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ANSA/ ANGELO CARCONI
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Salvini contro Mattarella sulle frontiere. Ma si parlava di vino, non di immigrati

Il leader della Lega attacca il presidente della Repubblica per alcune dichiarazioni. Che però non si riferivano agli immigrati

Il leader della Lega Nord Matteo Salvini attacca il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e scoppia la bufera politica. "Complice e venduto" è l'affondo del segretario della Lega nei confronti del Capo dello Stato, per una frase che richiamava il tema delle frontiere e - solo per Salvini - quello dell'immigrazione.

L'occasione delle critiche

L'occasione la offre il Vinitaly di Verona, manifestazione vetrina per l'Italia che funziona, fatturato ed export in crescita. Da lì Mattarella, partendo dal vino che l'Italia vende in tutto il mondo, sviluppa il suo ragionamento: "Da prodotto antico a chiave di modernità, il vino italiano, col suo successo nell'export conferma come il destino dell'Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino". Pochi minuti e Salvini affida a Facebook un post destinato a scatenare le polemiche. "Il destino dell'Italia è legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino - scrive - come a dire avanti tutti, in Italia può entrare chiunque... Se lo ha detto da sobrio, un solo commento: complice e venduto".

Parziale marcia indietro

Coincidenza, in quel momento il Capo dello Stato stava visitando lo stand della Regione Veneto e parlava della riuscita della manifestazione con il governatore leghista Luca Zaia. Più tardi Salvini, parlando a Porto Recanati, tenta una parziale marcia-indietro: "La mia non era una frase contro Mattarella: io difendo il diritto dell'Italia e degli italiani. Il presidente non può invitare i clandestini di tutto il mondo a venire in Italia".

Le reazioni politiche

Ormai però la polemica è esplosa e arrivano da maggioranza e opposizione espressioni di solidarietà al Capo dello Stato e di biasimo per il leader del Carroccio. Alzano gli scudi a difesa dell'inquilino del Colle anche i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini che definiscono "inaccettabili" gli "insulti" di Salvini. "Quelle di Salvini su Mattarella - scrive su Fb il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda - sono parole di un eversore che detesta l'Europa e non ama l'Italia". E Lorenzo Guerini vicesegretario del Pd definisce "inqualificabili e vergognose" quelle parole. Sulla stessa linea Fabrizio Cicchitto (Ncd): "Salvini stupisce sempre di piu' per la sua 'impeccabile' cultura istituzionale". Contro Salvini e in difesa del Capo dello Stato anche Sinistra Italiana con Alfredo D'Attorre e Arturo Scotto. "Gli insulti di Salvini sono solo noioso e sguaiato rumore", scrive su Twitter l'esponente della minoranza Pd Roberto Speranza, mentre il presidente dei deputati Dem,

Tosi: "Io sto con Mattarella"

Ettore Rosato, osserva che "Salvini è talmente ossessionato dagli immigrati che inopinatamente attacca il presidente Mattarella mentre, inaugurando il Vinitaly, egli parla di vino e valorizzazione del Made in Italy e non di immigrazione". Un po' quello che rimprovera al segretario del suo ex partito il sindaco di Verona, Flavio Tosi, "chi ha fatto polemica o non era sobrio o non ha ascoltato bene", ironizza. "Io sto con Mattarella, come credo stiano tutti i liberali che vogliono una societa' aperta ai diritti di liberta' e ai commerci", chiosa il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova. Deborah Serracchiani evoca un'inedita linea 'Salvini-Grillo' sull'offesa alle istituzioni: "L'aggressione al Capo dello Stato e' ormai la cifra di chi non ha nulla da dire. Ed è la prova che Salvini e Grillo sono fatti della stessa pasta, di populismo volgare, urlo e intolleranza: il contrario della democrazia". (ANSA). 

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