evasione deve far emergere il sommerso, ma qualcosa di nuovo sta avvenendo in questo senso. Siamo riusciti a far modificare le convenzioni che il Ministero dell’Economia stipula con le agenzie fiscali nella parte legata agli incentivi che vengono assegnati ai dirigenti di queste agenzie. Per 15 anni i premi venivano assegnati in funzione di un unico elemento, il gettito recuperato dalle Agenzie, cosa apparentemente giusta ma in realtà sbagliata: è chiaro che se il premio è legato al gettito, quale che esso sia, non c’è più lotta all’evasione ma caccia al gettito e quindi in cima ai pensieri dell’accertatore c’è l’evasore facile da scovare e non quello complicato da smascherare ma proprio per questo solitamente più grande e nocivo. Abbiamo cambiato questo metodo e ciò sta già facendo sentire i suoi effetti positivi".

Il Def

Poi Zanetti spazia sui numeri della nota di aggiornamento al Documento economico e finanziario (Def). “Sì, nel maggio del 2015 avevamo previsto 1,2 punti percentuali di crescita che oggi abbiamo dovuto ridurre a 0,8: ma comunque meno di quanto abbiano dovuto fare la maggior parte degli altri Paesi europei. Inoltre dal 2009 ad oggi abbiamo fermato la crescita della spesa corrente tranne che per le pensioni. È chiaro che se avessimo continuato a spendere come prima quello 0,8 varrebbe 1,1. Invece no, nasce tutto dalle imprese e non dallo Stato”.

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Zanetti difende la riduzione progressiva della pressione fiscale, calata dal 43,6% del Pil del 2013 a quota 43,1% nel 2014, 42,8% del 2015, 42,1% previsto per quest’anno e 41,5% fissato come obiettivbo 2017: “Non è poca cosa, soprattutto in un contesto in cui il deficit anno su anno è andato diminuendo, era 3% nel 13, poi 2,6% nel 2014, quest’anno 2,3%, nel 2017 sarà al 2% ed anche se dovessimo salire per gli interventi su sisma e immigrazione risaliremmo al 2,3”.

Il Governo e il fisco

Zanetti ha poi ricostruito la logica dell’azione fiscale progressiva del governo: “Abbiamo comiciato intervenendo sul lavoro dipendente con redditi fino a 26 mila euro nel 2014, poi nel 2015 abbiamo tolto il costo del lavoro dal calcolo dell’Irap, nel 2016 abbiamo tolto la Tasi dala prima casa e nel 2017 taglieremo le tasse sulle società. Nel 2018 interverremo sull’Irpef della classe media, quindi oltre i 26 mila euro di reddito”.

Infine una stoccata a Renzi sulla web tax: “Come tale non la invoco, mentre invoco una misura antielusiva. Quando se ne parlò l’anno scorso, il premier disse – giustamente – che era meglio attendere un’iniziativa internazionale coordinata. Oggi che quest’iniziativa ancora non si vede, constato che il tentennamento continua, ed è secondo me un grave errore”.

La reprimenda contro la magistratura

Non solo fisco, però, nell’intervista cagliaritana: una reprimenda severa contro la mancanza di responsabilizzazione della magistratura che sbaglia, riferendosi al caso di Ilaria Capua, che si è dimessa da parlamentare dopo il massacro mediatico seguito ad un’incriminazione priva di fondamento. E una stoccata alla mancanza, perdurante, di regole non contro le intercettazioni ma contro la loro divulgazione senza freni: l’ipotesi una censura sui funzionari responsabili degli incartamenti che trapelano, suggerita da Mulè, trova il viceministro d’accordo.

Il referendum

Infine, il capitolo-referendum: "Abbiamo sempre sostenuto la riforma in Parlamento, e siamo stati coerenti, e chi prima ha detto sì e poi oggi dice no mi sembra, più che incoerente, un po’ andato… Siamo spesso nell’ambito del personalismo. Renzi viene accusato giustamente di personalizzazione, ma anche molti no sono frutto di personalismi, come nel caso di Brunetta. Se vince il sì, non solo il nostro governo ma qualunque governo in futuro potrà, essendone capace, governare”.

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Vincenzo Leone/Next New Media
Il viceministro all'Economia Enrico Zanetti con il direttore di Panorama Giorgio Mulè a Cagliari per Panorama d'Italia

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Sergio Luciano