La Spagna si ritira in anticipo da Kabul
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La Spagna si ritira in anticipo da Kabul

Pressata dalla crisi finanziaria, Madrid vuole ridurre gli impegni militari

Anche se decisioni ufficiali non ne sono ancora state prese il governo spagnolo, alle prese con l’esplosione della crisi finanziaria, sta valutando di anticipare il ritiro dei 1.600 soldati schierati in Afghanistan occidentale sotto il comando Nato di Herat affidato agli italiani. Un’area che non è certo la più calda del fronte afghano e dalla quale dalla stanno cominciando a ripiegare anche i 4.200 italiani e i 2mila statunitensi.

Il precedente governo di sinistra iberico aveva messo a punto un ritiro scaglionato che prevedeva il rimpatrio di 150  militari quest’anno, 650 nel 2013 e degli ultimi 800 nel 2014 quando si concluderà l’attuale missione della Nato.

Le pressanti esigenze di riduzione della spesa pubblica e i nuovi tagli al bilancio della Difesa del governo di Mariano Rajoy potrebbero anticipare il tutti a casa al prossimo autunno riducendo inoltre da 1.100 a 850 soldati il contingente dell’Onu schierato in Libano. Un tema discusso nei giorni scorsi a Washington nei colloqui tra Il ministro della difesa, Pedro Morenés, e il segretario alla Difesa statunitense Leon Panetta.

Il ritiro anticipato degli spagnoli non influirebbe radicalmente sulla situazione militare nell’Ovest afghano. Gli iberici presidiano ufficialmente la provincia di Badghis (dove in marzo hanno consegnato tre basi agli afghani) tranne il distretto caldo di Bala Murghab controllato da italiani e americani che tra un mese si ritireranno lasciando basi e postazioni nelle mani delle truppe di Kabul.

Gli spagnoli del resto non hanno mai offerto un contributo significativo alla guerra afghana. Madrid ha sempre imposto ai suoi soldati di combattere con regole d’ingaggio che consentiono solo di difendersi quando attaccati, mentre i suoi 6 elicotteri raramente vengono messi a disposizione degli alleati. Un ritiro anticipato degli spagnoli dall’Afghanistan, determinato dal governo di centro-destra per ragioni finanziarie "pareggerebbe i conti” con la fuga dall’Iraq decisa nel 2004 dal governo Zapatero per ragioni politiche e all'indomani dell’attentato di al-Qaeda a Madrid che provocò quasi 200 morti.

I dettagli del colloquio tra Panetta e Morenès non sono stati resi noti ma  è probabile che agli spagnoli venga chiesto di mantenere in Afghanistan un team di istruttori militari e di confermare l’impegno assunto al vertice Nato di Chicago di finanziare l’esercito afghano con 30 milioni di dollari annui tra il 2015 e il 2017.

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Gianandrea Gaiani