Ferguson e le altre rivolte dei neri d'America
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Ferguson e le altre rivolte dei neri d'America

Il governatore del Missouri chiede l'intervento della Guardia Nazionale. L'autopsia dice: Michael Brown ucciso con sei colpi di pistola - Foto  - Video

Uno studio basato sui dati dell'Fbi rivela che dal 2006 al 2012, in media, alla settimana, due uomini neri sono stati  uccisi da un agente di polizia bianco. Nell'ultimo mese, la drammatica frequenza è stata rispettata. Gli uomini neri disarmati uccisi sono stati quattro.

Le altre vittime

Eric Garner, padre di sei figli, è morto il 17 luglio a New York durante l'arresto da parte di un pattuglia che lo aveva fermato perché vendeva sigarette senza licenza. Un agente lo ha placcato e lo ha tenuto fermo comprimendogli il collo. L'uomo è deceduto poco dopo.

John Crawford è stato ucciso il 5 agosto a Beavercreek, in Ohio. Era vicino al bancone e aveva preso in mano una delle pistole che vengono regolarmente vendute in quel centro commerciale quando la polizia gli ha intimato di buttare l'arma e gli ha subito sparato. “Ma perché gli agenti hanno aperto il fuoco visto che aveva in mano una pistola scarica in un negozio di armi?” - ha chiesto l'avvocato della famiglia.

Ezell Ford è stato invece ucciso a Los Angeles l'11 agosto. Il poliziotto che ha fatto fuoco ha detto che il giovane l'aveva minacciato. In realtà, secondo un testimone oculare, il ragazzo era a terra sdraiato e stava eseguendo tutti gli ordini dell'agente quando improvvisamente quest'ultimo gli ha sparato nella schiena.

Il 12 agosto, Dante Parker è stato fermato perché sospettato del furto di una bicicletta a Victorville in California. Lui ha subitosmentito di essere il ladro solo perché si trovava vicino a una bicicletta. La polizia non gli ha creduto e ha cercato di ammanettarlo. Lui ha iniziato a respirare a fatica. E'stato trasportato in ospedale ed è morto poco dopo.

Il movente? Il razzismo

Moltiplicare queste uccisioni per il numero degli anni, significa arrivare a un bilancio di decine di persone morte in circostanze simili a quella in cui è morto Michael Brown e forse può far capire la rabbia delle comunità nere americane di fronte all'ennesimo, tragico episodio dove i protagonisti sono dei poliziotti bianchi e dei giovani afroamericani.

Queste uccisioni sono diventate il simbolo della questione razziale negli Usa. E, a Ferguson sono esplose. Dopo l'ennesima notte di violenza il governatore del Missouri , Jay Nixon ha deciso di chiedere l'intervento della Guardia Nazionale.

L'esito dell'autopsia indipendente richiesta dalla famiglia non farà altro che aumentare la tensione e ad alimentare il fuoco della rivolta: Michael Brown è stato ucciso con sei colpi di pistola, tra cui due alla testa, sparati non da distanza ravvicinata.

Questo esito smentirebbe la versione fornita da Darren Wilson, l'agente che ha sparato, il quale ha sempre sostenuto di aver aperto il fuoco per l'atteggiamento minaccioso di Brown, circostanza già smentita dai testimoni oculari. La risposta a una minaccia di un'aggressione è sempre stata la giustificazione adottata dai funzionari di polizia per difendersi dalle accuse di aver sparato senza alcun motivo, o dall'accusa di averlo fatto per pregiudizio razziale.

L'ultimo caso prima di Ferguson: Trayvon Martin

Per i neri non ci sono dubbi: è il razzismo ad aver armato il grilletto che poi ha sparato. In questo, come in tutti gli altri casi. L'ultima grande protesta prima di Ferguson fu un anno fa, quando una sentenza giudicò non colpevole George Zimmerman della morte del giovane afroamericano Trayvon Martin. La guardia giurata aveva ucciso nel 2012 con un colpo di pistola il diciassettenne a Sanford, in Florida.

L'uomo ha sempre sostenuto di aver sparato per legittima difesa, e di non aver agito in quel modo per motivi razziali. Ma Trayvon era disarmato, innocuo, adolescente e nero. Se la sua pelle fosse stata di un altro colore, non sarebbe stato premuto il grilletto - hanno sempre sostenuto gli accusatori della guardia giurata.

Già un anno prima di questa assoluzione, negli Usa ci furono proteste dopo la decisione degli inquirenti di lasciarlo a piede libero: manifestazioni, cortei, sit in. Barack Obama si fece portavoce dei sentimenti dei neri d'America e disse una frase che un presidente degli Stati Uniti diverso da lui non avrebbe mai potuto dire: disse che Trayvon poteva essere suo figlio.

Dopo l'assoluzione di George Zimmerman le proteste furono per lo più pacifiche. Si temeva una rivolta che non ci fu. Come invece era accaduto in passato.

Le rivolte violente del passato

Come a Watts nel 1965. Per una settimana questo sobborgo di Los Angeles venne messo a ferro e fuoco. Fu la più violenta e sanguinosa rivolta, seconda solo a quella che scoppierà quasi trent'anni dopo nella stessa città californiana. La scintilla, anche in questo caso, fu un controllo della polizia nei confronti di un nero, accusato di guidare sotto l'effetto di stupefacenti, che ben presto si trasformò in uno scontro fisico con gli agenti.

Watts era un ghetto e da tempo la comunità locale si lamentava della politica aggressiva della polizia nei confronti degli adolescenti afroamericani. Dall'11 al 17 agosto ci furono 34 morti, più di mille feriti, più di tremila arresti, e 40 milioni di dollari di danni.

O come a Los Angeles nel 1992, quando un tribunale giudicò non colpevoli gli agenti di polizia che avevano fermato e picchiato a sangue Rodney King, un automobilista.  Per sei giorni, la città della California divenne teatro di scontri e violenze. I morti furono 53 e migliaia i feriti. le televisioni locali e nazionali riprenderanno dal vivo le scene da girone infernale che si videro in città Intervenne la Guardia Nazionale per mettere fine alle violenze.

Cosa accadrà ora a Ferguson? Riuscirà l'amministrazione Obama a spengere il fuoco dell'incendio che rischia di bruciarla?

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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