Artemisia e tumore: "Ecco come sono guarito"
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Artemisia e tumore: "Ecco come sono guarito"

Dopo aver letto i nostri articoli sulle proprietà della pianta, Amedeo Gioia ha voluto raccontarci la sua esperienza di malato

(Qualche tempo fa ci siamo occupati delle presunte proprietà antitumorali dell'artemisia annua, intervistando  il direttore scientifico dell'Isituto dei Tumori di Milano. Oggi diamo la parola a un paziente che sostiene di essere guarito dopo l'assunzione di artemisia. Noi ci limitiamo a riportare il colloquio senza entrare nel merito di conclusioni scientifiche sulla validità della terapia seguita dall'intervistato. NdR)

Mi avevano diagnosticato un tumore al peritoneo, con diverse metastasi sparse tra prostata, intestino, vescica, ecc. Mi avevano dato una settimana, un mese di vita al massimo, ma i miei familiari non si sono arresi, hanno cercato cure alternative e i miei figli mi hanno convinto a provare con l'artemisia: sono guarito. Le metastasi, alcune grosse anche fino a 4 centimetri, sono scomparse. I medici dicono che sono un "miracolato", ma io sono ateo, comunista e marxista!".

Protagonista di questo apparentemente incredibile racconto è Amedeo Gioia, 68 anni, romano "del quartiere Testaccio", come ama sottolineare. A marzo scorso la terribile scoperta di avere un tumore in stato avanzato e la prospettiva di sottoporsi a cicli di chemioterapia, che "non mi avrebbero salvato" come racconta a Panorama.it. Poi la svolta, avvenuta a suo dire grazie all'artemisia annua, scoperta dal figlio 20enne ricercando su internet, insieme al fratello maggiore di 43 anni. Oggi Amedeo Gioia si sente rinato, "i miei figli mi hanno salvato la vita" dice e da due mesi ha aperto un gruppo su Facebook che si chiama "Quelli dell'artemisia annua", dove si possono trovare informazioni di ogni genere su come curarsi con questa erba, sulle cui "proprietà antitumorali" sono stati condotti studi in America.

La testimonianza

"In un primo tempo i miei figli avevano ipotizzato il ricorso alla cannabis o all'hashish, poi si sono imbattutti in un video che parlava di erbe magiche e curative, e hanno scoperto l'esistenza dell'artemisia annua e degli studi in proposito". "Mia moglie mi ha raccontato che il tumore era così esteso da sembrare un tappeto di palline rosse, era inoperabile e potevo solo sottopormi alla chemioterapia, con due cicli alla settimana, ma non ho voluto: sarei stato male, senza la possibilità di guarire". Dopo essersi procurato l'artemisia annua, comprata tramite una distilleria laziale, Gioia racconta di essersi subito sentito meglio: "Già dopo 48 ore da quando avevo iniziato a bere la soluzione idroalcolica di artemisia, mi sono spariti i dolori lancinanti che avevo. Dopo 10 giorni l'ecografia ha mostrato che le metastasi erano scomparse, così come è accaduto con la tac effettuata dopo 20/25 giorni" racconta a Panorama.it Amedeo Gioia.

"I medici mi hanno definito un miracolato. Si limitano a parlare dell'artemisia come di un "coadiuvante", ma i documenti clinici che ho postato sul gruppo Facebook parlano chiaro". Gioia ha infatti deciso di pubblicare sul profilo del social tutte le informazioni che possono essere utili a chiunque abbia un tumore, ma non solo: "In due mesi siamo già a quasi 4 mila iscritti: mi spiace perché si tratta di persone che non stanno bene, ma tutti stanno traendo beneficio dalle cure con l'artemisia annua".

La "cura"

"Esistono alcune farmacie ed erboristerie che vendono l'artemisia, ma sono poche. Io ho usato la soluzione idroalcolica: pochi cucchiai diluiti in acqua dopo mangiato, come fosse un digestivo. È un superalcolico (e io sono astemio!), ha 65 gradi, lo produce una distilleria di cui ho messo i riferimenti su Facebook" spiega Gioia, che precisa come alcuni invece assumano l'artemisia sotto forme di capsule, facendole arrivare dall'estero, in particolare da Gran Bretagna, Olanda o Stati Uniti. Il 68enne romano non si fida invece delle gocce che qualcun altro si procura dai Paesi dell'est Europa, temendo che si tratti di assenzio, dunque di un prodotto comunque tossico. Come precisato su internet, esistono poi la tintura madre alcolica/non alcolica (con glicerina), le capsule appunto, le tisane, gli infusi, i decotti e i macerati con pianta fresca o secca.

"L'erba magica"

Usata in passato come antimalarico in Cina, qualche mese fa ha suscitato scalpore la notizia di un medico statunitense che ha dichiarato apertamente le proprietà anti-tumorali dell'artemisia annua e, in particolare, dell'artemisina, il principio attivo estratto da questa pianta, che sarebbe in grado di eliminare elettivamente le cellule tumorali. Secondo alcuni ricercatori dell'università di Washington, l'artemisina, liberando radicali liberi, colpisce selettivamente le cellule contenenti eccessive quantità di ferro, come nel caso di quelle tumorali, arrivando a eliminarle. Gli studi, però, sono ancora alla fase della sperimentazione in vitro o su animale, senza essere arrivati ai test sull'uomo.

I dubbi

L'interesse nei confronti di questa erba e delle sue proprietà sta crescendo di settimana in settimana, per questo il gruppo su Facebook ha deciso di dedicare una sezione alle domande più frequenti. Per le risposte, che sono work in progress, è stato anche chiesto l'aiuto di esperti. Intanto i medici invitano alla cautela, sottolineando come la sperimentazione sia ancora in corso. Il dottor Laffranchi, dell'Istituto dei Tumori di Milano, responsabile del Gruppo di Studio Me.Te.C.O. (Medicine e Terapie Complementari in Oncologia) proprio su Panorama.it aveva precisato come "allo stato attuale delle conoscenze si hanno fondate speranze che l'artemisina e i suoi derivati possano in futuro portare alla formulazione di farmaci attivi nel trattamento di alcune forme tumorali, umane e veterinarie. Ma è fondamentale sottolineare che il cancro è una malattia complessa e variegata e che i risultati sperimentali ottenuti in una forma tumorale non possono essere generalizzati, ma vanno verificati tramite una seria sperimentazione clinica controllata, che ne attesti l'efficacia e la tollerabilità nei diversi tipi istologici".


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Eleonora Lorusso