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Sì all'adozione incrociata: il Tribunale di Roma dà ragione a una coppia lesbica

Il tribunale di Roma ha riconosciuto il diritto delle due compagne ad adottare la figlia dell’altra. Avranno il doppio cognome ma non saranno sorelle

È il primo caso mai accaduto in Italia. Il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione incrociata a una coppia di donne che avevano generato, ciascuna, due bambine grazie alla fecondazione artificile praticata in Danimarca.

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Le due bambine - che oggi hanno 4 e 8 anni - non potranno essere considerate sorelle per la legge italiana (essendo figlie biologiche di madri differenti) ma - avendo il giudice verificato l’esistenza tra le mamme di un comune progetto di genitorialità - potranno godere di quel meccanismo delle «adozioni in casi particolari» (art. 44 della Legge sull’adozione) che consente, in questo caso, alle due «madri» - una sociale e l'altra biologica - di adottare la figlia dell’altra nel superiore interesse dei minori. Le due «non-sorelle» potranno però assumere due cognomi, uno della madre biologica e l'altro della madre adottiva, risultando di fatti eguali all'anagrafe (con una semplice inversione nell'ordine dei due cognomi).

«Si tratta di una pronuncia importante - ha dichiarato Maria Grazia Sangalli, presidente di Rete Lenford, un'associazione che tutela le famiglie Arcobaleno - che si limita a riconoscere l’esistenza di una famiglia che già c’è, sulla base di una legge che in Italia si applica da molti anni. In particolare, il Tribunale ha riconosciuto che è nell’interesse dei due bambini vedersi garantita continuità affettiva e stabilità di rapporti familiari, garantendo inoltre la loro identità personale attraverso l’aggiunta del cognome della mamma sociale a quello della mamma biologica».  Questa sentenza giunge alla vigilia del monito che il Consiglio d’Europa all'Italia, basato sulla Convenzione europea dei diritti Umani che obbliga a riconoscere l’adozione alle coppie dello stesso sesso al pari di quelle di sesso opposto non sposate, come avviene nel caso dell’adozione in casi particolari. 


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