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W l’Italia di Matteo!

Da molti anni non godevo di una passeggiata in un giorno qualunque ad un’ora qualunque tra le strade di Notting Hill. Attraversare Portobello Road senza il chiasso del mercato del sabato e’ un po’ come abbandonarsi davanti alla tv con …Leggi tutto

Da molti anni non godevo di una passeggiata in un giorno qualunque ad un’ora qualunque tra le strade di Notting Hill. Attraversare Portobello Road senza il chiasso del mercato del sabato e’ un po’ come abbandonarsi davanti alla tv con i canali generalisti oscurati e non correre il rischio di essere aggrediti dall’isterismo politico, obnubilati dalle domeniche di d’ursiana vacuita’ o irritati dal dimagrimento di Fazio.

Respirare l’anima di Londra attraverso le immagini di vita piu’ vere e le asimmetrie dei suoi colori ti porta a scoprirne le mille contaminazioni. Tra queste anche le nostre, che da ospiti estemporanei siamo ora parte attiva e pulsante di questo mondo vario e composito.

Matteo ha 28 anni e sogna di fare il fisioterapista qui a Londra. Lo incontro al ristorante del mio albergo dove per adesso e’ un bravo cameriere di sala, mestiere che ha imparato a Rimini, la sua citta’ natale, lavorando d’estate durante le vacanze scolastiche.

Matteo non ha proprio l’aria del “cervello” in fuga, quel fastidioso genotipo prodotto dal nostro innato nichilismo ad uso e consumo del mercato dell’ovvio. Mi racconta del suo quotidiano, dell’esame che lo aspetta per poter esercitare la professione, della sua fidanzata indiana e dei suoi amici dalle mille provenienze.

Matteo ha l’aria di un ragazzo a modo, garbato e per nulla rancoroso verso cio’ che il suo paese avrebbe “dovuto” assicurargli e non ha fatto. Matteo vive la sua normalita’ senza apparente disagio. E sembra felice.

Matteo, probabilmente, non si siedera’ mai tra il pubblico dei vari Ballaro’, Servizio Pubblico e dintorni a sputare fiele sull’Italia e conquistarsi il plauso di un’ammiccante platea di benpensanti. Matteo e’ la terza generazione di un paese in movimento che ha lasciato le proprie origini senza rinnegarle. Matteo ha la faccia dell’Italia migliore, quell’Italia lontana dalle chiacchere da salotto di cui mi sento fiero. Quell’Italia che, nonostante tutto, mi fa credere e sperare ancora.

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