Clostridium difficile
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Superbatteri: se uno zucchero li rende più aggressivi

Il Clostridium difficile è un agente patogeno che colpisce l'intestino. La presenza di uno zucchero negli alimenti rende alcuni ceppi più virulenti

Uno zucchero che viene aggiunto a diversi alimenti industriali potrebbe essere responsabile della diffusione di alcuni ceppi particolarmente virulenti del Clostridium difficile, un superbatterio considerato molto pericoloso, in America e in Europa in quanto resistente agli antibiotici. Il dito accusatore è puntato sul trealosio, che si trova in prodotti come barrette energetiche e chewing gum. Il campanello di allarme arriva da uno studio appena pubblicato su Nature, secondo i cui autori, in test di laboratorio e modelli animali, il trealosio si è dimostrato in grado di aumentare la virulenza dei ceppi di C. difficile che predominano nelle infezioni dei pazienti.

Batterio pericoloso

C. difficile è un agente patogeno intestinale e una delle principali cause di diarrea associata agli antibiotici. Negli ultimi anni, il Nord America e l'Europa hanno visto un forte aumento dei ceppi ipervirulenti che provocano gravi malattie, sebbene i fattori che contribuiscono alla loro comparsa non siano chiari.

Secondo gli autori dello studio la tempistica di questo picco di diffusione del batterio coincide con l'arrivo sulla scena del trealosio. "Nel 2000, il trealosio è stato approvato come additivo alimentare negli Stati Uniti per un certo numero di alimenti, dal sushi alle verdure al gelato", dice uno dei ricercatori, Robert Britton del Baylor College of Medicine in Texas. "Circa tre anni dopo, le segnalazioni di epidemie con questi particolari ceppi hanno iniziato ad aumentare. Anche altri fattori possono contribuire, ma riteniamo che il trealosio sia un fattore scatenante".

Non tutti i ceppi sono uguali

I ceppi incriminati sono RT027 e RT078: quando i ricercatori ne hanno analizzato i genomi, hanno trovato sequenze di DNA che permettono loro di alimentarsi con basse dosi di trealosio in modo molto efficiente. In realtà, questi particolari batteri hanno bisogno di circa 1.000 volte meno trealosio per vivere rispetto ad altre varietà di C. difficile, grazie alla loro composizione genetica.

Per testare le loro scoperte, gli scienziati hanno fatto esperimenti su topi infettati con il ceppo RT027. Nel gruppo a cui erano state somministrate basse dosi di trealosio, il tasso di mortalità era molto più alto - non a causa di più batteri, hanno scoperto gli scienziati, ma perché lo zucchero ha permesso di produrre tossine più velenose.

La novità è il nutrimento

Ulteriori test sull'uomo hanno confermato che RT027 era in grado di crescere da piccole quantità di trealosio, a differenza di altri ceppi dello stesso batterio. Negli Stati Uniti, secondo i dati più recenti dei Centers for Disease Control and Prevention che risalgono al 2011, C. difficile è stato responsabile di mezzo milione di infezioni nel corso dell'anno e di 29.000 decessi nei primi 30 giorni di diagnosi.

"Questi ceppi sono stati presenti nelle persone per anni senza causare gravi focolai", spiega uno dei ricercatori, James Collins del Baylor College of Medicine. "Negli anni '80 non erano epidemici o ipervirulenti, ma dopo il 2000 hanno iniziato a predominare e causare importanti focolai". Quindi, concludono gli autori, ora sappiamo che "ciò che un tempo ritenevamo uno zucchero perfettamente sicuro per il consumo umano può avere conseguenze inaspettate".

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Marta Buonadonna