Ouya, la prima console di gioco Android è economica e open source
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Ouya, la prima console di gioco Android è economica e open source

La prima console basata su Android punta al mercato dei videogiochi indipendenti. Costerà 99 dollari, i titoli saranno tutti gratuiti e chiunque potrà modificarne software e hardware

Negli ultimi mesi c’è chi l’ha ripetuto come un mantra: a Google ora manca solo una console, a Google manca solo una console, solo una console. Ma si sa, Google non è così incline ad ascoltare le sirene. Così ci ha pensato qualcun’altro. È notizia di questi giorni che un all-star team di designer e sviluppatori ha fondato una startup, Ouya, che si appresta a lanciare sul mercato una console di gioco omonima interamente basata su Android.  

Vi starete chiedendo chi è così pazzo da lanciarsi nel mercato delle console quando, Nintendo, Microsoft e Sony stanno affilando le sciabole per darsi battaglia con una generazione completamente nuova di piattaforme. Ed Fries, innanzitutto, uno che si è fatto per anni le ossa nei cantieri di Xbox. E poi Amol Arva, fondatore di Virgin Mobile USA e Peek , Julie Uhrman di IGN, Peter Pham di Color e, probabilmente, Muffi Ghadiali, uno che ha lavorato a lungo su Kindle. Ma a quanto pare, nessuno di loro è davvero così pazzo da lanciare un guanto di sfida a colossi come Microsoft e Sony.

Più che un’altra console da combattimento, infatti, Ouya si presenta come una piattaforma ideale per giochi (e sviluppatori) indipendenti. A partire dal prezzo: stimato intorno ai 99 dollari. A vedersi sembra una specie di cubo con un lato arrotondato (una via di mezzo tra un GameCube e un Nexus Q?), si collega alla TV e può essere utilizzata come qualsiasi altra console. La differenza è che i giochi sono creati da sviluppatori indipendenti e sono rigorosamente gratuiti.

La parola d’ordine, parlando di Ouya, è: libertà. Libertà di giocare quando e come si vuole senza dover comprare titoli. Libertà per gli sviluppatori di creare e mettere a disposizione nuovi titoli. Libertà di modificare l’hardware di Ouya a piacimento. Insomma, una piattaforma open-source studiata appositamente per essere hackerata.

Diversi dettagli aspettano ancora di essere chiariti. Ad esempio: come faranno quelli di Ouya ad attirare l’attenzione degli sviluppatori se non è possibile mettere in vendita i propri titoli? E poi: il dispositivo potrebbe essere convertito per la fruizione in streaming di contenuti multimediali?

In ogni caso, Ouya viene annunciata in un periodo molto interessante per i videogiochi indipendenti. La esponenziale diffusione di dispositivi mobile capaci di supportare titoli di forte presa e il crescente interesse dei giocatori titoli non-blockbuster, sta già costringendo i pezzi da novanta a cambiare in corsa le proprie strategie (sia Sony che Nintendo si stanno attrezzando per non farsi trovare impreparati). È presto per dirlo, ma pare che la nuova frontiera del videogaming riserverà sempre più spazio agli sviluppatori indipendenti e a titoli a basso prezzo.

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Fabio Deotto