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Giornata mondiale per la lotta all'Aids: obiettivo prevenzione

La parola d'ordine di questo 1° dicembre è continuare a sensibilizzare la popolazione su una malattia ancora in espansione come numero di contagi

La parola d'ordine è sensibilizzare, tenere alto il livello di attenzione. Un atto doveroso verso coloro i quali continuano a sottovalutare la piaga mondiale dell'AIDS, non ancora debellata.

Per questo motivo il 1 dicembre si puntano i riflettori sulla malattia: Acquired Immuno-Deficiency Syndrome o Sindrome da Immunodeficienza Acquisita. In tutto il mondo si celebra la "Giornata mondiale per la lotta all'AIDS", in cui si cerca di diffondere informazioni e stimolare le coscienze sui rischi di un’epidemia che riguarda ogni sfera sociale, tocca tutti i punti del pianeta e non accenna a diminuire.

I numeri

Sono trascorsi più di 30 anni dall’identificazione del virus responsabile dell’AIDS che ha causato da allora più di 39 milioni di morti e contro il quale la scienza medica, con i suoi studi, è riuscita a fare dei grandi progressi.

Secondo il rapporto annuale 2014 dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) sono 142 mila i nuovi casi rilevati di AIDS, di cui solo 30 mila nell’Unione Europea.

I dati registrati sottolineano che il 60% delle nuove diagnosi riguarda la Russia ed il 21% i paesi dello dell'Unione Europea.
L’Italia rimane stabile in dodicesima posizione.

Si stima che la fascia d’età più colpita vada dai 15 ai 29 anni mentre la via di trasmissione principale rimane quella dei rapporti sessuali non protetti il 32% dei quali tra eterosessuali contro il 42% dei casi di infezione tra omosessuali.

Unica difesa: la prevenzione

L’AIDS da malattia mortale è passata ad essere una malattia con la quale si può convivere per più di trent’anni se curata adeguatamente e diagnosticata precocemente. Anche se, nonostante si conosca il suo agente patogeno, non esiste ancora un vaccino.

Ad oggi l’unica arma efficace per evitare di essere contagiati rimane la prevenzione che, negli ultimi anni è dominuita, venendo a mancare nelle coscienze la percezione che sussista ancora un rischio elevato.

In cosa consiste e le terapie combinate

L’AIDS è una patologia che causa la diminuzione dei linfociti T del sistema immunitario in seguito ad un’infezione da HIV, rendendo l’organismo privo di difese immunitarie e facilmente attaccabile dall’ambiente esterno, sviluppando così infezioni e tumori difficili da contrastare.

Oggi esistono diverse proposte terapeutiche per cercare di tenere a bada l’evolversi dell’infezione da HIV, anche se non è ancora disponibile una cura capace di sradicare del tutto il virus una volta entrato nell’organismo.

I trattamenti per l’infezione da HIV sono terapie combinate che utilizzano contemporaneamente l’uso di 3 o più farmaci antiretrovirali. La più comune, chiamata HAART, permette di tenere sotto controllo la replicazione del virus nel sangue, provando a ripristinare la funzionalità del sistema immunitario.

Uno studio clinico condotto nel 2011 ha dimostrato come la terapia antiretrovirale, se iniziata nel momento della diagnosi, riduce la mortalità. Tale terapia non guarisce l’infezione da HIV ma può tenerla a bada una volta contratta.
In attesa che i tentativi condotti ancora oggi da diversi istituti di ricerca per la ricerca di un vaccino che, sperimentato sull’uomo,  dia i risultati sperati, diventino realtà.

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Uno scolaro indiano e un gruppo di attivisti portano candele e cartelli durante una manifestazione per sensibilizzare contro la lotta all'AIDS - 30 novembre 2015

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Francescapaola Iannaccone