Pastiglie Leone, 160 anni dentro una caramella
Alberto Bevilacqua

Pastiglie Leone, 160 anni dentro una caramella

L'azienda celebra l'anniversario tra tradizione e innovazione, recuperando anche il cioccolato antico

Il 2017 è l’anno del grande anniversario: 160 di storia di un’azienda che con una caramella da mezzo centimetro è arrivata a superare i 10 milioni di fatturato. Si tratta di Pastiglie Leone, nata in un piccolo laboratorio artigianale nel 1857 e oggi sinonimo non soltanto delle classiche "pastiglie, ma anche di gelatine, gommose, fondants, gocce al rosolio e soprattutto cioccolato grezzo che esporta in Europa, Canada, Usa, Russia, Australia ed Emirati Arabi. "L’export vale oggi il 15 per cento dei ricavi", racconta Daniela Monero, 39 anni, direttore marketing ed erede della famiglia che nel 1934 ha acquisito l’azienda. "Ma ormai la marca è ben nota e l’ampia di gamma di prodotti guida una crescita costante”.

La forza di Pastiglie Leone è riuscire a fare innovazione su un prodotto "cristallizzato", amato proprio per la sua storia e forma. "Seguendo i gusti attuali sono nate le gelatine allo zenzero, una linea senza zuccheri e le pastiglie al gusto spritz. E il pubblico apprezza proprio questo connubio tra storia e capacità di leggere l’attualità". Per l’anniversario dunque, ecco pronta una "nuova linea" proposta in preziose scatole di latta in stile art decò, con immagini e forme riprese dagli archivi aziendali "per ricordare la nostra storia e coccolare amatori e collezionisti", continua Monero. 

Clienti che però non disdegnano le novità, come dimostra la crescita costante del cioccolato lanciato solo qualche anno fa. "Siamo gli unici a lavorare direttamente le fave di cacao, proponendo una barretta da sciogliere in tazza come si faceva nel '700". 

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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