'Sono pazzo, voglio uscire'. Il valzer dei mafiosi in carcere.
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'Sono pazzo, voglio uscire'. Il valzer dei mafiosi in carcere.

Ogni anno decine di detenuti chiedono di essere trasferiti nel Centro di osservazione psichiatrica per essere riconosciuti malati di mente. In testa alla classifica ci sono i mafiosi.

Mafiosi, pluriomicidi e detenuti ad elevato indice di vigilanza alla ricerca costante di uno sconto di pena. Ogni anno decine e decine di detenuti reclusi nelle carceri di tutta Italia si improvvisano “pazzi” per riuscire ad ottenere una scarcerazione anticipata rispetto al termine ultimo della pena. E così iniziano un valzer nelle celle del Centro di osservazione psichiatrica della Casa circondariale di Livorno a spese dello Stato.

Ma quanti sono i mafiosi oppure, quanti gli assassini che decidono di mostrarsi psicologicamente “fragili” per ridurre la pena e uscire dal carcere? E soprattutto, quanti di loro sono realmente affetti da patologie mentali?

Nel 2011 i detenuti “osservandi” finiti nelle 8 celle del Centro di osservazione psichiatrica del carcere livornese, sono stati 50 e di questi neppure ad uno è stata riconosciuta la malattia mentale. Stessa identica statistica anche per lo scorso anno: sulla totalità dei detenuti, per lo più in regime di ex 41 bis, nessuno è risultato pazzo o affetto da patologie mentali tali da richiedere l’allontanamento dal carcere o uno sconto di pena. Insomma, anche per il 2012, di soggetti “malati” neanche uno.

“Mediamente viene diagnosticata una patologia psichiatrica ogni 3 anni - spiega a Panorama.it, il personale del carcere livornese - ciò sta a significare un malato di mente ogni 150 – 160 detenuti osservati”.

I primi della classifica dei falsi pazzi sono i detenuti per reati mafiosi che sempre più spesso usano questo metodo non solo per lasciare per qualche settimana le proprie celle ma soprattutto per usare un'eventuale relazione psichiatrica in tribunale al fine di ritrattare o annullare dichiarazioni o ammissioni già rese davanti ai magistrati. Insomma, spesso sono boss che si pentono di aver “cantato” troppo e si improvvisano ‘malati mentali’ per sfuggire alle ritorsioni dei clan.

Ma la Casa Circondariale Le Sughere di Livorno, dove attualmente sono recluse 157 persone, è l’unica in Italia ad avere al suo interno un Centro di Osservazione Psichiatrica in grado di accogliere i detenuti di “Alta sicurezza”, gli ex 41 bis e  quelli classificati come Eiv, ovvero quelli ad elevato indice di vigilanza. Dunque i detenuti “attori” arrivano a Livorno da ogni regione d’Italia con costi davvero stellari per l'Amministrazione pubblica e con un superlavoro da parte degli agenti della Polizia penitenziaria.

Infatti, nel 2000 furono decretate le piante organiche della Polizia penitenziaria per un totale 44.406 unità. All’epoca i detenuti presenti nelle carceri italiane erano circa 42 mila e le unità di polizia penitenziaria erano 41.500. Oggi, invece, sono 67mila i detenuti ma gli agenti sono diventati di 37 mila e devono prestare servizio anche in 20 nuove strutture carcerarie.

Ma quanto costa il trasferimento di uno di questi detenuti?
Ad esempio, per tradurre un detenuto di ‘alta sicurezza’ da un carcere calabrese o siciliano a quello di Livorno, lo Stato è obbligato ad utilizzare l’aereo. “Il biglietto aereo per trasferire un detenuto di alta sicurezza costa mediamente allo Stato 700 euro, se non di più- spiega a Panorama.it,  il personale in servizio presso la struttura carceraria labronica - questa cifra deve essere moltiplicata per 4 perché ovviamente il detenuto non viaggia da solo ma con 3 agenti della scorta. Purtroppo abbiamo provato ad abbattere i costi ma non è possibile perché dobbiamo prenotare il biglietto aereo all’ultimo minuto, naturalmente con generalità false, e non possiamo utilizzare compagnie low cost”.  

Le compagnie a “basso costo” infatti non accettano uomini armati a bordo dei propri velivoli.

“Solamente compagnie aeree come Alitalia o AirOne ci permettono di imbarcare le armi, ovviamente con tutte le precauzioni necessarie”, precisano gli agenti.  E una volta raggiunto il carcere di Livorno i detenuti rimangono in osservazione per un tempo massimo di 30 giorni e poi vengono nuovamente riportati nel carcere di provenienza con gli stessi costi, gli stessi uomini e le stesse procedure.

Dunque, moltiplicando la cifra spesa per ogni singolo detenuto e per gli agenti della scorta sia per l’andata che per il ritorno, mediamente viene speso ogni anno per 50 “falsi pazzi” circa 300 mila euro. Senza considerare i costi degli straordinari degli agenti, i pranzi e tutte le soste che sono costretti a fare.  
Nel 2012 la Polizia penitenziaria ha svolto circa 200 mila traduzioni in tutta Italia per una movimentazione complessiva di circa 380 mila detenuti.

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Nadia Francalacci