Storace: "Mi candido per Roma e me la gioco con Grillo"
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Storace: "Mi candido per Roma e me la gioco con Grillo"

Parla il leader de La Destra e sulle primarie dice: "Berlusconi ha capito il gioco di Alfano"

Il destino gioca per noi”. Archiviate con successo le primarie del Pd – mentre scriviamo si registrano lunghe file ai seggi – e forse (con meno successo) anche quelle del Pdl, Francesco Storace prepara la manifestazione de La Destra di domenica 9 dicembre al Teatro Olimpico di Roma.

Ufficializzeremo le nostre intenzioni, detteremo la linea”. Ma intanto, visto che qualcosa già è trapelato, Panorama.it ne ha cercato conferma direttamente alla fonte. E l'ha trovata: Storace vuole diventare sindaco di Roma. Altro che Regione.

Per carità, dopo la caduta della giunta Polverini un pensierino ce l'aveva pure fatto, tanto da aver già pronto uno slogan che alludeva alla sua precedente esperienza da governatore del Lazio: “Il meglio deve ancora tornare”. Poi Storace deve aver pensato: “Ma a me chi me lo fa fare?” E allora il meglio, se proprio dovrà tornare, per il momento può pure aspettare. Perché c'è da conquistare la Capitale, “Roma, la vita mia”.

Per la verità, già all'inizio della scorsa primavera, lo aveva preannunciato: “Se il candidato di centrodestra per il Campidoglio a settembre sarà ancora Alemanno, vorrà dire che dovrà vedersela con me”. Perché i due si detestano cordialmente e se cordialmente Storace dice del sindaco: “Qualche cosa buona l'ha fatta, per esempio permettere a Casapound di manifestare”, detestandolo aggiunge: “Di concreto in cinque anni non ha combinato niente. Se mi candido, al ballottaggio ci vado io e quello di Grillo”. Infine il colpo di grazia: “Parentopoli? L'ha iniziata lui”.

Storace, ma lei non voleva riprendersi la Regione?

Solo per spirito di servizio. Se ci fosse stata una coalizione che me lo avesse chiesto io mi sarei sacrificato, ma visto che questa coalizione non c'è (altrimenti perché farebbero le primarie solo del Pdl?), sai che ti dico? Io mi candido al Comune.

Ve bè, ma da qui a marzo magari...

Parliamoci chiaro: la partita alla Regione è praticamente persa, ma per me sarebbe addirittura più facile vincere una campagna elettorale senza alleati che con alleati così scadenti. Oggi mi dovrebbero pregare per allearmi con il Pdl. Ma io c'ho Roma, la vita mia. Vuoi vedere lo slogan?

Prego... (lo cerca sull'IPad che smanetta in continuazione. Adora twittare: “Mi ci muovo molto bene”)

Ecco lo slogan: “Passione per la politica, una vita per Roma”. Io con questa roba ci vinco.

Con questo e cos'altro?

Una promessa, quella di occuparmi solo della città senza mai pensare a Palazzo Chigi come i vari Rutelli, Veltroni e Alemanno che non ci si è candidato solo perché gli è andata male qua. Io giuro ai romani che leggerò la cronaca del Messaggero e non la prima pagina del Corriere della Sera.

Ma queste primarie del Pdl?

Berlusconi ha fiutato l'aria e ha capito benissimo che Alfano le vuole fare solo per smarcarsi da lui.

E' vero che ha una passione per Giorgia Meloni?

Non sopporto chi l'attacca.

Un nome a caso?

La Mussolini. Lo fa solo perché lei stessa è incapace di consensi. E' una che ha vissuto metà della sua vita con il cognome della zia e l'altra metà con quello del nonno. Alla fine la gente lo capisce chi sei veramente.

"Giorgia non si tocca!"...

La Meloni dice tre quattro cose molto interessanti, se ci crede anche diventa notevole. Pensiamo al tema della sovranità di cui il Pdl, dopo aver appoggiato il governo Monti, non può più parlare. Se a questo ci aggiungesse anche qualcosa sull'immigrazione, per esempio il principio di preferenza nazionale per quanto riguarda il welfare, allora diventerebbe davvero interessante.

Torniamo alle primarie. Quelle del Pd sono state un successo.

Appassionanti. Mi sono piaciute molto. Sono stati bravi.

Chi è stato il più bravo?

Bersani. E' stato il più giovane di tutti. A Renzi ha detto: “Vuoi partecipà? Nun piagne, te cambiamo lo Statuto”. Bè, tanto di cappello. Se ci fossero state le primarie del Msi e qualcuno avesse detto che Almirante non si poteva candidare, io l'avrei preso a bastonate.

Ma secondo lei è vera la storia di quelli di destra che hanno votato per boicottare Bersani?

Sì è vera, però farlo è una stronzata, una cosa culturalmente sbagliata. E' la morte della politica.

Ha letto su Panorama delle relazioni pericolose del neogovernatore della Sicilia Crocetta?

Come no! C'ho fatto pure la prima pagina del mio Giornale d'Italia. Noi avevamo Musumeci, che ha pagato l'appoggio del Pdl. Per il resto prima c'era Lombardo appoggiato dal Pd, adesso c'è il Pd appoggiato da Lombardo. Ber cazzo de capolavoro, direbbe Alberto Sordi.

Ma parliamo di Crocetta e di mafia...

Crocetta è un signore che ha giocato una partita abile con i peggiori siciliani. Sette anni di processo mi hanno insegnato il valore del garantismo, però stiamoci attenti. Non sarà mafioso, per carità, ma per qualcuno non se butta mai niente.

Torniamo a Roma. Dopo gli scontri del 14 novembre, la sua opinione sul codice identificativo per i poliziotti?

Non sono nettamente contrario, l'immagine dell'agente che manganella il ragazzo alle spalle è devastante. Ma mi pongo qualche dubbio: non è una cosa barbara che sia la piazza a inseguire e punire il poliziotto che sbaglia? Il questore non ha bisogno del codice sulla divisa per identificare i suoi uomini.

Antifascisti ed ebrei di Roma non volevano che Casapound manifestasse questo sabato. Ha fatto bene Alemanno a rispedire la richiesta al mittente?

Una delle poche cose positive in questi cinque anni.

Che rapporti ha Storace con Casapound?

Non proprio idilliaci. Mi sarei aspettato un loro sostengo alle scorse regionali, loro mi dissero che stavano con il Pdl, quando la lista Pdl non fu presentata li ricontattai e loro mi risposero che allora sostenevano la Polverini. Rimasi basito. Non ce l'ho con loro, per carità, però fare i rivoluzionari con la lista Polverini mi pare curioso. Tuttavia io difendo Casapound, hanno una capacità di elaborazione culturale che non mi è indifferente.

Alle comunali tornerà a chiedere il loro sostegno nonostante loro abbiano già annunciato un proprio candidato?

Non credo che abbiano persone in grado di poter amministrare Roma, poi vedremo chi proporranno. Comunque non li cerco più, no. Mi interessa di più quel 50% di astenuti. Se io mi candido alle comunali, al ballottaggio c'andiamo io e Grillo.

Chi è Grillo?

Un Campione del mondo. Guai a demonizzarlo. Mi ci vorrei confrontare piuttosto.

E Alemanno?

Alemanno non ha funzionato. In cinque anni non ha fatto niente.

Il suo errore più grave?

Parentopoli. L'ha iniziata lui: uno che mette la moglie al secondo posto del listino bloccato del Lazio è culturalmente votato a farlo. E' lui che ha dato vita a questo spettacolo.

Che voleva fare Fini ai funerali di Rauti?

Lanciare l'opa sulla destra italiana passando sul cadavere del suo nemico. Voleva fare la sorpresa, invece gliel'hanno fatta a lui. Quei fischi sono stati il suo funerale politico.

Cosa significa per Francesco Storace “antifascismo militante contro i rigurgiti fascisti”?

Antifascismo militante per me significa 27 dei nostri morti ammazzati. Un linguaggio che ripetuto oggi evoca lutto, odio, risentimento.

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Claudia Daconto