La musica giusta sta in un'app
Alberto Bevilacqua

La musica giusta sta in un'app

Smarfle riconosce i gusti di chi ascolta a seconda di dove si trova e cosa fa

Si chiama «Smarfle» l’applicazione gratuita dedicata ai pigri che non hanno né tempo né voglia di aggiornare la loro playlist. L’ha inventata due anni fa l’ingegnere informatico barese Massimo Michetti, 32 anni. Dopo aver lavorato al centro di ricerca di Mesagne, specializzato in realtà virtuale, con i coetanei e conterranei Francesco Capozzi, Giovanni Talesco e Emiliano Mancini (due ingegneri e un informatico) ha creato la startup inserita da Apple tra le migliori app del 2014 che, oltre a capire i gusti musicali di chi la scarica, è anche in grado di abbinarli alle varie attività della giornata: palestra, lavoro e così via.

«Il segreto sta in un nostro algoritmo che attraverso il login con i social network, l’analisi dei like agli artisti, quella della musica ascoltata su Spotify e la localizzazione dell’acquirente capisce che musica può piacergli in quel determinato momento», spiega Michetta, adesso pronto a lanciare Fusio una novità di Smarfle che, spiega, «guarda al trend della casa connessa e alla convivialità». Si tratta di una sorta di cassa dal design curato (il primo prototipo è stato realizzato da un designer pugliese e, dopo un crowfunding verrà lanciato sul mercato a inizio 2016) in grado con l’avvicinamento dei vari smartphone dotati della app, di riconoscere i gusti musicali dei vari ospiti e di creare quindi una playlist collettiva. Quando l’invitato va via, lo scollega automaticamente. E intanto Smarfle è approdata sui tablet di Telecom dedicati all’Expo, con liste musicali per i vari percorsi tra i padiglioni.

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Antonella Piperno