Se un'insegnante gode per la morte di un Carabiniere
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Se un'insegnante gode per la morte di un Carabiniere

"Uno di meno..." è stato il commento di una docente all'omicidio di Mario Rega. Ma non solo

Non si può far finta di nulla quando qualcuno scrive “Uno di meno…” per commentare la morte di una persona. Perché significa che non c’è alcun rispetto per la cosa più preziosa che esista: la vita.
Non si può non rabbrividire quando questo “uno di meno” è un Carabiniere, un uomo dello Stato, ucciso a coltellate mentre faceva il suo lavoro, mentre era al servizio di tutti noi, compresa la persona che ha fatto quel commento.
Non si può non arrabbiarsi nel leggere il resto del messaggio, “…e chiaramente con sguardo poco intelligente”, che trasuda altro odio, sociale, che odora di classismo, di superiorità culturale, tipica di una certa sinistra.
Ma fin qui saremmo potuti essere nel campo delle opinioni personali, più o meno sempre libere anche se questa volta davvero imbarazzanti e condannabili.

Il problema è che a scrivere tutto questo è stata una insegnante, un’educatrice dei nostri figli. E questo non può essere accettato e richiede delle pene, severe. La prima, speriamo immediata.
difficile, anzi impossibile, che una persona del genere possa avere ancora dallo Stato (di cui lei odia i suoi rappresentanti tanto da godere per la morte di uno di questi) il mandato per continuare ad esercitare la sua professione. Quindi, basta con la scuola e l’insegnamento. Via la cattedra come già successo per un’altra docente, vista da tutti mentre affrontava a Torino un gruppo di poliziotti urlando con tutto il fiato che aveva in gola: “siete delle merde!!!”, una, due, dieci volte…

C’è poi un discorso più ampio che riguarda il rispetto verso Polizia e Carabinieri. Ieri a Chiamonte centinaia di ragazzi, volto coperto, hanno preso d’assalto il cantiere della Tav lanciando pietre e tutto quello che capitava loro a tiro.
Ricordiamo che per mettere in sicurezza il cantiere dell’Alta Velocità l’Italia sta spendendo decine di milioni di euro, tenendo impegnati centinaia di agenti. Per la parte francese del cantiere gli uomini per la sicurezza sono 5 e ad oggi non ci sono stati incidenti.
E’ ora di ripristinare un minimo di senso civico, di educazione civica (ben venga il suo ritorno nella scuola).

Per l’insegnante felice se muore un Carabiniere abbiamo una sola domanda: dato il suo odio (scritto) verso le forze dell’ordine in caso nel caso di necessità personale (furto, aggressione, rapina o altro) cosa farebbe? Chiamerebbe il 112 o qualche centro sociale?

Per quel che ci riguarda noi stiamo con Mario Cerciello Rega, con sua moglie, con la famiglia ed i figli che non avranno, con i loro sogni infranti. Noi stiamo con i Carabinieri, con la Polizia, l’Esercito e chiunque vive per proteggere noi ed il nostro paese.

Sembrano frasi banali, logiche, inutili, ma visto l’andazzo meglio scriverlo nero su bianco

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