Sorial e il suo boia ignorato dai grillini
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Sorial e il suo boia ignorato dai grillini

Sull'offesa a Napolitano gli altri partiti insorgono, molti attivisti criticano, i suoi colleghi tacciono

Avanzano le dita per contare chi, pubblicamente, ha speso una parola per stigmatizzare l'uscita del collega Sorial”.

Così, a Panorama.it, un parlamentare del M5S commenta il silenzio quasi assoluto nel quale è caduta, almeno tra i suoi colleghi, la bomba lanciata ieri da Giorgio Sorial contro il capo dello Stato.

Se tutte le altre forze poltiche hanno infatti espresso dure condanne all'indirizzo del deputato che ha definito Giorgio Napolitano “un boia” colpevole di “cucire la bocca” e “mettere la tagliola” alle opposizioni sul decreto legge Imu-Bankitalia di cui oggi scadono i termini per il via libera, tra i grillini - mentre sul blog di Beppe Grillo è comparso un nuovo sondaggio per votare "l'atto più grave del presidente" - in pochi hanno avuto il coraggio di prendere ufficialmente le distanze.

Tra questi, i senatori Lorenzo Battista, che su Twitter ieri ha criticato il collega sottolineando che “le persone si descrivono per quello che dicono e per come si esprimono”, e Francesco Campanella, altrettanto contrariato “da un modo di esternare le posizioni che espone il Movimento agli attacchi degli altri partiti”.
Gli altri o tacciono o, addirittura, rincarano la dose. Come Manlio Di Stefano che su Facebook ha scritto: “Di cosa dovrebbero scusarsi il M5S e Sorial? Vi è parso eccessivo definire Re Giorgio Napolitano un boia? (…) il Re ha ucciso: la democrazia, la costituzione, il popolo italiano, la giustizia”.

Parole che legittimano il dubbio avanzato con Panorama.it da un altro parlamentare: “Ma siamo sicuri che il testo dell'intervento se lo sia scritto da solo? Secondo me qualcuno glielo ha dettato dall'alto”.

Il deputato del Pd Fabio Melilli, che siede con Sorial in commissione Bilancio, lo decrive, non a caso, come persona “educatissima e tranquillissima nel privato ma che, al pari di altri grillini, quando si trova di fronte alle telecamere o in una situazione pubblica, dà in escandescenza”.

Nato a Brescia da genitori egiziani, Giorgio Sorial ha iniziato a lavorare a 15 anni come operaio riuscendo poi a laurearsi in ingegneria della comunicazione con master in business administration. Un titolo che, a quanto pare, non gli è stato mai molto utile nello sforzo di dominare la sua irruenza linguistica. Già in passato, infatti, fu ripreso dalla presidente della Camera Laura Boldrini per come si era rivolto ai colleghi del Pd al grido di “Porcellini del porcellum che votate lo schifo della legge di stabilità: raccontate fregnacce. Dite di avere le palle? Non d'acciaio, però. Avete le palle di sterco”. A dicembre, proprio lui, che si lamenta della “violenza subita dalle opposizioni”, paragonò il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini a Caronte, il traghettatore delle anime all'Inferno descritto da Dante. Quando presentò la mozione sulle pensioni d'oro – tra l'altro l'unica in quasi un anno – alcuni suoi colleghi deputati uscirono dall'Aula perché in disaccordo con l'intero impianto.

Nel frattempo nelle caselle di posta elettronica di deputati e senatori pentastellati da ieri arrivano le mail di cittadini e attivisti indignati.

Sorial non ha rispetto per il capo di una nazione che ha accolto lui e i suoi” scrive qualcuno riferendosi alle sue origini egiziane; “E' indegno della carica istituzionale che occupa!”, e ancora “La 'democrazia' del clic produce anche questi elementi di infima osteria”; “Che pensa vedere tanti voti rappresentati da gente di così basso tasso di educazione e di sensibilità suina”.

Il classico autogol che rischia di avere conseguenze più pesanti di una semplice lavata di testa. Se non da parte dell'allenatore, che anzi evidentemente approva, sicuramente da qualche tifoso scontento della squadra.

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Claudia Daconto