"Paolo Virzì restituisca i 700 mila euro del ministero"
ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
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"Paolo Virzì restituisca i 700 mila euro del ministero"

Il presidente della provincia Monza-Brianza, Dario Allevi, contro il film "Il Capitale umano" di Virzi. "Qualunquista" - La recensione

E’ l’ossessione contro il ricco. “Mi verrebbe da pronunciare una battuta, alcuni ambienti della sinistra amano così tanto i poveri che ne vogliono aumentare il numero”. Gelida, ostile, minacciosa. E’ la Brianza secondo Paolo Virzì nel suo nuovo film “Il Capitale umano”. “Ed è costato settecento mila euro. Settecento mila euro per denigrare un territorio. Oggi io provocatoriamente dico: “I primi 700 mila euro di incasso li restituisca al Ministero. E non è solo una polemica ma l’invettiva contro un pezzo di paese, uno stile di vita, quello che il regista Virzì ha preso a pretesto per mettere in scena l’Italia arruffona, cinica, spietata e che adesso, comprensibilmente, rifiuta Dario Allevi, che della provincia Monza-Brianza ne è il presidente.

E la baruffa ha preso qui il tono dell’insulto sgrammaticato e perfido tra uno dei suoi assessori, Andrea Monti, e il regista stesso, infatti qui “buffone” e “paraculo” (che i due si sono scambiati su Twitter), non è il fischio del telespettatore infuriato e deluso, ma lo scambio dei soliti tweet, sputacchiera informatica e triviale fra spettacolo e istituzione. “Già panna montata ce n’è stata troppa” dice Allevi che è saltato sulla sedia quando ha letto le parole di Virzì a Natalia Aspesi di Repubblica, che oggi si chiede: “Come può un uomo di cultura come Virzì banalizzare? Cosa significa: villette fredde, senza parlare di quel passaggio odioso sulle donne brinazole definite “avvilite dalla loro inutilità e con desideri materiali e innocui”. Questo è qualunquismo e pressappochismo”. Allevi, lo definisce stereotipo, quello a cui un certo cinema pittoresco ci ha abituato, un cinema che insomma viaggia per scorciatoie. “La Brianza non è quella odiosa e gelida di Virzì”.

Ma lo scrittore lavora con finzioni. Per Allevi neppure l’innegabile e giustificato pretesto può essere mosso in difesa de “Il Capitale Umano”. “Attenzione, il botta e risposta che Virzì ha avuto con Monti, dimostra la sua gaffe e il suo arrampicarsi sugli specchi. Solo dopo, Virzì, ha infatti parlato di immaginario”. E’ un’opera cinematografica, si potrebbe muovere a difesa. “Certo, e il successo sembra assicurato, quanto meno per la pubblicità gratuita che la polemica ha alimentato”.

Ma perché la Brianza? Per il presidente la colpa sta in quell’architrave fatto di lavoro e ricchezza. “Per i brianzoli il lavoro è l’architrave, ma mi chiedo: è un demerito? In Brianza ci si alza alle 5 del mattino e si torma a casa alle 20. Ma esiste anche la solidarietà del brianzolo, la generosità. La nostra ad esempio, è la prima provincia nei numeri per quanto riguarda il volontariato, è la provincia dei primati positivi”. Ma Allevi, che non scende nello sciovinismo di provincia tanto da promettere a Virzì una visita nell’altra Brianza, non accetta quel contributo che il ministero ha versato a Virzì per “denigrare un territorio”. “Mi chiedo, senza toni arrabbiati, come fa il ministero dei Beni Culturali che deve fare i conti con le mille Pompei italiane, a finanziare con 700 mila euro questo film. Comprendete il danno d’immagine?”.

E allora Allevi manda a dire al regista: “Sarebbe il minimo che i primi settecento mila euro d’incasso, Virzì, li restituisse”. Ricchi, un paesaggio gelido; sicuro che la Brianza non sia quella di Virzì? No, secondo Allevi che non ci sta a considerare la ricchezza una colpa. “Se grazie al sudore e all’olio di gomito, un brianzolo riesce a costruire una villa, bene, non ci vedo nulla di male, tutt’altro. Anzi, dovrebbe essere preso ad esempio. La Brianza, come il resto del paese, sta uscendo dalle sabbie mobile della crisi. Ci sono stati imprenditori che hanno iniettato liquidità per non licenziare gli operai, hanno rischiato in prima persona. Forse, è arrivato il momento di smetterla di considerare il ricco come un male.Va combattuto l’evasore, ma non il ricco onesto che invece va rispettato. E’ una polemica stantia di certi salotti e mi viene da dire che il ricco da fastidio quando non lo sono io”.

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Carmelo Caruso