La paura di Berlusconi dietro la "staffetta" Letta-Renzi
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La paura di Berlusconi dietro la "staffetta" Letta-Renzi

Le manovre per un cambio della guardia a Palazzo Chigi e il timore del centrosinistra che sia il Cavaliere a rivincere le elezioni una volta approvata la legge elettorale - Governo Letta, la fotostoria

Staffetta sì, staffetta no. Chi la dà per certa, chi invece la esclude. Per dare un’idea della confusione che regna sotto il cielo della sinistra, disorientata dallo  spauracchio di una nuova vittoria di Silvio Berlusconi,  basta fare una domanda al ministro per i Rapporti con Parlamento Dario Franceschini, alla buvette di Montecitorio. “Boh, non so niente”. E il patto di coalizione solennemente annunciato da Enrico Letta? Silenzio.

C’è chi dice che Matteo Renzi starebbe sondando anche Sel (che è spaccata) e Ndc (che sarebbe disponibile) per capire se il suo governo, senza elezioni, al posto di quello di Letta potrebbe avere i numeri. Ma intanto nel tam tam delle indiscrezioni di queste ore avanza anche una quarta ipotesi (le prime tre esposte da Renzi sono: 1) il governo va avanti ma deve cambiare perché ha la pila scarica; 2) si va al voto (ma non ha precisato se con la riforma elettorale già fatta ndr), oppure 3) io posso salire a Palazzi Chigi). La quarta ipotesi che circola è che al voto si potrebbe andare a giugno, ma senza riforma. Quindi con la legge proporzionale che disegna la sentenza della Consulta dopo la bocciatura del  Porcellum.

Così rivincerebbe il Pd, Forza Italia non sarebbe più centrale, come invece sarebbe nella riforma del patto del Nazareno Renzi-Berlusconi, e “Matteo” allora sì che potrebbe andare a palazzo Chigi, investito dal voto popolare, con l’obiettivo di mettersi a capo di un governo di larghe intese e fare le riforme non riuscite al predecessore.

 Dicono i maligni e non dentro Forza Italia, ma dentro alcune aree del Pd, che al centro dei colloqui sul colle più alto dove sono saliti prima Renzi poi Letta ci sia in realtà la preoccupazione che il centrodestra con questa riforma elettorale avrebbe serie chance di vittoria. Vero, falso? Più d’uno però nel Pd avrebbe detto al segretario: “Guarda Matteo, che tu così rifai vincere Berlusconi e la sinistra non te lo perdonerebbe mai”.

E’ un fatto che intanto la discussione in aula sul testo di riforma sia già slittato alla prossima settimana. E  che quando approderà dovrà affrontare due mine che potrebbero essere devastanti come carne data in pasto a un esercito di franchi tiratori: un paio di emendamenti del Pd secondo i quali prima va fatta la riforma che trasforma il Senato in Camera  e  addirittura il Viminale dovrà avere fino a sei mesi di tempo per ridisegnare i collegi. Quindi, campa cavallo.  La vicepresidente dei deputati azzurri, Mariastella Gelmini fa un commento che coglie nel segno: “Il dualismo Renzi-Letta rischia di compromettere le riforme”. Intanto Scelta civica ha dato il ben servito a Letta chiedendogli di far posto a Renzi. In Transatlantico,  dalle parti del centrosinistra,  è tutto un viva la staffetta! Commenti maliziosi: “Così senza elezioni saranno sicuri di restare incollati alle loro poltrone”.  

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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