Dopo Fidel, è morto (online) anche Chavez
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Dopo Fidel, è morto (online) anche Chavez

Il governo di Caracas smentisce le notizie sulla morte del presidente che ha un cancro, ma lui non twitta dal 1 novembre

Hugo Chavez è morto? Sui social network gira la notizia che il presidente venezuelano non ce l'avrebbe fatta a superare la sua quarta operazione per cancro e che sia deceduto subito dopo l'intervento. Ma da Caracas arriva una pronta smentita: le condizioni di salute del caudillo sono "stabili" anche se il post-operatorio è tuttora "difficile". Intanto lui, appassionato di Twitter, non cinguetta dal 1 novembre.

E' inevitabile che, anche se Chavez è ancora in vita, a Palacio Miraflores già si pensa al dopo-Hugo. Da poco rieletto presidente, dopo 14 anni al potere, Chavez non è più nelle condizioni di governare perché il cancro che lo ha colpito non sembra dargli tregua. Al momento, lui stesso ha lasciato il potere al suo vice, Nicolas Maduro, uomo dal carattere più tranquillo rispetto all'appassionato presidente venezuelano.

Ma la Costituzione del Venezuela non ipotizza un passaggio del testimone da presidente a presidente e recita chiaramente che, qualora per impossibilità fisiche o per morte improvvisa si crei un vacuum al potere, i cittadini devono essere chiamati alle urne entro 30 giorni dalla scomparsa del presidente.

Per adesso a Hugo Chavez sta toccando la stessa sorte di Fidel Castro, acciaccato ma ancora in vita nonostante tutte le voci su internet che l'hanno dato per morto diverse volte. Lo stesso presidente venezuelano ad aprile scorso fu dato per defunto, ma fu lui stesso a smentire con un twit ironico le malelingue che lo volevano già morto e sepolto. Questa volta, però, il caudillo tace, il che fa pensare che le sue condizioni di salute siano davvero appese ad un filo.

Quali scenari si aprirebbero in America Latina se Chavez passasse a miglior vita? Un Chavismo senza Chavez è impensabile. Sarebbe un annacquato miscuglio di socialismo e realismo magico. Insomma, come Chavez c'è solo Chavez e, soprattutto, chiunque dovesse prendere il suo posto non potrà mantenere gli stessi equilibri di adesso. A Cuba già stanno tremando.

L'isola castrista potrebbe definitivamente cadere nel baratro di un disastro economico dalle proporzioni colossali. "Oggi il Venezuela rappresenta per Cuba quello che l'Unione Sovietica è stata fino al 1990", ha dichiarato l'economista e dissidente cubano" Oscar Espinosa Chepe all'AFP. E ha aggiunto che la differenza sta nel fatto che se l'aiuto di Caracas dovesse finire in questo momento, le conseguenze per Cuba sarebbero decisamente più tragiche rispetto a quelle del 1990, perché le infrastrutture dell'isola non ce la farebbero a reggere.

Le autorità cubane non commentano la condizione di salute di Hugo Chavez. Su di lui e sul suo decorso post-operatorio non trapela una virgola. Ma è certo che all'Havana si augurano che il presidente venezuelano ce la faccia, dal momento che è stato lui a garantire a Cuba per oltre un decennio più della metà del petrolio necessario per mandare avanti il Paese. Un regalo fatto al compagno (e amico di sempre) Fidel.

Ma se Chavez morisse, Cuba come potrebbe permettersi di pagare regolarmente il prezzo di mercato per 100mila barili di greggio al giorno. Ciò significa che l'economia dell'isola, già ai minimi termini, sarebbe letteralmente distrutta. Tutto si fermerebbe. Insomma, un disastro dalle proporzioni colossali.

E se il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, sulla ipotetica morte di Chavez ha dichiarato che "nessuno è né deve essere imprescindibile", perché "i processi rivoluzionari" in corso in America Latina sono indipendenti dalle persone, è pur vero che l'economia è altra cosa rispetto alla gloriosa Revolucion e gli ideali sono carta straccia quando si devono pagare i conti. Questo lo sa bene Hugo Chavez e, soprattutto, lo sa bene il suo amico Fidel.

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Anna Mazzone