Per combattere il terrorismo? Assumere immigrati in Polizia
MATTEO BAZZI - ANSA
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Per combattere il terrorismo? Assumere immigrati in Polizia

Fa discutere la proposta di un sindacato della Polizia di Stato

Per combattere il terrorismo? Assumere gli immigrati nella Polizia di Stato. Semplice. La proposta-soluzione arriva da una sigla sindacale della Polizia di Stato ed è destinata a sollevare non poche polemiche oltre che numerosi interrogativi.

“Contro i terroristi la soluzione è arruolare i figli degli immigrati  perché conoscono lingue e la cultura di chi ci minaccia. Sono una risorsa inestimabile per le indagini", spiega il segretario, Lorena La Spina.

Secondo l’Associazione nazionale funzionari Polizia, infatti, queste assunzioni diventerebbero determinanti  per riuscire a rintracciare i terroristi in particolare quelli di matrice jihadistaattraverso l’impiego di questi “nuovi” poliziotti  nelle sale intercettazioni e nei sevizi pedinamento e appostamento.

Ma questa proposta sta sollevando non pochi malumori tra i poliziotti.
Il primo a ribattere è Franco Maccari, Segretario Nazionale del Coisp, una delle più importanti sigle sindacali della Polizia di Stato.

“Per combattere i terroristi, su 1000 poliziotti che si assumono, potremmo riservare 50 posti ai figli di immigrati particolarmente vicini agli jiadisti,  così risolveremmo il problema" dichiara ironicamente Maccari. "Ma solo del terrorismo ci dobbiamo preoccupare? No...noi proponiamo di assumere nella Polizia di Stato anche prostitute e camorristi perché conoscono perfettamente gli ambienti dai quali provengono e possono aiutarci a combattere il fenomeno della prostituzione e quello della criminalità organizzata”.

Franco Maccari non nasconde lo sconcerto e la delusione per una proposta che oltre che essere inutile è davvero priva di buonsenso considerando che l’Italia ha un apparato, quello dell’intelligence, che ha tra i suoi compiti proprio quello di “intercettare” le minacce terroristiche.

“Altri posti dovremmo riservarli ai figli dei vari cittadini del mondo immigrati in Italia: 50 a figli di albanesi, 50 posti a figli di rumeni, altrettanti a figli di marocchini, libici, iraniani, albanesi, rumeni, brasiliani, nigeriani, egiziani, senegalesi, cinesi..." continua Maccari. "Ai figli degli italiani, sempre che gli immigrati non si offendono, sarà sufficiente lasciare una decina di posti, ma solamente per evitare che la Polizia di Stato possa perdere “la lingua e la cultura” di chi dovrebbe proteggere”

“Le indagini sui terroristi, così come quelle sui mafiosi, sulla prostituzione, sui delinquenti in genere, non risentono di una mancata conoscenza della cultura o della lingua di tali individui" spiega il segretario del Coisp "ma risentono della disattenzione colpevole del Governo”.

“Intelligence ed apparati di sicurezza vengono chiamati a compiti improbi, senza avere né le tutele legali né le risorse per poter effettuare quelle indagini che servivano da anni per debellare i fenomeni criminali che oggi stanno disintegrando il tessuto sociale italiano" conclude Maccari. "Senza sicurezza e senza certezze della pena non c’è democrazia, altro che riserve di posti in Polizia per i figli degli immigrati che peraltro, ad onor del vero, quasi sempre sanno del Paese di origine dei propri genitori più o meno quanto ne sanno gli stessi italiani”.

L’Associazione nazionale funzionariPolizia difende invece la propria proposta: “Questa proposta deve essere letta solo come un importante e concreto aiuto investigativo" precisa Enzo Letizia, vice segretario dell’Associazione. "La situazione nel Mediterraneo è veramente molto calda ed è necessario implementare il personale qualificato per combattere il terrorismo. L’assunzione di queste persone potrebbe davvero rivelarsi fondamentale per poter accedere in quei luoghi frequentati da frange estremiste che altrimenti sarebbero inaccessibili ai nostri uomini”

“L’intelligence ci fornisce e ci indica il “pericolo” o l’allarme" conclude Letizia. "Ma la fase strettamente operativa spetta alle forze di polizia. Ecco perché  sarebbero necessarie questi nuovi poliziotti”    

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Nadia Francalacci