Gli sherpa scioperano: vogliono più soldi e più rispetto
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Gli sherpa scioperano: vogliono più soldi e più rispetto

Il 18 aprile 16 sherpa hanno perso la vita nella più tragica valanga che si sia mai verificata sull’Himalaya

Un muro di ghiaccio si è frantumato senza lasciare scampo a chi lo stava attraversando. Dopo la tragedia, il governo nepalese si è limitato a promettere 410 dollari di indennizzo per i familiari delle vittime. E altri sherpa si sono detti pronti a ricominciare a scortare in vetta centinaia di scalatori stranieri. Sconvolte da tanta indifferenza, alcune guide nepalesi hanno proclamato uno sciopero sindacale, che è al tempo stesso una protesta per i diritti umani. Una decisione impegnativa, visto che il turismo rappresenta il 4 per cento dell’economia del paese. Gli sherpa che hanno incrociato le braccia chiedono più rispetto, più diritti e guadagni, per chi, come loro, rischia costantemente la vita in quota. E promettono di non muoversi dal campo base, fino a quando tutti i turisti stranieri non se ne saranno andati.

"L’insofferenza verso quelli che gli sherpa definiscono alpinisti maleducati e irrispettosi è iniziata qualche tempo fa" ha scritto il settimanale Time. "Con le critiche per aver trasformato l’Everest nella più grande discarica a cielo aperto del mondo", l’incidente del 18 aprile ha spinto gli sherpa ad adottare una linea molto più dura di quanto molti si sarebbero aspettati. "Il governo di Kathmandu è sotto pressione e potrebbe essere indotto ad approvare nuove regole per le salite sull’Everest, per non perdere faccia e introiti" ha commentato il quotidano inglese The Guardian. "Per ora, tuttavia, le autorità si sono limitate a prolungare la validità dei visti agli scalatori costretti a rinviare l’avventura".

Il parere di Wong Siu Lun professore al Centro di studi sull’Asia, Università di Hong Kong.

La stagione delle scalate al tetto del mondo inizia a marzo e finisce a maggio. Ed è solo perché più di metà della stagione è già passata che gli sherpa si possono permettere di scioperare. Gli stranieri pagano tra i 30 e i 60 mila dollari per salire in cima all’Everest e gli sherpa ne incassano al massimo 2 mila. Eppure i loro guadagni sono circa sette volte gli stipendi medi nazionali. La tragedia del 18 aprile ha cambiato l’ordine delle loro priorità: chiedono paghe migliori, un’assicurazione e carichi di lavoro ridotti. Se li otterranno, questo sciopero di 30 giorni sarà più che ricompensato.

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