Ucraina: la Russia ha messo l'Europa sotto scacco
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Ucraina: la Russia ha messo l'Europa sotto scacco

Politica ma anche energia. Sono le armi con cui Putin controlla il resto del continente, ma non gli Usa - Analisi  - Foto  - Reportage  - Video

La vicenda ucraina rischia di trasformarsi in una lezione drammatica per l’Europa. L’ultimatum di Mosca ai militari ucraini in Crimea (che è parte dell’Ucraina) dimostra non solo la determinazione di Putin, ma anche la sicurezza della Russia nel braccio di ferro con l’Europa. 

Il punto è che l’Occidente è spaccato, l’Europa si ritrova sola e divisa di fronte a Mosca e al suo imperialismo euro-asiatico. Analisti e osservatori si concentrano sulle libertà da difendere in Ucraina, a cominciare dalla libertà di aderire all’Unione Europea e all’orizzonte di valori occidentale. Il desiderio di Europa è all’origine degli scontri al Maidan dopo la rinuncia del presidente (deposto) Yanukovic di firmare l’associazione con la UE e accettare in cambio gli aiuti economici e gli sconti energetici di Mosca. 

Il cuore del problema è l’energia, il modo in cui l’energia sta ridisegnando gli equilibri e la geopolitica mondiali. La politica estera di Obama basata sulla teoria del “leading from behind” (guidare da dietro le quinte), ossia del basso profilo al limite dell’isolazionismo e del disimpegno dai teatri ritenuti non più d’interesse strategico, scaturisce dal successo degli sforzi pluridecennali degli americani per garantirsi l’autosufficienza energetica, un passo oltre la stessa autonomia (l’affrancamento da un’unica fonte di approvvigionamento). Rex Tillerson, amministratore delegato di Exxon Mobil, la maggiore società petrolifera quotata al mondo, in una recente intervista all’emittente Tv Cnbc si è detto convinto che gli USA possano centrare l’obiettivo dell’indipendenza energetica entro il 2020. “Già adesso – ha spiegato - l’America è il maggior produttore mondiale di gas”, e la produzione petrolifera “ha superato livelli che non si vedevano dagli anni ’80”. Gli USA potrebbero superare l’Arabia Saudita “nel 2016, diventando il primo produttore mondiale di petrolio”. Un traguardo ottenuto attraverso l’aumento della produzione interna e tecniche estrattive più efficaci come la fratturazione idraulica. 

Incalcolabili le conseguenze sugli equilibri globali. L’autosufficienza energetica fa sì che gli Stati Uniti non abbiano più interessi strategici comuni con l’Europa come in passato. L’Europa, l’Africa e il Medio Oriente non sono più decisivi, come serbatoi d’energia, per la sicurezza e il benessere americani. Washington guarda ormai a Pechino, è tutta orientata verso il Pacifico e non più verso l’Atlantico. Si può al limite disinteressare della crisi ucraina, così come si è tenuta defilata nella guerra alla Libia di Gheddafi, abbandona l’Afghanistan come ha lasciato l’Iraq e in Siria non è intervenuta. Per Putin, invece, l’espansione euro-asiatica è focale, e nella contrapposizione con l’Europa può far valere la sua potenza energetica. Per questo la Germania, leader di qualsiasi decisione che riguardi l’Europa e la politica estera europea, sposa la linea del dialogo con Mosca e cerca di evitare il precipitare della situazione in Ucraina, anche a costo di “perdere” la Crimea. Quella tedesca è una politica della cooperazione e amicizia con Mosca che fu già di Schroeder, l’ex cancelliere oggi mega-consulente di Gazprom (la più grande compagnia russa e maggior estrattore al mondo di gas naturale). E l’Italia, neanche a dirlo, va solo a rimorchio. 

Il ri-orientamento degli Stati Uniti verso l’Asia, il disimpegno dall’Europa e la differenziazione degli interessi strategici dovuti all’autosufficienza energetica americana, più la dipendenza energetica europea, fanno sì che l’Europa oggi sia lasciata sola (e fragile) davanti all’espansionismo russo. I diritti civili e l’europeismo sono le prime vittime di un gioco mondiale che non riserva alcuna delicatezza ai manifestanti del Maidan o alle cancellerie di un’Europa fratturata e inconsistente.    

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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