Stato-Mafia: l'errore dell'udienza di Napolitano a porte chiuse
Daniele Scudieri/Imagoeconomica
Stato-Mafia: l'errore dell'udienza di Napolitano a porte chiuse
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Stato-Mafia: l'errore dell'udienza di Napolitano a porte chiuse

Uno scarno comunicato della Presidenza della Repubblica chiude la deposizione più complessa di sempre. Ma ora ogni gossip sarà autorizzato

Il comunicato della presidenza della Repubblica sull'udienza più complessa del processo sulla cosiddetta "trattativa" tra Stato e mafia è arrivato alle 14,33 ed è limato fin nelle virgole: "Si è svolta stamattina nel Palazzo del Quirinale l'udienza del processo in corso davanti alla II sezione della Corte d'assise di Palermo nella quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che aveva dato la sua disponibilità a testimoniare, ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali né obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa. L'udienza è durata circa tre ore. La Presidenza della Repubblica auspica che la Cancelleria della Corte assicuri al più presto la trascrizione della registrazione per l'acquisizione agli atti del processo, affinché sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all'opinione pubblica delle domande rivolte al teste e delle risposte rese dal Capo dello Stato con la massima trasparenza e serenità".

Resto dell'idea che il divieto di assistere all'udienza imposto ai giornalisti sia stato un errore. Errore doppio: formale, perché non è mai bello un processo che si svolge "a porte chiuse" quando non esistono particolari motivi di privacy; e sostanziale, perché da oggi pomeriggio sarà autorizzato ogni venticello, sarà libera ogni illazione su quanto è stato detto e raccontato e contraddetto al Quirinale nell'udienza del 28 ottobre 2014. Meglio avrebbe fatto Napolitano a presentarsi direttamente a Palermo, facendosi interrogare nell'aula bunker. Aveva anche qualche coraggioso precedente. E non lo scrive un grillino.

Chi c'era

ANSA /Alessandro De Meo
Un gruppo di avvocati entra al Quirinale. Roma, 28 ottobre 2014

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