Usa - Cuba: quando verrà tolto l'embargo?
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Usa - Cuba: quando verrà tolto l'embargo?

I repubblicani al Congresso annunciano guerra contro la politica di apertura di Obama

Dopo 54 lunghi anni, Stati Uniti e Cuba ristabiliscono normali relazioni diplomatiche con la riapertura delle rispettive  ambasciate. Il muro che divideva i due paesi dal 1961 era iniziato a cadere con la storica apertura di Barack Obama dello scorso dicembre. Oggi, con le cerimonie all'Avana e a Washington,  quella cortina (di ferro) subisce un ulteriore colpo, anche se sono ancora molti i passi che dovranno essere compiuti prima di arrivare a una effettiva normalizzazione dei rapporti tra i due (ex) nemici.

Le due cerimonie
In questa calda mattina di luglio, per la prima volta dopo più di cinque decadi,  accanto a tutti i vessilli delle nazioni che hanno rapporti con gfli Usa, la bandiera cubana è stata issata nella hall del  Dipartimento di Stato di Washington. Nel pomeriggio, viene inaugurata l'ambasciata, a meno di tre chilometri di distanza dalla Casa Bianca, con una cerimonia alla quale prendono parte il segretario di stato Usa John Kerry e il suo collega dell'Avana, Bruno Rodriguez.

E' la prima visita ufficiale di un ministro degli Esteri dell'isola castrista dal 1959. Contemporaneamente, nella capitale cubana viene aperta anche l'ambasciasta statunitense. Una piccola cerimonia senza fanfare. L'inaugurazione in pompa magna verrà fatta in Agosto quando John Kerry si recherà sull'isola. i rapporti tra i due paesi potrebbero avere un ulteriore impulso in settembre quando Papa Francesco, autore della mediazione che ha portato alla storica svolta dei mesi scorsi, si recherà prima a Cuba e poi negli Stati Uniti dove incontrerà Obama e parlerà davanti al Congresso riunito in seduta comune. Proprio Capitol Hill è l'ostacolo maggiore a una completa normalizzazione. I repubblicani, che controllano la Camera dei Deputati e metà del Senato, sono contrari alla politica di Obama nei confronti del regisme castrista. Mitch McConnell, il leader del GOP al Senato, ha già fatto sapere che bloccherà la nomina del nuovo ambasciatore americano all'Avana. Qualsiasi nome verrà fatto dalla Casa Bianca, sarà bocciato.


I repubblicani dichiarano guerra
E' una piccola, ma significativa dichiarazione di guerra. Il partito repubblicano rietene Castro un nemico e come tale deve essere trattato. Compreso il fatto che l'embargo contro Cuba, varato ai tempi della crisi dei missili, non deve essere tolto. Obama l'ha chiesto più di una volta negli scorsi mesi, ma le risposte arrivate da Capitol Hill sono state sempre negative.  Mitch McConnell ha bocciato su tutta la linea la politica estera del presidente. Non piace l'apertura su Cuba, come non viene digerito l'accordo sul nucleare con l'Iran.  In un anno elettorale, i repubblicani non sembrano essere intenzionati di retrocedere di un millimetro. Obama sa bene quale è la situazione. Per lui la priorità è l'Iran. Su Cuba c'è tempo. Gli ordini esecutuvi firmati nei mesi scorsi hanno già fatto cadere (parte) del Muro. La maggiore libertà di viaggio da e per Cuba,  il trasferimento di denaro, la possibilità per le aziende americane di tornare a operare nell'isola, sono risultati tangibili. Rimane la grande questione dei diritti umani a Cuba, sulla quale Obama si è detto intenzionato a impegnarsi. Ma soprattutto rimane l'incognita del  futuro del regime castrista. Fidel anziano e malato,  ma ancora in grado di dare direttive e indicazioni, Raul in procinto di seguirlo nello stesso destino. Obama ha scomesso su di una transizione lunga, ma non dolorosa; in un passaggio (epocale) durante il quale gli Usa potranno fare sentire la loro presenza, se non addirittura la loro voce.

La posizione di Hillary Clinton
Inoltre Obama sa bene che il suo successore, Hillary Clinton, sposerà la sua stessa politica con Cuba. Anzi, sarebbe stata proprio l'ex First Lady quando ewra segretario di stato a spingere per una svolta nei confronti dell'Avana. Il presidente non avrebbe fatto altro che raccogliere il testimone dopo l'abbandono della Clinton nel 2012. Il destino dei rapporti tra i due paesi sembra essere  definitivamente segnato, indirizzato verso una nuova epoca dopo cinquatanna anni di guerra fredda. La riapertura delle rispettive ambasciate è solo un significativo passo in quella direzione

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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