Ucraina: le sanzioni contro Mosca colpirebbero anche gli Usa
Il Segretario di Stato John Kerry e il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov (Getty Imagines / Brendan Smialowsky)
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Ucraina: le sanzioni contro Mosca colpirebbero anche gli Usa

Perché avrebbero un impatto sugli investimenti delle grandi multinazionali americane in Russia. Ma, alla fine, il danno maggiore sarebbe per Putin

John Kerry è stato molto chiaro davanti alla commissione del Senato: "Loro sentiranno gli effetti, ma anche noi li sentiremo. Colpiremo la loro economica, ma anche la nostra verrà colpita". L'effetto boomerang di cui parla il segretario di stato è quello delle sanzioni economiche che l'amministrazione Obama potrebbe varare contro la Russia se i carri armati di Putin oltrepassassero il confine orientale dell'Ucraina.

La Casa Bianca le ha minacciate da tempo e ritiene che siano un importante deterrente contro i piani del Cremlino. Ma non tutti sono d'accordo sul fatto che sarebbe una buona idea imporle nel caso di invasione russa. Bloccare gli investimenti privati americani in Russia, congelare gli scambi commerciali, provocherebbe degli effetti negativi anche sul business che le grandi multinazionali statunitensi fanno a Mosca. E, di conseguenza, ci sarebbero delle ripercussioni sull'economia americana

La lista è lunga e comprende i più noti marchi made in Usa. Come spiega la rivista NewRepublic, queste multinazionali (con tutta probabilità) sarebbero contrarie a varare quelle sanzioni.

PepsiCo Company

Con le sue bevande, la PepsiCo ha guadagnato cinque miliardi di dollari in Russia nel 2012, più del 7% delle sue entrate nette globali. Per la società, quel mercato è uno dei migliori, sempre di più in crescita. Tanto che gli investimenti hanno portato all'acquisizione di alcune società russe con investimenti per miliardi di dollari.

Coca Cola Company

Non ci conoscono le cifre esatte dei ricavi del mercato russo per la Coca Cola, ma si sa che nel 2012 ha aumentato del 3% la diffusione delle sue bevande. Una buona performance. Anche in questo caso tanti soldi investiti. Nel 2011 era stato varato un piano di investimenti per cinque miliardi di dollari entro il 2016.

Exxon Mobil

Nel 2011 La compagnia petrolifera ha raggiunto un'importante accordo con la Rosneft, lil colosso energetico di stato russo, per delle trivellazioni nell'Artico, che dovrebbero iniziare quest'anno. In prospettiva, un affare da miliardi e miliardi di dollari. La Exxon Mobil scommette sulla Russia, tanto che ha deciso di investire più di 10 miliardi di dollari negli ultimi anni.

General Motors

La casa automobilistica ha venduto 258.000 vetture in Russia lo scorso anno. Un lieve flessione di 30.000 unità rispetto all'anno precedente, ma pur sempre una buona cifra che va a comporre il 3% del mercato globale della General Motors. Nel 2012 è stata annunciato un piano di investimenti di un miliardo di dollari.

Ford

Il numero di vetture venduto è stato inferiore rispetto a quello della General Motors, ma gli investimenti sono stati superiori: un miliardo e mezzo nella partnership con la russa Sollis nel 2011.

McDonald's

Giro d'affari miliardario anche per questa icona americana all'estero. Il primo ristorante in Russia è stato aperto nel 1991 e ora sono 400 sparsi in tutto il paese. Dopo l'annessione della Crimea da parte russa, la McDonald's aveva ordinato la temporanea chiusura di tre ristoranti in tre città della penisola. Per ritorsione, il leader nazionalista russo Vladimir Zhirinovsky aveva proposto di cacciare la multinazionale americana dalla Russia.

Dare il segnale verde o no alle sanzioni?

Se le sanzioni dovessero essere varate, per gli affari di queste società americane sarebbe un problema. E, lo sarebbe anche per l'economia Usa. Ma, i falchi dell'amministrazione Obama insistono nel dire che, se dovesse esserci una guerra commerciale, alla fine il prezzo maggiore lo pagherebbero i russi.

Basta vedere lo scambio commerciale tra i due paesi. Nel 2011, secondo l'Observatory of Economic Complexity, gli Usa hanno esportato in Russia prodotti per 11 miliardi di dollari, mentre invece l'export di Mosca negli Stati Uniti ammontava a 26 miliardi di dollari. I russi ci perderebbero. Perché per loro, le esportazioni negli Usa rappresentano quasi il 3% del totale. Per Washington, invece, il commercio con Mosca solo l'1% del totale.

Il ragionamento non fa una piega. Ma avrebbe senso perdere miliardi di dollari per un effetto così limitato? Infatti, pur danneggiando l'economia russa, in questo modo gli americani non la colpirebbero con grande forza. Secondo molti esperti è meglio lasciare perdere questo tipo di sanzioni. Anche perché se fossero unilaterali avrebbero un impatto ancora minore. Meglio tentare di colpire la Russia con sanzioni finanziarie, andando a "bloccare" le prima quattro banche del paese. Per Mosca, il problema sarebbe maggiore.

Alla fine, però, per gli colpire con forza la Russia, gli Usa dovrebbero fare una sola cosa: agire di concerto con gli europei. Senza l'aiuto dell'Ue (maggior partner commerciale della Russia), la Casa Bianca rischia di non avere armi efficaci contro Putin. Per questo molti esperti consigliano di giocare sempre più d'intesa con l'Europa, tentando di portare Bruxelles su posizioni più dure. Se questo non dovesse avvenire, e Obama andasse da solo alla guerra economica con Putin, la Russia ci perderebbe, ma anche gli Usa sentirebbero gli effetti delle loro stesse sanzioni.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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