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Clima e imminenti disastri: servono soluzioni rapide ed efficaci

L'articolo scritto dalla classe 3aB dell'istituto Giordano Bruno di Budrio sulla conferenza di Focus nella tappa bolognese di Panorama d'Italia

Inondazioni, oceani acidi, grandi tempeste, scioglimento dei ghiacci. Scenario cinematografico? Magari. Molti vorrebbero che lo fosse, invece è semplicemente la situazione che gli esperti prospettano se la temperatura continuerà a crescere; adesso bastano 100 anni perché il pianeta arrivi a livelli di riscaldamento che in passato si raggiungevano in 100 mila.

Come conseguenza, si è avuto un aumento delle catastrofi del 50% negli ultimi tempi, e si pensa che presto a essere pesantemente colpita sarà anche l’Italia.

Tutto ciò che è emerso dalla conferenza organizzata dal mensile Focus nell'ambito della kermesse Panorama d'Italia a fine aprile nella cornice di Palazzo De’ Toschi a Bologna.

Il pubblico, guidato dal direttore del magazine Jacopo Loredan e alla presenza di grandi ospiti come Susanna Corti, ricercatrice presso il CNR di Bologna, Luca Iacoboni, rappresentante di Greenpeace, Michele Zilla, direttore generale del consorzio Cobat, e Guido Guidi, colonello dell’Aeronautica Militare, è stato messo brutalmente di fronte ai problemi climatici che più interessano la salute del nostro pianeta.

Focus clima: “Si può ancora negare il cambiamento climatico?”

Ridurre le emissioni di CO2
Uno degli argomenti che ha fatto da perno alla conferenza ha riguardato le decisioni prese durante il COP21, l'ultima edizione della conferenza mondiale sul clima che si è svolta a Parigi nel 2015.

L’obiettivo richiesto agli Stati era di mettere in atto tutte le strategie necessarie a non superare il grado e mezzo di surriscaldamento, quando iniziarono le prime grandi emissioni di CO2.

Nel suo intervento, Susanna Corti fa subito notare che tale soglia è già stata superata e mostra una serie di simulazioni - basate su dati e analisi dei ghiacci polari - dalle quali emerge come, nell’immediato futuro, la temperatura si alzerà fino a 5 gradi.

E' proprio da questo stato di cose che nascono le proteste di organizzazioni come Greenpeace e di singoli attivisti, sempre più preoccupati che l’incuria verso il problema porti a una situazione di non ritorno. “Ognuno di noi deve prendere posizione, senza aspettare l’intervento dei governi”, ribadisce Luca Iacoboni, rappresentante della Ong.

L'importanza di smaltire i rifiuti
“Per evitare che la temperatura raggiunga un punto di non ritorno bisogna passare a un’economia circolare”, sostiene Michele Zilla, direttore generale di Cobat, il consorzio per smaltimento e il riciclo dei rifiuti, principalmente batterie al piombo, ovvero dare agli oggetti una seconda vita.

In Italia gli interventi in tale senso ci sono, ma è necessario un impegno collettivo ancora maggiore per raggiungere risultati ancora migliori.

Le conseguenze sul meteo
Dello stravolgimento generale risente inevitabilmente anche la meteorologia, che è divenuta scienza variabile: “ Prevedere il tempo con un margine maggiore di 72 ore è come giocare al lotto”, sostiene Guido Guidi, affermando sconsolato come l’affidabilità delle previsioni stia diventando molto bassa.

Insomma, problemi tanti, ma anche voglia di venirne a capo.

Prima che sia troppo tardi.

Conferenza sul clima COP21
EPA/IAN LANGSDON/POOL
30 novembre 2015. La conferenza sul clima delle Nazioni Unite si svolge nell’area nord di Parigi. È uno dei meeting – fortemente voluto da Baraci Obama - che vedono una partecipazione di leader politici e capi di Stato più amplia della storia. Nella foto ufficiale, i Capi di Stato partecipanti alla conferenza sul clima COP21.

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