In Parlamento una proposta di legge sulla libertà religiosa
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In Parlamento una proposta di legge sulla libertà religiosa

Il progetto rilanciato da unione atei e agnostici di Italia e sostenuto dalla Tavola valdese e dalle Chiese evangeliche

“Libertà di religione e libertà dalla religione” la chiede l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar) che ha organizzato a Roma un convegno, presso la Camera dei deputati, Palazzo Marini, per rilanciare la proposta di una legge sulla libertà religiosa, discussa nelle passate legislature ma mai giunta al traguardo anche per la contrarietà espressa dalla Conferenza episcopale italiana.

La regolamentazione dei culti nel nostro Paese oggi infatti è piuttosto farraginosa. Sono 11 le confessioni religiose, oltre alla Chiesa cattolica, che hanno sottoscritto intese con lo Stato italiano, ratificate dal Parlamento, in base all’art. 8 della Costituzione. Altre, come i testimoni di Geova, hanno sottoscritto l’intesa ma sono in attesa di ratifica. Per gli altri vige ancora la legge del 1929 (a cominciare dai musulmani) sui culti ammessi e l’articolo 19 della Costituzione (“Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”). Nel 1979 la Corte costituzionale ha inoltre riconosciuto che “il nostro ordinamento costituzionale esclude ogni differenziazione di tutela nella libera esplicazione sia della fede religiosa sia dell’ateismo”.

Tuttavia, secondo Raffaele Carcano, segretario dell’Uaar, “permangono discriminazioni tra credenti di serie A e di serie B. E’ un quadro sfaccettato che di fatto confligge con l’art.3 della Costituzione, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini”. Per l’ex ministro delle pari opportunità e presidente onoraria dell’Uaar, Laura Balbo“la cultura della laicità deve entrare nello spazio pubblico del nostro Paese”. La città, le ha fatto eco il filosofo Stefano Moriggi, “dovrebbe diventare lo spazio vero della laicità”.

Oggi, secondo Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, paradossalmente “la cosiddetta età della secolarizzazione ha prodotto un aumento della superstizione” e non solo a causa della Chiesa cattolica.

“In Italia siamo diversamente religiosi”, ha chiosato il parlamentare di Rifondazione comunista e cristiano valdese, Paolo Ferrero. “Quando diciamo che i mercati ci guardano, o invochiamo l’intervento dei tecnici per salvare la politica, o andiamo dietro agli uomini della provvidenza sostituiamo una religione con un'altra”. Ma ciò che occorre, secondo Ferrero “è decostruire tutte le forme religiose, rimettendo al centro il soggetto, la persona” con la ricchezza e la multiformità della sua storia e della sua identità.

Per l’esperto di ebraismo Stefano Levi Della Torre, “la laicità non può essere solo un metodo ma deve diventare un sistema di valori e di orizzonti”. Secondo l’ex magistrato Gherardo Colombo, oggi consigliere d’amministrazione della Rai, bisogna partire dalla consapevolezza che “la società fin dalle origini si è strutturata sulla discriminazione” e l’affermazione dell’uguaglianza di tutti gli uomini è arrivata solo a partire dalla dichiarazione sui diritti dell’uomo del 1948. Perciò non è facile sconfiggere le diverse forme di discriminazione. Contro l’affermazione di ogni differenza etnica, secondo il sociologo Khaled Fuad Allam, occorre “ribadire l’universalismo dei diritti”. Sono i presupposti che dovrebbero portare alla stesura di una legge sulla libertà religiosa, antico “cavallo di battaglia” anche delle Chiese evangeliche.

Nel convegno non sono mancati diversi accenni a Papa Francesco, di simpatia ma anche di attesa per le scelte che compirà e, da parte di alcuni, di fastidio per il fatto che con Bergoglio la Chiesa cattolica è tornata ad occupare tutto l’orizzonte del dibattito religioso nel nostro Paese. In realtà l’Italia è molto cambiata, al di là del ruolo del Papa, ed è proprio il contesto multireligioso e multiculturale che meriterebbe l’apertura di un confronto serio e aperto (anche con la partecipazione di esponenti della Chiesa cattolica, non invitati al convegno dell’Uaar) per un’ormai necessaria e urgente legge sulla libertà religiosa. 

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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