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Zimbabwe, tutti i punti da chiarire sulla morte degli italiani

Claudio e Massimo Chiarelli, cacciatori, erano in un parco con un'unità anti bracconaggio. A ucciderli sarebbe stato un ranger, che poi forse è scappato

Padre e figlio uccisi perché, pare, scambiati per cacciatori di frodo mentre erano impegnati in una operazione antibracconaggio assieme ai ranger del parco naturale Mana Pools, nel nord dello Zimbabwe. Ad esplodere i colpo mortali contro Claudio e Massimiliano Chiarelli, secondo una prima ricostruzione ancora alla ricerca di conferme ufficiali, sarebbe stato uno dei ranger.

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Lo scambio di persona

 "Claudio Chiarelli e alcuni colleghi erano in giro nel parco con una unità anti-bracconaggio, quando un ranger comparso dal nulla ha sparato contro di loro mentre erano in piedi, fuori dalla loro auto". Ha dichiarato Emmanuel Fundira, capo della Safari Operators Association che opera in Zimbabwe. "Siamo consapevoli che si tratta di un caso di scambio di persona", ha aggiunto. Fundira ha spiegato che è assolutamente normale che dei privati forniscano supporto logistico alle pattuglie anti-bracconaggio nei grandi parchi dello Zimbabwe.

Il bracconaggio

Non è ancora chiaro se il feritore sia stato poi bloccato o se si sia allontanato. E, oltre questo, sono ancora molti gli elementi da chiarire nella tragedia che ha coinvolto i due italiani, avvenuta verso le 16 di domenica 13 marzo nell'immenso parco ai confini con lo Zambia, riserva protetta per gli elefanti e terra di caccia abusiva per cercatori senza scrupoli di zanne di avorio. I bracconieri arrivano sopratutto dallo Zambia ed entrano nel parco dopo aver superato un fiume. Il Paese africano, dalle grandi bellezze naturali, è territorio d'eccellenza per gli appassionati di caccia. Carico di polemiche non ancora sopite il caso nel luglio scorso dell'uccisione del leone Cecil, simbolo del Parco nazionale Hwange.

Gli accertamenti

L'uccisione di padre e figlio è ora al centro di un'indagine delle autorità locali, seguita con attenzione dall'ambasciata italiana ad Harare, capitale dello Zimbabwe. Al momento, l'ipotesi più accreditata resta quella di un "tragico incidente", di uno scambio di persona, ma in assenza di certezze a priori non vengono escluse altre ipotesi. Una relazione con i primi esiti degli accertamenti in corso, secondo quanto si apprende da fonti locali, potrebbe essere pronta già oggi.

La passione per l'Africa

Claudio Chiarelli, cacciatore professionista e guida per safari, si era trasferito nel Paese africano nel 1982, assieme alla moglie di origine padovana, dopo un periodo passato in Toscana. Nello Zimbabwe era nato, qualche anno dopo, Massimiliano che una volta cresciuto aveva cominciato a seguire le orme paterne. Claudio è descritto da tutti come un cacciatore rigorosissimo e dall'etica ferrea, che si batteva contro il bracconaggio e per la conservazione dell'ambiente naturale. 

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