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Bologna e la nuova "età dell'oro" - FOTO e VIDEO

Tessuto industriale forte, cultura recettiva, livelli avanzati di digitalizzazione: così la città e tutta la Regione sono tornate a crescere

Nell'evento inaugurale della seconda giornata bolognese di Panorama d'Italia, il direttore di PanoramaGiorgio Mulè e sette ospiti di primissimo piano, dibattono di resilienza e della ripartenza di una città che sta attraversando uno dei suoi momenti di massimo splendore.

"Un territorio che ha saputo reagire alle sfide della globalizzazione", sottolinea Mulè rivolgendosi al primo degli intervenuti, Alberto Vacchi, presidente Unindustria Bologna. "Vero è che il nostro territorio ha potuto correre con una marcia diversa rispetto al resto d'Italia. Però - dice Vacchi - ricordiamoci sempre che qualsiasi attività d'impresa vive se il contesto politico globale stimola un certo tipo di percorso e non viene ostacolata da scarsa chiarezza e poca stabilità".

Formazione (e assunzioni) "su misura"
In questo contesto resta essenziale la formazione del capitale umano. Lo sa bene Antonino Rotolo, Prorettore per la Ricerca dell'Università degli Studi di Bologna. "Le università devono e possono fare di più, salvaguardando la forza dei nostri modelli educativi e formativi, ma al contempo sviluppare determinate capacità che rendano i nostri laureati più "competitivi" ed efficaci nel mondo del lavoro. Per questo devono maturare e diventare proattive nel cambiare i loro sistemi di formazione". E andare sempre più incontro alle esigenze delle imprese, sottilinea Mulè, co-progettando" l'offerta formativa a stretto contatto con le imprese, in modo tale che dagli atenei escano sempre più risorse tailored made.

Antonino Rotolo: "Il segreto di Bologna? L'unità!"

Tra le aziende che hanno investito nella formazione, guardando anche ai modelli statunitensi, c'è Lamborghini, una delle principali eccellenze del territorio. "Nell'ambito dell'iniziativa Muner stiamo per avviare una collaborazione anche con la Stanford University, oltre quella che abbiamo già in essere con il Mit", svela Umberto Tossini, direttore risorse umane della Casa del toro che anticipa anche alcuni dettagli sulla nuova avventura del gruppo automobilistico: la realizzazione del nuovo Suv che, a partire dal prossimo anno, porterà all'apertura di un nuovo impianto produttivo. "Per l'occasione porteremo in house anche alcune lavorazioni che finora erano realizzate fuori dall'azienda. E prevediamo 200 nuove assunzioni, oltre alle 500 appena effettuate. Teniamo sempre in massima considerazione la redistribuzione sul territorio della ricchezza che l'azienda produce; è uno degli elementi della nostra cultura, con il 99,5 per cento di forza lavoro italiana".

Umberto Tossini: "Questa è terra di velocità, innovazione, performance"

L'importanza del digitale
Tossini introduce il tema della virtualizzazione, dell'Internet delle cose, dell'industria 4.0, della digitalizzazione spinta. Temi cari, giocoforza, a Alessandro Ferrari, direttore delle relazioni esterne di Ibm Italia, che rimane sul territorio, rivelando un dato: l'Emilia-Romagna è la prima regione in Italia per tasso di cultura digitale dei cittadini, ma soprattutto delle imprese, una regione che sotto questo profilo cresce il doppio di quanto avvenga, in media, nel resto del Paese. "Questa regione ha tanto da insegnare a tutte le altre - prosegue Ferrari - e, dal punto di vista della capacità della aziende di intercettare queste linee di cambiamento, siamo anche qui ad altissimi livelli. Certo abbiamo un gap da recuperare, un ritardo rispetto all'Industry 4.0 che va colmato".

Alessandro Ferrari (Ibm): L'Emilia Romagna prima regione in Italia per tecnologia applicata all'industria"

Parola magica, quest'ultima, per un territorio che ha visto arrivare anche i 15 miliardi (sui 90 complessivi) dell'investimento di Banca Intesa del progetto Progettare il futuro.

Antitesi e rivoluzione
Ma crescere, per un'azienda, implica spesso anche un rischio. Nel caso di Philip Morris, un rischio enorme, un'antitesi che suona quasi come una rivoluzione. Lo ha raccontato il numero uno della filiale italiana della multinazionale, Eugenio Sidoli. "Siamo andati contro il nostro stesso business - spiega il manager - quello classico e radicato del fumo, per abbracciare il non fumo". Ed è nato Iqos, che ha nel suo cuore una tecnologia che permette di assaporare il tabacco senza più bruciarlo, ma semplicemente scaldandolo.

Eugenio Sidoli (Philip Morris Italia): "Le nostre iniziative per un mondo senza fumo"

Questa rivoluzione parte da zero nel 2013, dopo oltre 15 anni di studi, proprio da Bologna, dove ha sede il centro produttivo da 75.000 mq (che diventeranno 90.000) della "nuova frontiera". In questo cambio di paradigma è stata coinvolta tutta la filiera, fino alla rete vendite che non significa in questo caso le tabaccheria, ma le Embassy, luogo ideale per consentire al consumatore di apprendere la nuova modalità di fruizione del prodotto.

Marcello Di Caterina, direttore generale Alis, Associazione Logistica dell'Intermodalità Sostenibile, che riunisce 400 aziende in tutta Italia che operano nel settore dei trasporti, della logistica e della movimentazione delle merci, chiude il dibattito. "Per le aziende leader nella produzione in Italia che risiedono nel territorio emiliano-romagnolo la crescita passa anche dal poter contare su un sistema di trasporto delle merci inedito, più efficace, che riguarda "la terra" su binario o su gomma, e il mare". Una sfida, questa, che sa di antico. E che resta sempre attuale.

Marcello Di Caterina (Alis): "Più spazio alle Autostrade del mare"

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Ada Masella
Marcello Di Caterina, direttore generale Alis

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Luciano Lombardi