Riciclo e innovazione a Torino: dalla lana ai fertilizzanti bio
Alberto Bevilacqua

Riciclo e innovazione a Torino: dalla lana ai fertilizzanti bio

Con gli scarti della tosatura si possono produrre concimi biologici. È la scommessa dei quattro ingegneri della T.C.P. Engineering

Sono tutti trentenni e pieni di entusiasmo i 4 ingegneri del Politecnico di Torino che hanno scommesso sull'ambiente. E lo hanno fatto sviluppando un progetto di ricerca europeo, il Life+GreenWoolF che si è concluso nel 2016.

Dai tre anni di studio è nata T.C.P. Engineering, una start up che, con il progetto Fertilana, punta alla vendita di impianti per la produzione di fertilizzanti bio con la lana di scarto.
"Il prodotto - spiega Giuseppe Actis Grande – può essere ottenuto in diverse forme: liquido, fangoso e semisolido, dipende dalla durata del trattamento e dalla temperatura". Il macchinario studiato per questo tipo di lavorazione è un particolare reattore: al suo interno viene inserita la lana tosata, si aggiunge l'acqua, si porta il tutto ad alta temperatura per un tempo prestabilito e il gioco è fatto.

"Il processo sviluppato – sottolinea Massimo Curti – permette di produrre, senza aggiunta di prodotti chimici o enzimi, un fertilizzante con caratteristiche biostimolanti utilizzabile anche in agricoltura biologica".


Al momento la Obem di Biella, azienda meccano tessile, ha realizzato tre prototipi. L'ultimo nato è un apparecchio che può trattare su scala industriale fino a 100 chili di lana. "Ci piacerebbe riuscire a realizzare una filiera fatta di allevatori, produttori di fertilizzanti e agricoltori. Ci stiamo muovendo anche all'estero. Siamo in contatto con aziende spagnole, greche, francesi e rumene. Ma il mercato è vastissimo. Basti pensare che la lana di tosa prodotta nel mondo è stimata in 2,4 milioni di tonnellate annue e almeno il 35% è inutilizzato e quindi recuperabile".

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Chiara Raiola