Mille missioni per i “droni” di Herat
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Mille missioni per i “droni” di Herat

In Afghanistan i velivoli teleguidati italiani hanno volato 9 mila ore in 1.000 missioni dal 2007

Mille missioni in cinque anni, decollando e atterrando sull’aeroporto di Herat, e 9.000 ore di volo nei cieli dell’Afghanistan. Il traguardo raggiunto dai velivoli teleguidati Predator dell’Aeronautica Militare evidenzia l’intenso impiego di questi mezzi a supporto delle operazioni terrestri del contingente italiano e delle forze alleate e afghane.Già utilizzati in Iraq tra il 2004 e il 2006 (quando di concluse l’operazione Antica Babilonia ) i Predator sono stati schierati a Herat nel 2007, nell’ambito di un consistente rafforzamento del contingente italiano che vide l’arrivo anche dei blindati Lince, dei cingolati Dardo e dei mortai da 120 millimetri in vista dell’ampliamento dell’area assegnata alle nostre truppe.

I due Predator A Plus sono inquadrati nel Task Group Astore composto da specialistio del 28° Grupp o (unico reparto italiano a impiegare i droni) che dipende dalla Joint Task Air Force cui sono assegnati in Afghanistan anche i 4 cacciabombardieri Amx e i velivoli cargo C-130 e C-27.

Disarmati, i Predator vengono utilizzati in operazioni di sorveglianza del territorio e delle strade per individuare gli ordigni esplosivi piazzati dagli insorti lungo le strade e prevenire assalti e imboscate a pattuglie e convogli. Negli ultimi due mesi sono stati protagonisti delle operazioni Shrimps Net e North Tour III che hanno visto circa 700 militari italiani ritirarsi dalle postazioni in Gulistan (a sud di Herat, nella provincia di Farah) e a Bala Murghab (a nord, provincia di Badghis) fornendo una costante sorveglianza aerea alle strade utilizzate dai convogli diretti a Herat.

Per il loro valore strategico i velivoli teleguidati sono tra le componenti del contingente  italiano destinate a restare in Afghanistan fino alla conclusione della missione della Nato. Washington ha dato il via libera alla fornitura di armi per i droni italiani ma non è ancora chiaro se l’Aeronautica avrà il tempo di schierare a Herat anche i più grandi Reaper (già utilizzati l’anno scorso, disarmati, sulla Libia) dotati di bombe a guida Gps e missili Hellfire.

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Gianandrea Gaiani