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Petroliera affondata in Cina: i pericoli per l'ambiente

Il condensato leggero di cui l'imbarcazione iraniana trasportava quasi un milione di barili è molto velenoso per la fauna marina


La collisione tra la petroliera iraniana Sanchi e il mercantile CF Crystal al largo delle coste di Shanghai è avvenuta il 6 gennaio. Illeso l'equipaggio del mercantile, nessuna speranza invece per quello della petroliera a bordo della quale sono avvenute esplosioni e incendi. L'imbarcazione, che trasportava 136mila tonnellate di petrolio ultraleggero, è affondata e dal suo scafo ne è già fuoriuscita una quantità che copre un'area di circa 10 km².

Peggio della Exxon Valdez

La Sanchi trasportava quasi 1 milione di barili di condensa, un idrocarburo liquido altamente infiammabile che viene utilizzato nella produzione petrolchimica. Se dovesse fuoriuscire tutto in mare invece di bruciare, come in parte sta ancora facendo, avremmo a che fare con uno dei più grandi sversamenti da una nave degli ultimi cinquant'anni. La Sanchi ha un carico assai più abbondante di quello che la Exxon Valdez riversò vicino all'Alaska. Lo sversamento del 1989 portò alla distruzione di migliaia di esemplari della fauna marina e danni ambientali a lungo termine.

Alla tv cinese qualche esperto dell'amministrazione statale che si occupa nel mare si è affrettato a dichiarare che il condensato leggero avrebbe un "impatto inferiore sull'oceano" rispetto ad altri tipi di petrolio e un impatto "minimo" sugli esseri umani, dato che l'incidente è avvenuto in mare aperto. Non è d'accordo Ma Jun, direttore dell'Istituto per gli affari pubblici e ambientali, che ha dichiarato al quotidiano cinese Global Times che l'affondamento della petroliera prima che una maggiore quantità di petrolio avesse la possibilità di bruciare è "la peggiore situazione" possibile.

Veleno sotto il mare

"Il petrolio di condensa, una sorta di petrolio ultra-leggero presente sulla Sanchi, è diverso da altri tipi di petrolio greggio ed è velenoso per la vita marina", ha avvertito Ma Jun. Diversamente dal greggio, la condensa non forma una pellicola sulla superficie del mare quando viene versata. Genera invece un pennacchio sottomarino tossico di idrocarburi invisibile dalla superficie. Balene, focene, uccelli marini, pesci e plancton in contatto con questi idrocarburi o muoiono rapidamente o sviluppano disfunzioni fisiologiche, insufficienza riproduttiva e malattie croniche.

La regione tra l'altro è un importante sito di riproduzione per molte grandi specie ittiche, le cui uova sono state "indubbiamente esposte" ai composti tossici. L'assenza della tradizionale marea nera in superficie, quindi non deve far pensare che l'impatto della sostanza finita in mare sia minimo. Lo sostiene Rick Steiner, uno scienziato marino statunitense basato ad Anchorage, in Alaska, che ha esperienza di fuoriuscite di petrolio. "Come per tutte le fuoriuscite di petrolio, il tempo è essenziale", ha avvisato Steiner. "Questo è particolarmente vero per le fuoriuscite di condensa, poiché la sostanza è così tossica e volatile".

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Marta Buonadonna