Non solo mele per il consorzio della frutta
Alberto Bevilacqua
Panorama D'Italia

Non solo mele per il consorzio della frutta

Melinda adesso punta sulle ciliegie per conquistare nuovi mercati esteri

I coltivatori hanno appezzamenti piccoli e piccolissimi. Gli acquirenti, invece, sono i colossi italiani e stranieri della grande distribuzione. In mezzo c’è il consorzio Melinda, 16 cooperative che raggruppano 4.200 famiglie di frutticoltori i quali coltivano circa 6.500 ettari di meleti tra Val di Non e Val di Sole. In quest’area del Trentino e in Alto Adige si concentra il 70 per cento della produzione italiana del frutto e un 15 per cento arriva sul mercato. Tutto questo grazie al consorzio creato nel 1989, che oggi vale 280 milioni di euro di ricavi, di cui un quarto esportato in 50 Paesi, soprattutto Germania, ma anche Algeria ed Egitto.
«Da un anno abbiamo introdotto tra i nostri prodotti anche ciliegie e frutti rossi per ampliare la gamma, e siamo sempre a caccia d’alleanze per rafforzarci, ma non è facile per via del grande individualismo che regna nel nostro settore» dice Michele Odorizzi, presidente di Melinda.


Adesso si aspetta il nuovo raccolto di mele. «Nel 2014 è stato davvero singolare perché ha segnato il record produttivo di Stati Uniti, Cina, Europa e della Val di Non, un evento unico che ha portato al crollo dei prezzi e a consumi in crescita. Quest’anno, invece, la produzione sarà eccellente ma non così elevata, e la qualità resterà ottima. Speriamo bene». Lo scorso anno sono state raccolte 360 mila tonnellate di mele, al 70 per cento Golden, le più amate dagli italiani, mentre sta avendo un grande successo Evelina, l’ultima nata in casa Melinda: un frutto dal colore rosso-aranciato e dal gusto particolare. «Appena la mettiamo sul mercato va a ruba» conferma Odorizzi: «per questo abbiamo aumentato la sua produzione da 2 a 15 mila tonnellate».

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Mikol Belluzzi