Sindaco Marino: i 3 motivi per cui i romani non si fidano più
TIZIANA FABI/AFP/Getty Images
News

Sindaco Marino: i 3 motivi per cui i romani non si fidano più

Del plebiscito elettorale rimane solo un bel ricordo tra abbandono delle periferie, sporcizia, assenza di trasporto pubblico

I romani non si fidano più

Peggio di così non poteva andare. Dopo un anno e mezzo il plebiscito elettorale che aveva portato Ignazio Marino al governo di Roma rimane solo un bel ricordo. Un sondaggio Swg commissionato da una parte del Pd romano mostra una fotografia impietosa di come i romani non amino affatto l'operato del loro sindaco e della sua Giunta. Salito al Campidoglio con il 64 per cento delle preferenze, oggi solo il 20 per cento si fida ancora di lui. I soldoni, solo un romano su cinque lo sceglierebbe ancora per un secondo mandato. Ecco perchè gli altri 4, invece, dicono "no".


Periferie abbandonate

Marino si occupa solo del centro storico. Questa è una delle critiche più ricorrenti che arrivano anche da pezzi importanti del Pd romano. Se è importante la pedonalizzazione dei Fori Imperiali e una città a misura di ciclista, un sindaco non può dimenticarsi anche delle sue periferie, è la lamentela più ricorrente tra cittadini e simpatizzanti del Pd.

Rifiuti e degrado

Sporca, caotica, degradata. Così i romani intervistati da Swg descrivono la Capitale. C'è un problema rifiuti, la raccolta differenziata partita a rilento solo in alcuni quartieri della città ha mostrato fin da subito criticità: rifiuti in strada, mancata raccolta da parte dell'Ama e scarsa propensione dei romani a cambiare abitudini. Una situazione che ha accentuato il degrado in alcune zone e che quest'estate ha visto Marino al centro di un'aspra polemica con il giornalista Bruno Vespa per il tweet del 6 luglio che ci riportiamo.

Trasporti al collasso

I pendolari romani sono furiosi. Autobus e metro affollate, guasti continui, scioperi mensili che lasciano a piedi la città, attese bibliche alle fermate, sporcizia, degrado e vetture incandescenti d'estate. Questo il ritratto del trasporto pubblico romano che è anche quello più indebitato d'Italia secondo lo studio di Carlo Cottarelli, Commissario uscente alla spending review. L'Atac è la partecipata del trasporto pubblico con più debiti e con i bilanci in profondo rosso. Questo accompagnato al piano di salvataggio finanziario del Comune di Roma si traduce in corse tagliate e ridotta manutenzione delle vetture che hanno cumulato centinaia di migliaia di chilometri su sanpietrini e le strade dissestate della Capitale.

Inoltre, Marino eredita dalle giunte precedenti la patata bollente della Metro C, la linea che rischia di non vedere mai la luce, come anche il prolungamento della Metro B verso la periferia est della città. Mancano i soldi e le società che si erano unite in associazione temporanea di impresa per realizzare l'opera, a fronte dei ritardi, hanno fatto sapere di non essere più interessate al progetto.

Altra doccia fredda Marino l'ha consegnata ai romani al rientro delle vacanze: l'aumento delle tariffe delle strisce blu del 50 percento, con l'eliminazione delle tariffe agevolate giornaliere.

Il confronto con Alemanno

Rispetto al predecessore Gianni Alemanno solo il 23% risponde che è meglio vivere a Roma con Marino («molto» per il 4%; «un po’» per il 19); per il 35% non è cambiato nulla; per il 40% va addirittura peggio («un po’» per il 15%, «molto peggio» per il 25). Insomma, Ignazio Marino potrebbe essere il primo sindaco del centrosinistra a non essere riconfermato negli ultimi vent'anni di governo della città. Un bel problema per il Pd che dopo questa esperienza rischierebbe di riconsegnare la città al centrodestra o ai 5 stelle che crescono nei sondaggi che toccano oggi quota 25 per cento.

I più letti

avatar-icon

Sara Dellabella