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Uragano Ophelia in arrivo in Europa, quali sono i rischi

La tempesta tropicale nata nell’Atlantico punta verso il nostro continente e potrebbe colpire Spagna e Portogallo

L’allarme è stato lanciato dal National Hurricane Center di Miami, l’ente statunitense che monitora gli uragani nell’Oceano Atlantico: elaborando le immagini dei satelliti è apparso chiaramente che la tempesta tropicale, chiamata Ophelia, è diventata un uragano e sta puntando dritta verso l’Europa a gran velocità.

Di solito gli uragani che si formano nell’oceano che separa il nuovo mondo dal vecchio continente si dirigono verso i Caraibi e spesso si abbattono sulle coste degli Usa, portando con loro piogge torrenziali, venti, inondazioni e altri disastri, come è successo a fine agosto 2017 con Harvey, che ha colpito il Texas provocando allagamenti e decine di morti nel vicino entroterra.

O come Katrina, che nel 2005 ha quasi completamente distrutto la città di New Orleans, in Louisiana: una delle peggiori catastrofi naturali che ha colpito gli Usa negli ultimi decenni.

Ophelia, invece, si muove in direzione opposta: nel momento in cui scriviamo è a circa duemila chilometri dalle isole Azzorre e si sposta alla velocità di cinque chilometri all’ora verso le coste europee, con venti che soffiano fino a centoquaranta chilometri orari.

Secondo gli esperti aumenterà di intensità e velocità nei prossimi giorni e già lunedì potrebbe essere vicino ai litorali atlantici di Spagna, Portogallo e Inghilterra. È scattata quindi subito l’allerta nei Paesi a rischio.

Uragano Ophelia arriva in Europa? Mappe e previsioni | video

Battuto il record di uragani

Ophelia è finora il decimo uragano che si è formato nell’atlantico quest’anno, uguagliando e superando il record del numero di tempeste annuali che, a quanto dice l’esperto di tempeste Phil Klotzback della Colorado State University, era imbattuto dal 1893.

Cos’è Ophelia

Si tratta di un ciclone tropicale, cioè di un vortice di nubi a bassa pressione atmosferica, che ruota su se stesso con venti a forte velocità. I cicloni si formano a causa del calore e dal vapore prodotti dagli oceani e nascono in prossimità dell’equatore spostandosi poi verso i continenti dove esauriscono la loro intensità. Per convenzione, se un ciclone si trova nell’Oceano Atlantico viene chiamato uragano. Nel Pacifico, invece, le stesse manifestazioni atmosferiche sono denominate tifoni.

I precedenti in Europa

In Spagna l’ultimo uragano, Vince, è arrivato nel 2005 ma la sua furia distruttiva si è placata quando ha raggiunto le coste, provocando solo forti piogge, venti e allagamenti, senza vittime né danni ingenti ad abitazioni e strutture.

Molto più grave fu quello dell’ottobre 1842, che distrusse decine di navi all’ancora nei porti e centinaia di abitazioni a Siviglia, con venti che raggiunsero l’entroterra arrivando fino a Madrid.

Nello scorso secolo sono stati numerose le tempeste di origine tropicale che sono arrivate in Europa, soprattutto nei Paesi del nord Atlantico, come Scozia, Irlanda e Danimarca.

I più intensi sono stati caratterizzati da giornate intere di continua pioggia e raffiche di vento sopra i cento chilometri orari, con danneggiamenti gravi strade, ponti, porti e case: ma in quelle zone, nel 1986, l’uragano Charley lasciò anche undici vittime sul suo cammino.

Cosa succederà nei prossimi giorni

È la inquietante domanda che si pongono gli abitanti delle zone a rischio: i meteorologi hanno classificato Ophelia come uragano di categoria 1, quella più bassa sulla scala empirica Saffir-Simpson (cioè come la scala Mercalli per i terremoti, che misura la loro intensità dai danni che possono causare e non come quella Richter che invece dà una precisa indicazione della magnitudo dei sismi).

Secondo la Saffir-Simpson Ophelia dovrebbe quindi spirare a velocità non superiore ai centocinquanta chilometri orari, abbastanza per squarciare tetti, affondare barche e postazioni galleggianti ma senza distruggere edifici.

Le inondazioni non dovrebbero superare il metro e mezzo nelle zone prossime alla costa.

Significa però che potrebbero esserci vittime, per esempio intrappolate nelle auto sommerse dalle alluvioni, e black out dovuti al danneggiamento delle linnee elettriche e delle strutture che forniscono energia. Senza contare gli sfollati che si troverebbero le case allagate.

Proprio come succede in Italia, quando si verificano allagamenti nelle città a causa di piogge incessanti e lo straripamento dei torrenti vicino o dentro ai centri urbani, come è accaduto per esempio a Genova diverse volte negli ultimi anni.

Per sapere di più sui possibili pericoli per le popolazioni locali bisognerà aspettare i prossimi giorni: potrebbe anche darsi che prima di arrivare sui litorali spagnoli, portoghesi e inglesi l’intensità dell’uragano si smorzi o si estingua, lasciando solo forti perturbazioni e temporali.

Nessun pericolo per noi

Il nostro Paese non sarà interessato dal passaggio dell’uragano dato che non affaccia direttamente l’Atlantico e Ophelia non arriverà all’interno del Mediterraneo.



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Angelo Piemontese

Sono nato a Pavia dove mi sono laureato in Fisica. Attratto dall'intrigante connubio tra scienza e scrittura, ho quindi conseguito la specializzazione post accademica in giornalismo scientifico e ho collaborato con le principali riviste del settore, soprattutto in ambito astronomico. Racconto le meraviglie del cielo con i piedi ben piantati a terra, ma anche storie di scienza, medicina e natura.

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