Masolino, un toscano a Castiglione Olona
Silvia Morara
Panorama D'Italia

Masolino, un toscano a Castiglione Olona

Con Vittorio Sgarbi alla scoperta della Collegiata affrescata dal maestro fiorentino - FOTO

“Una singolare forma di sincretismo culturale”. Così il critico Vittorio Sgarbi ha definito la Collegiata di Castiglione Olona durante il tour di Panorama d’Italia a Varese. Il monumento di origine tardonormanna fu riplasmato a metà del Quattrocento secondo il modello delle città ideali del Rinascimento per volere del cardinale Branda Castiglioni e affrescato da Masolino da Panicale. “La Lombardia aveva grandi artisti a quell’epoca e quindi non aveva bisogno del maestro toscano Masolino per affrescare la Collegiata, eppure qui siamo in Toscana per volere del cardinale”.


Masolino si rifà a Giotto e a Donatello, e diventa amico di Masaccio, che muore giovanissimo a soli 27 anni. “Masaccio è persino più grande di Giotto, perchè riporta Cristo sulla terra: c’è l’idea vera di un uomo tra gli uomini, una vera rivoluzione umanistica”. Con lui a Firenze lavora Masolino, che sente ancora la lezione gotica ma è affascinato dalla modernità di Masaccio, con cui realizza la Cappella Brancacci, dove dipinge Adamo ed Eva e il volto di Dio.

Il rapporto tra i due artisti nella Cappella Brancacci è stato mirabilmente raccontato dal critico Roberto Longhi. Dopo la morte di Masaccio, va in soccorso di Masolino il cardinale Branda Castiglioni che decide di portare in Lombardia un angolo di Toscana.

“Nella Collegiata Masolino rimpiange Masaccio, ma non lo rinnega portando tutto il magistero della Firenze del 1430” continua Sgarbi. “Nell’abside ci sono figure quasi giottesche inserite in un’architettura gotica, ma anche un primo abbozzo di Rinascimento”. Quel che qui avviene è un tentativo di “spaesamento”, con Masolino che trapianta e porta in Lombardia la novità della rivoluzione toscana.

Silvia Morara
Collegiata di Castiglione Olona

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Mikol Belluzzi