Il vitigno precristiano alle porte di Torino
Alberto Bevilacqua

Il vitigno precristiano alle porte di Torino

Da oltre 120 anni la famiglia Orsolani produce un vino che oggi è l'unico docg della provincia, uno dei 100 grand cru d'Italia

È una lunga storia quella della famiglia Orsolani, viticoltori dal 1894. Più di 120 anni di sapienza e mestiere intrecciati con la storia d'Italia. Qui, sulle prealpi, viene coltivato l'Erbaluce di Caluso, un vino leggendario nato, come vuole il mito, dalle lacrime della ninfa Albaluce, figlia del sole e della luna. "È un vitigno che ha origini molto antiche, precristiane – spiega Gianluigi Orsolani – veniva coltivato dai Salassi popolazione sottomessa, poi, dai romani. Oggi è considerato il vino per eccellenza del torinese".

Decine di premi appesi alle pareti della cantina di San Giorgio canavese testimoniano il lungo cammino dell'azienda vitivinicola che produce 150 mila bottiglie all'anno delle quali il 30 per cento destinato all'esportazione: "Il nostro è un vitigno piccolo e speciale", è l'unico docg della provincia di Torino ed è uno dei 100 Grand Cru d'Italia.

Ma bisogna fare di più, dice Orsolani. Il canavese, che per decenni è stato sinonimo di Olivetti e industrializzazione spinta, merita di essere valorizzato. Partendo dall'Erbaluce di Caluso. "Il vino oggi non può non essere sinergico con il territorio, fa parte del nostro stile di vita, è il made in Italy che tanto piace all'estero. Ma è un percorso che va pensato in chiave italiana e non solo regionale come avviene adesso".

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Chiara Raiola