Lavoro: il volano per la Campania viene dal turismo
Silvia Morara
Panorama D'Italia

Lavoro: il volano per la Campania viene dal turismo

Ma non basta. Serve un'itegrazione con servizi adeguati, tecnologia e un'adeguata promozione del territorio - FOTO e VIDEO

A Pompei  i visitatori si fermano appena tre ore, i passeggeri che scendono dalle navi della Msc crociera "hanno paura ad attraversare la strada". A dimostrazione che non basta far arrivare turisti in Italia se non ci sono porti, musei, strade, un territorio pronto ad accoglierli e trattenerli. L’offerta turistica integrata è stato il tema centrale del convegno "Le strade della crescita: turismo e innovazione per ritrovare il lavoro" che ha aperto la seconda giornata di Panorama d’Italia in una location significativa: l’Università telematica Pegaso che, come ha raccontato il rettore Alessandro Bianchi, promuove anche un master proprio per la valorizzazione dei beni culturali. Ad ascoltare imprenditori e addetti ai lavori una platea di studenti dell’ultimo anno della scuola superiore "in procinto di lanciarsi nella trincea del lavoro". 

La videointervista ad Alessandro Bianchi

I volani per il territorio

Il porto potrebbe rappresentare un grande volano per l’occupazione, ha sottolineato Leonardo Massa, country manager Msc Italia, che ha spiegato come sia cresciuto il business delle navi da crociera a Napoli: quest’anno saranno due le navi che approderanno ogni settimana con 4mila passeggeri per un totale di "8 mila turisti che ogni settimana verranno in città".

La videointervista a Leonardo Massa

Si calcola che ogni singolo turista spenda da 75 a 105 euro al giorno. "Ma si potrebbe fare di più, integrando risorse infrastrutturali, gli aeroporti e le strade. Si dovrebbe cercare di trattenere le persone a Napoli dei giorni, prima o dopo la crociera. Ma purtroppo vedo che a Napoli hanno difficoltà anche ad attraversare la strada".

Ma non bastano le strade per far funzionare una perfetta filiera del turismo. Serve anche un’integrazione con i beni culturali come ha precisato Luca Moschini vicepresidente Unindustria di Napoli: "In Campania ancora è stato fatto poco: mentre British museum ha realizzato una mostra su Pompei, con 50 - 60 pezzi che hanno portato un grande ritorno economico.

La videointervista a Luca Moschini

Qui invece, il sito archeologico più importante al mondo non riesce a generare alcun tipo di profitto" ha chiarito spiegando anche il progetto cui Unindustria ha dato vita per rilanciare l'area con alberghi e centri congressi: "L’obiettivo non è realizzare un centro commerciale ma un grande hub che dia appeal al territorio".

Si può fare molto anche nel campo del traffico dati e con i social network, ha chiarito Maria Cristina Farioli, Cmo di Ibm. Come? "Dotando il patrimonio culturale esposto a dissesto di sensori in grado di intercettare le evoluzioni di eventuali danni o crepe e mandarli a un sistema di gestione centralizzato». Ibm, con i fondi per progetti innovativi stanziati nel 2012 dal Miur, insieme a Austostrade e al Cnr ha anche digitalizzato in 2d e 3d tutti i beni dell’area storica di Napoli per sviluppare delle guide in realtà aumentata. "Il modo di fare turismo è cambiato, quindi devono adeguarsi anche gli addetti ai lavori" ha concluso spiegando che Ibm ha anche dato il via al reclutamento di 25 neolaureati (meglio se in ingegneria o in economia) per il ruolo di "territorial improvement e social community manager". Dovranno avere una capacità di lettura del territorio e di informazione del mondo dei social, da Fb a Pinterest. 

Ma non tutto va così male come sembra. Giancarlo Morandi, presidente di Cobat spiega: "Noi da 26 anni raccogliamo batterie esauste al piombo, su mandato del Parlamento. In totale, 15 milioni di pezzi all’anno solo in Campania. Significa che la Regione è in linea con le migliori regioni d’Italia nella raccolta dei rifiuti pericolosi. Quindi se c’è la volontà politica, anche qui si possono realizzare pratiche corrette". La palla è quindi passata a Franco Iannuzzi, direttore attività produttive della Regione Campania, che incita all’ottimismo: "Negli ultimi anni chi voleva venire in Campania non è stato affatto incoraggiato. Una campagna mediatica negativa ha danneggiato l’intero territorio. Non siamo stati con le mani in mano, abbiamo dato sostegno alle attività agroalimentari, con due milioni e mezzo di euro a disposizione delle imprese che vogliano tracciarsi e certificarsi.

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Silvia Morara
Da sinistra: Giancarlo Morandi (Presidente Cobat), Leonardo Massa (country-manager MSC Italia), Alessandro Bianchi (Rettore Università Telematica Pegaso), Giorgio Mulé (direttore di Panorama), Franco Iannuzzi (Direttore alle Attività Produttive, Regione Campania), Maria Cristina Farioli (Director of Marketing, Communications & Citizenship, IBM Italia), Luca Moschini ( Vice Presidente Unindustria)

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Antonella Piperno